Tra quanto è stato detto e ciò che è stato fatto per lo sviluppo del Mezzogiorno esiste una vasta discrepanza; spesso il discorso è stato deontologico e la ricerca socio-economica puramente descrittiva, priva della capacità di individuare le cause del sottosviluppo. Gli economisti, data la struttura logico-matematica e una maggiore anzianità della loro disciplina rispetto alle altre scienze sociali, riescono a influenzare gli orientamenti politici; ma non riescono a individuare le variabili che nelle aree non sviluppate determinano l’accumulazione endogena, limitandosi alle ipotesi fondate sul trasferimento di risorse dall’esterno. Gli interventi di politica economica fondati tali ipotesi si sono risolti nella localizzazione di attività industriali avulse dal contesto economico preesistente e, lungi dall’eliminarla, hanno determinato una accentuazione della dipendenza della struttura economica arretrata dal flusso continuo di risorse che provengono dall’esterno dell’area.
In realtà la variabile strategica dello sviluppo endogeno non è economica, bensì sociale. Il mercato oligopolistico individua, infatti, un processo di integrazione sociale complesso, che investe sia le aree sviluppate (le quali hanno interesse a mantenere gli equilibri delle aree sottosviluppate), sia le aree sottosviluppate (le quali hanno interesse a mantenere i propri equilibri di sottosviluppo, che tendono a trasformarsi in “equilibri di consumo” livellati a quelli delle aree sviluppate, ma non in “equilibri di produzione”). Il compito del sociologo è quello di individuare i fattori culturali e politici che caratterizzano questa situazione.
Per risolvere il problema del passaggio dal sottosviluppo allo sviluppo occorre quindi superare le carenze teoriche dei modelli finora formulati e portare avanti una prospettiva scientifica che integri la componente economica e quella sociologica. L’economista controlla gli equilibri del sistema economico, indica le situazioni di disequilibrio e fornisce correttivi per eliminarle. Il sociologo dovrebbe fornire al politico un supporto altrettanto valido con riferimento al controllo degli equilibri sociali e della dinamica culturale nell’ambito di una società pluralistica.
Commento al testo
Le problematiche affrontate nel testo mostrano come l’integrazione fra economia e sociologia (o, meglio, la integrazione fra economia e scienza del comportamento) sia fondamentale per capire i problemi del “sottosviluppo” e dell’attuale globalizzazione. Solo in questa prospettiva possono essere esplicati i problemi socio-economici che attualmente stiamo vivendo, in una dimensione europea e mondiale.