16/33«Nell’ambito del mercato possono determinarsi squilibri più o meno accentuati nella dinamica dell’innovazione, in quanto esistono vincoli che la ostacolano e ne impediscono la diffusione. […]

La prima tipologia di vincoli è data dal fatto che le attività che determinano benefici sociali indotti eccedenti i benefici privati (esternalità) vengono sottodimensionate dal mercato, in termini di allocazione di risorse, rispetto al livello socialmente desiderabile (corrispondente alla massimizzazione del tasso di rendimento sociale). Il caso limite è quello della produzione dei beni pubblici, i cui benefici (sociali) sono tanto diffusi, che nessuna impresa operante nel mercato (in funzione della massimizzazione del tasso di rendimento privato) è disposta a investire in quel tipo di produzione.»

«Il secondo caso è quello dei sistemi caratterizzati da fatti (fattori) innovativi discontinui (discreti) o nulli e, corrispondentemente, da un più o meno elevato grado di inerzia dei processi di accumulazione tecnologica. In questi sistemi la dinamica innovativa è scarsa o inesistente e si può parlare o di arretratezza economica quando questa situazione è collegata a un certo grado di interiorizzazione della cultura del mercato, oppure di sottosviluppo con riferimento a sistemi socio-economici che si discostano maggiormente dalle tipologie sociali che esprimono una cultura di mercato generalizzata.»

(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, pp. 81, 83)

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