L’apprendimento degli atteggiamenti sociali da parte del fanciullo

Gli atteggiamenti fondamentali dei soggetti sono appresi soprattutto durante l’infanzia attraverso le molteplici interazioni all’interno del gruppo primario familiare; sotto questo punto di vista, acquista [p. XIII] la massima rilevanza il rapporto tra il fanciullo e i genitori, e, in senso lato, il rapporto tra il fanciullo e tutti i componenti del nucleo familiare.

Poiché il gruppo familiare riflette normalmente gli stereotipi culturali dell’ambiente sociale entro cui la famiglia opera, gli atteggiamenti nel loro processo formativo sono variabili dipendenti non solo rispetto alle interazioni che si realizzano entro il nucelo familiare, ma più in generale rispetto alle interazioni che si realizzano all’interno del gruppo sociale più vasto entro cui la famiglia è inserita.

Il fanciullo ha rapporti non solo coi genitori e coi familiari, ma anche con i coetanei nell’ambito dei piccoli gruppi extrafamiliari che condizionano soprattutto attraverso il giuoco il comportamento infantile. Il piccolo gruppo extrafamiliare entro il quale il fanciullo realizza il proprio comportamento sociale riflette in modo mediato gli stereotipi culturali del nucleo familiare, che, a loro volta, come si è detto mediano gli stereotipi sociali; ma il fanciullo ha contatti diretti anche con l’ambiente sociale esterno, i cui confini superano quelli del gruppo primario familiare e amicale. Il rapporto del fanciullo coi mezzi di comunicazione di massa, in particolare con la radio e la televisione, lo pone in contatto diretto col mondo esterno e lo pone in condizione di acquistare, senza la mediazione del gruppo familiare o amicale, molti atteggiamenti o atteggiamenti che alla fine dell’età evolutiva si stabilizzano nella sua personalità come stereotipi culturali.

Attraverso i mezzi di comunicazione di massa, o comunque attraverso i contatti con la società esterna, il fanciullo può assumere come modello orientativo dei propri atteggiamenti un gruppo di riferimento diverso dal gruppo primario familiare o amicale. Questo gruppo di riferimento può essere caratterizzato da comportamenti di costume connessi a espressioni di arte popolare (canzoni, musiche, teatro, cinema, ecc.), a modelli di vita espressi nella letteratura infantile, nei giornali per fanciulli e nei fumetti, a modelli di vita collegati al comportamento sportivo. Attraverso questi gruppi di riferimento, il fanciullo pone in essere comportamenti imitativi che hanno un effetto rilevante sullo sviluppo degli atteggiamenti.

Ma l’interazione del fanciullo con la realtà sociale esterna non si ferma qui; egli normalmente ha rapporti con gruppi religiosi, che attivano in lui valori importanti sul piano degli atteggiamenti; ma so-[p. XIV]-prattutto ha rapporti con la scuola che, assieme alla famiglia, costituisce l’istituzione sociale più rilevante ai fini della crescita e dello sviluppo della personalità e quindi ai fini della crescita di atteggiamenti sociali funzionali rispetto agli obiettivi del gruppo nel quale il fanciullo è inserito.

Le variabili indipendenti alle quali è collegato lo sviluppo degli atteggiamenti sono quindi molteplici; questo fatto rende evidente la complessità del problema concernente gli atteggiamenti. Da tale complessità consegue che qualsiasi intervento sociale volto a modificare gli atteggiamenti o a orientare lo sviluppo deve presupporre una capacità di intervento multi direzionale.

Non è detto comunque che tutte le istituzioni sociali che intervengono nel processo di socializzazione del fanciullo, e quindi nello sviluppo dei suoi atteggiamenti, emettano stimoli univoci e tra loro compatibili; può darsi il caso che gli atteggiamenti appresi nella famiglia siano contradditori rispetto a quelli appresi nella scuola, ovvero che ci sia compatibilità tra queste due classi di atteggiamenti o incompatibilità tra le stesse e la classe di atteggiamenti trasmessi da un gruppo di riferimento extrafamiliare ed extrascolastico. Occorre pertanto individuare il peso di ciascuna istituzione sociale formale o informale nell’emettere stimoli che condizionano gli atteggiamenti e analizzare anche in che misura i vari stimoli sono tra loro compatibili o incompatibili, al fine di determinare la risultante che consenta di isolare le stimolazioni di maggior rilievo nei confronti di certi atteggiamenti che si vogliono rinforzare positivamente o negativamente.

Il fanciullo è al centro di un complesso processo di stimolazioni che gli provengono dai gruppi coi quali egli interagisce; i flussi di stimolazioni provenienti dai vari gruppi possono essere continui o segmentati, possono avere maggiore o minore forza di incidenza, a seconda che il gruppo venga assunto o meno come gruppo di riferimento. L’elemento temporale e l’elemento della forza dello stimolo sono le due variabili che consentono di individuare la capacità di persuasione dei singoli gruppi nei confronti dello sviluppo degli atteggiamenti.

Una volta stabiliti i potenziali di incidenza dei singoli gruppi che influenzano la personalità del fanciullo, sarebbe molto semplice pervenire ad un condizionamento degli atteggiamenti mediante una [p. XV] modificazione dei messaggi culturali espressi dai gruppi di riferimento. Questo però non può essere fatto o può essere fatto con molta difficoltà solo rispetto ad alcuni gruppi di riferimento. Ad esempio, una modificazione degli stimoli espressi dal gruppo familiare è difficile, in quanto per far questo si dovrebbe realizzare una modificazione degli atteggiamenti dei genitori, i quali hanno un campo psicologico stabilizzato; è ugualmente difficile intervenire per modificare gli stimoli emessi da gruppi di riferimento non familiari né amicali, quali quelli legati a modelli di comportamento caratterizzati dallo sport o dall’arte popolare e dalla letteratura infantile. Anche in questa ipotesi, le variabili da modificare risulterebbero troppo complesse e in ogni caso la loro modificazione non sarebbe neppure ammessa in una società di tipo pluralistico. Chi potrebbe infatti convincere gli editori di fumetti o i produttori di cartoni animati a trasmettere modelli culturali compatibili con certi tipo di atteggiamenti assunti come obiettivi di una campagna di promozione sociale?

Questi gruppi sociali debbono pertanto essere considerati come parametri, nell’ambito di una corretta individuazione del campo di variazione possibile degli atteggiamenti infantili all’interno del nostro sistema. L’unica istituzione che presenta una certa elasticità di utilizzazione da parte dell’ente pubblico in funzione di una modificazione o di uno sviluppo guidato degli atteggiamenti infantili è la scuola, la quale però ha lo svantaggio di realizzare un flusso segmentato di stimolazioni ed una minore forza di incidenza in quanto, normalmente, non viene assunta dal fanciullo come gruppo di riferimento, e quindi non rinforza comportamenti imitativi. Questo si verifica soprattutto quando la scuola appare come una istituzione in qualche modo estranea all’ambiente in cui opera il fanciullo.

A parte gli interventi sulle istituzioni sociali, mediante i quali si può ottenere una compatibilità degli stimoli informativi che influiscono sull’apprendimento rispetto agli obiettivi di una campagna promozionale volta allo sviluppo o alla modificazione degli atteggiamenti, si deve osservare che i metodi per modificare questi ultimi sono abbastanza complessi; a questo propositivo si può dire, in linea di principio, che «gli atteggiamenti sono particolarmente resistenti al cambiamento; (a) se essi sono stati appresi nei primi anni di vita; (b) se sono stati appresi tramite associazione e trasmissione; (c) se contribuiscono alla soddisfazione di bisogni; (d) se sono stati integrati [p. XVI] nella personalità e nello stile del comportamento di un individuo». Pertanto, nel tentativo di modificare gli atteggiamenti bisogna tener conto di queste quattro modalità che possono aver caratterizzato il rapporto stimolo-risposta riferito al comportamento di apprendimento del soggetto. Bisogna cioè utilizzare nei limiti del possibile tecniche di modificazione degli atteggiamenti che riflettano i modelli di apprendimento mediante i quali gli atteggiamenti che si vogliono modificare si sono sviluppati.

Un fattore molto importante concernente gli atteggiamenti e la loro possibilità di modificazione è fornita dalla tendenza dei soggetti a risolvere le contraddizioni tra i loro atteggiamenti e il loro comportamento. In base a questa tendenza potrebbe essere realizzata una modificazione degli atteggiamenti attivando nei soggetti delle “contraddizioni guidate” tra i loro atteggiamenti e il loro comportamento.

Un intervento volto a modificare gli atteggiamenti positivi verso gli incendi e a sviluppare corrispondenti atteggiamenti negativi, presuppone pertanto l’utilizzazione della scuola al fine di veicolare un messaggio diretto al fanciullo. Questo messaggio dovrà essere strutturato con riferimento alle problematiche concernenti i quattro fattori che condizionano la resistenza al cambiamento degli atteggiamenti; esso dovrà tener conto della segmentazione connessa al modello di stimolazione scolastica e alla bassa forza di incidenza, in termini di comportamento imitativo, della “agenzia” scolastica. Il messaggio da inviare al fanciullo dovrà inoltre tener conto, compatibilmente con le complesse variabili del modello utilizzato, ella tendenza alla coerenza cognitiva che si suppone presente nella personalità del fanciullo.[p. XVII]

Indice della pubblicazione

Problemi concernenti una campagna di promozione sociale contro gli incendi

G. Bolacchi


  1. Premesse metodologiche all’intervento online
  2. Lo sviluppo degli atteggiamenti sociali online
  3. L’apprendimento degli atteggiamenti sociali da parte del fanciullo online
  4. Le cause degli incendi e l’ambiente naturale della società pastorale
  5. Atteggiamento verso gli incendi e atteggiamento di aggressione all’ambiente
  6. Tabelle, grafici e policromie sul fenomeno degli incendi
  7. Nota sull’istruzione programmata online
  8. Testo del libro programmato sulla difesa dagli incendi boschivi
error: Protetto © Giulio Bolacchi