Classe borghese e potere deviante
Abbiamo visto, nei paragrafi precedenti, come il fenomeno della classe sociale presenti due caratterizzazioni fondamentali, a seconda che lo si riguardi nel momento della accettazione o nel momento del condizionamento; cioè in relazione alla comunione interrelata in termini di internalizzazione o in relazione al potere deviante. Ed è chiaro come alla base di questi due momenti fondamentali debba porsi l’interesse all’acceleramento e al rallentamento della dinamica; interesse che, all’interno della classe (sotto un profilo intrinseco), si struttura in termini di comunione interiorizzata, mentre, all’esterno della classe (sotto un profilo estrinseco), si esplica in termini di potere deviante volta al mutamento o alla permanenza delle strutture sociali istituzionalizzate.
La considerazione intrinseca della classe sociale presenta una particolare importanza, in quanto è mediante la stessa che si commisura la forza sociale del potere deviante. Per determinare in modo esatto tale forza sociale è quindi necessaria, al di là di una mera indagine quantitativa, quale quella che si attua tramite l’istituto della rappresentanza politica, individuare il grado di mediazione degli interessi comuni di classe e quindi stabilire il grado di interrelazione (organizzazione) tra i comportamenti dei membri della classe.
Se consideriamo la sintetica indagine sulla borghesia, che abbiamo sopra svolto, alla luce di queste precisazioni, appare subito chiaro come quella indagine sia piuttosto da riportarsi alla considerazione intrinseca della classe, anziché a quella estrinseca; in quanto volta a individuare gli interessi comuni interiorizzati che hanno costituito (e costituiscono) la caratterizzazione tipica della classe borghese.
Una particolare considerazione di questo momento intrinseco potrebbe forse apparire sproporzionata, in relazione alla necessità di caratterizzare la classe borghese soprattutto in termini di potere deviante [pag. 244] e di individuare le concrete manifestazioni storiche di quest’ultimo. Bisogna però tenere presente che una analisi della borghesia in relazione al potere deviante non è mai stata tentata, e che i maggiori contributi alla caratterizzazione della «classe borghese» – come si è rilevato nel testo – debbono tutti, direttamente o indirettamente, riportarsi al momento della comunione internalizzata. Tale fatto, ovviamente, se giustifica la preminenza che può darsi all’analisi di quest’ultima prospettiva, non può valere a giustificare la esclusione di un qualche tentativo tendente a individuare, almeno a grandi linee, la rilevanza del potere deviante nell’azione della classe borghese.
A tal fine, è opportuno riandare alle considerazioni sulla borghesia formulate da Sieyès, il quale servendosi del concetto di «privilegio», fece rientrare nell’ambito dei ceti privilegiati, genericamente considerati, anche quei ceti borghesi per i quali il privilegio costituiva una situazione sociale di recente acquisizione.
Ma se la considerazione dei borghesi privilegiati non si ferma alla constatazione del fatto che questi ultimi potevano anche osteggiare la Rivoluzione dell’89, c’è da chiedersi se l’azione di costoro non debba piuttosto essere riguardata come espressione tipica dell’esercizio di un potere deviante. Che cos’era, infatti, l’acquisizione di un privilegio al di fuori dei modi istituzionalizzati con cui lo stesso veniva attribuito, se non un’azione esplicantesi in termini di potere deviante, tendente in ultima analisi alla modificazione delle strutture del sistema nel senso di un ampliamento delle fonti e delle ragioni del privilegio?
Quest’ultimo, nel suo aspetto più propriamente istituzionale, non poteva certo essere acquisito sulla base delle capacità economiche dei singoli soggetti, in quanto fondato su un sistema dal quale i valori economici risultavano esclusi. E a che cosa poteva tendere la esplicazione del potere deviante da parte della borghesia, all’interno dell’ordinamento istituzionalizzato dell’antico regime, cioè l’acquisizione del privilegio fondato su un corrispettivo economico, se non a una modificazione delle strutture istituzionalizzate, senza peraltro porsi contro le stesse e quindi sottostare alla dinamica pendolare ad esse intrinseca? Lungi dal dover essere riguardati come elementi totalmente estranei all’azione della classe borghese, i borghesi privilegiati debbono quindi essere visti quali soggetti che concretamente realizzavano il potere deviante della classe cui appartenevano.[pag. 245]
L’esame del fenomeno storico della borghesia costituisce, inoltre, una conferma del fatto che la dinamica dell’azione di classe non postula mai un semplice mutamento del personale nei ruoli di comando, bensì si svolge nel senso di una modificazione delle basi di legittimazione del potere e, quindi, è orientata verso un mutamento strutturale dei rapporti sociali istituzionalizzati [56].
È proprio dall’analisi di un fenomeno sociale, quale quello che si suole indicare quando si parla di «borghesia», che emerge un concetto di «classe» come insieme di soggetti agenti unitariamente, non già per conquistare o difendere ruoli di autorità, ma per la modificazione o la permanenza di una data struttura di potere. Alla base di questo insieme unitario sussiste l’elemento fondamentale dell’interesse comune, teso non tanto al mantenimento o alla acquisizione di ruoli e situazioni sociali, quanto alla trasformazione o alla permanenza delle strutture sociali istituzionalizzate.[pag. 246]
Note
[56] Che la borghesia si sia presentata come portatrice di una nuova base di legittimità proponendo, al di là di un mero rovesciamento nella distribuzione del potere, la stessa abolizione dei rapporti di potere preesistenti, «non quindi una rivendicazione di posti di comando, ma un ordine sociale diverso», è stato suggerito anche da Pizzorno, Le organizzazioni, il potere e i conflitti di classe, pp. XXXVIII-XXXIX.
Indice della pubblicazione
Teoria delle classi sociali
Giulio Bolacchi
Capitolo I: Strutture teoriche e scienze sociali
1. Schemi teorici e scienze sociali
2. La prospettiva metodologica delle scienze sociali
3. Le strutture linguistiche astratte
4. Il problema dei concetti teorici
5. Linguaggio osservativo e linguaggio teorico
6. Empirismo, criteri di significatività e termini disposizionali
7. Assiomatizzazione e linguaggio teorico
8. Il concetto di «linguaggio teorico» in Carnap
9. Linguaggio teorico e livelli di astrazione
10. Verificabilità empirica delle strutture astratte; rapporti fra diverse strutture linguistiche
11. Il ruolo della teoria generale nelle scienze sociali
12. Rapporti tra teoria economica e scienza sociale; il problema del sottosviluppo
13. L’integrazione delle scienze sociali e la teoria generale del comportamento sociale
Note del capitolo I
Capitolo II: Alcune teorie sulle classi sociali
1. Le principali teorie sulle classi sociali online
2. Classe e situazione di classe in Weber
3. La classificazione dei gruppi e il problema delle classi sociali in Sorokin
4. Il problema dell’ordine e la stabilità dell’interazione sociale in Parsons
5. Sistema di valori e stratificazione sociale in Parsons
6. I limiti fondamentali della teoria generale di Parsons
7. Critiche al «sistema sociale» di Parsons
8. La teoria integrazionista e la teoria coercitiva della società nell’analisi di Dahrendorf
9. Gruppi di conflitto e associazioni coordinate da norme imperative in Dahrendorf
10. Autorità e potere condizionante nella dinamica sociale
11. Il rapporto di autorità e la dinamica reintegratrice o pendolare; l’avvicendamento del personale nelle posizioni di dominio in Dahrendorf
12. I tre stadi di analisi delle strutture sociali: dinamica pendolare, dinamica strutturale-funzionale, dinamica cumulativa
13. Il problema della dinamica nelle teorie di Parsons e Dahrendorf
14. Conclusioni critiche sulle teorie di Parsons e Dahrendorf
Note del capitolo II
Capitolo III: Premesse a una teoria generale delle classi sociali
1. Scienza del comportamento e scienza psicologica
2. Le teorie causali del significato
3. La struttura funzionale degli interessi
4. Il campo disposizionale
5. Intermediazione, comunione e mutualità degli interessi negli studi di Perry online
6. Il concetto di «disposizione a rispondere» online
7. Disposizione a rispondere e segno nella semiotica di Morris online
8. Classe sociale e categoria sociale online
9. Il concetto di «interesse comune e interrelato» online
10. L’interesse di classe online
11. L’azione sociale di accettazione e l’azione sociale di condizionamento online
12. Il potere condizionante: potere istituzionale e potere deviante online
13. I concetti di «potere» e «autorità» in alcune teorie sociologiche
14. La dinamica del potere condizionante online
15. Potere deviante e classe sociale online
16. Comunione di interessi, istituzionalizzazione, internalizzazione e potere online
17. Considerazioni conclusive sul concetto di «classe sociale» online
18. Classi sociali e dinamica sociale online
Note del capitolo III
Capitolo IV: Democrazia e classi sociali
1. La dottrina classica della democrazia online
2. Indeterminatezza e irrazionalità del comportamento politico; la critica di Schumpeter al concetto di «democrazia» online
3. Democrazia e volontà popolare online
4. La volontà popolare come risultante del processo politico online
5. La democrazia come lotta in concorrenza per il comando politico online
6. Il metodo democratico e la rilevazione degli interessi pubblici online
7. Democrazia come volontà popolare e democrazia come lotta in concorrenza online
8. L’istituto della rappresentanza politica online
9. La forza sociale del potere e il problema della maggioranza online
10. Le differenti caratterizzazioni del concetto di «libertà» online
11. La democrazia come commisurazione istituzionalizzata della forza sociale del potere istituzionale e del potere deviante online
Note del capitolo IV
Capitolo V: Un esempio storico: la borghesia
1. La borghesia rivoluzionaria e la polemica di Sieyes contro il privilegio
2. Una interpretazione della Rivoluzione secondo le prospettive di Toynbee
3. Equivoci teorici connessi al concetto di «borghesia» online
4. I valori borghesi e i princípi di perduranza dell’antico regime
5. Il proletariato contemporaneo e la mancata assimilazione dei valori borghesi
6. Il concetto di «borghesia» nel pensiero di Croce
7. Le caratterizzazioni della «borghesia» in termini di ceto medio
8. Gli interessi comuni della borghesia online
9. Classe borghese e potere deviante online
Note del capitolo V