Convenzionalità delle strutture linguistiche e significazione costante dei segni; la considerazione interna e la considerazione esterna del rapporto semantico

Due sono i tratti essenziali che caratterizzano le strutture linguistiche:

(a) Ciascun segno ha significazione costante e comune a una data famiglia di interpreti, potendo essere prodotto da questi ultimi (comunsegno) anche in condizioni diverse da quelle in cui è stato introdotto originariamente (plurisituazionalità).[45]

(b) Tra i segni debbono sussistere relazioni stabili e sistematiche di combinazione, determinate in rapporto alle varie strutture linguistiche.

Dal punto (a) consegue necessariamente la convenzionalità dei processi segnici complessi cioè delle strutture linguistiche o sistemi semantici. Il principio di convenzionalità,[46] il quale stabilisce che la costruzione di un linguaggio e la scelta dei suoi tratti caratteristici sono materia di convenzione, è stato anzitutto applicato ai sistemi assiomatici. Ma poiché un qualsiasi sistema assiomatico formalizzato, per non essere privo di significato deve potersi fondare direttamente su un corrispondente sistema semantico dal quale possa ricavarsi una adeguata interpretazione logica dei termini, in particolare delle regole di formazione, deduzione e trasformazione,[47] ne consegue che la convenzionalità di un calcolo o sistema assiomatico è strettamente connessa al sistema semantico che ne interpreta le regole formali.

Il principio di convenzionalità si applica quindi propriamente ai sistemi semantici in ordine alle regole di formazione e deduzione e ai sistemi sintattici (assiomatizzati) in relazione ai termini assiomatici primitivi. Se i sistemi sintattici posseggono termini privi di interpretazione e termini logici dotati della normale interpretazione, si dicono semi-formali o semi-interpretati.[48]

La significazione costante di un segno linguistico comune a una data famiglia di interpreti si traduce, quindi, in relazione a un dato linguaggio (sistema semantico), nelle regole di desi- [pag. 48] gnazione [49] e, entro il metalinguaggio che ad esso si riferisce e che contiene quelle regole, nella intensione e nella estensione delle espressioni linguistiche.

I concetti di «intensione» e di «estensione» costituiscono la esplicazione di due prospettive semantiche fondamentali; la prima consistente nella determinazione del significato delle espressioni, cioè nella individuazione dei fattori fondamentali che caratterizzano univocamente il senso dei termini linguistici; la seconda nella determinazione dell’ambito semantico di validità delle espressioni, cioè nella individuazione delle condizioni di applicabilità dei termini linguistici in relazione ai possibili casi descritti entro un dato linguaggio.

Tanto la determinazione del significato delle espressioni, quanto la individuazione dell’ambito semantico di validità delle stesse, si traducono in una serie di regole semantiche, e quindi appartengono alla considerazione delle strutture linguistiche che potrebbe dirsi interna, in contrapposizione alla considerazione delle stesse sotto il profilo esterno, in termini comportamentistici. In tal modo i predicati, le frasi, le espressioni individuali, potranno essere caratterizzati, utilizzando regole puramente semantiche e quindi il punto di vista metodologico interno al linguaggio, non solo sotto il profilo della intensione, come proprietà,[50] proposizioni [51] e concetti individuali;[52] ma anche, rispettivamente, come classi di tutte le entità [53] alle quali, entro un sistema linguistico, può applicarsi un dato predicato, come valori di verità o falsità (condizioni necessarie e sufficienti per la verità delle frasi in un sistema linguistico),[54] come individui, determinati dalle regole di designazione, ai quali le espressioni individuali si riferiscono.

La determinazione della intensione e della estensione dei termini non richiede pertanto riferimenti o investigazioni relativi a situazioni empiriche; intensione ed estensione debbono [pag. 49] essere formulate utilizzando le sole regole semantiche del linguaggio e appartengono in senso proprio al metalinguaggio (nella sua formulazione consueta o in quella neutrale).[56]

Una considerazione del linguaggio in termini pragmatici o prasseologici non rileva in ordine alla caratterizzazione della prospettiva semantica (significato come comunicazione). Infatti, benché il concetto di «intensione», sotto un profilo comportamentistico sia direttamente traducibile in quello di «interpretante» o «disposizione a rispondere» dell’interprete, e quello di «estensione», sotto il medesimo punto di vista, corrisponda (ove si tratti di segni concreti) al denotatum del segno o oggetto finale inteso come «qualsiasi cosa che permetta di portare a compimento le sequenze di risposte cui un interprete è disposto a causa del segno»,[57] risulta chiaro che la intensione e la estensione di una espressione possono essere stabilite utilizzando le sole regole semantiche e quindi prescindendo da una analisi del linguaggio in cui si faccia riferimento a entità extra-linguistiche quali le disposizioni a rispondere degli interpreti e gli oggetti finali.

I rapporti tra simbolo, disposizione a rispondere e oggetto finale denotato dal segno [58] non si pongono entro il linguaggio al quale si riferiscono; lo stesso vale per il metalinguaggio in senso stretto. Una considerazione di tali rapporti postula un meta-linguaggio più vasto che consideri non solamente il linguaggio-oggetto, ma anche i rapporti extralinguistici tra simboli, interpretanti e oggetti finali.[59] [pag. 50]

Note

[45] C. Morris, Segni, linguaggio e comportamento, pp. 62-66.

[46] R. Carnap, Introduction to Semantics, p. 247.

[47] R. Carnap, Introduction to Semantics, p. 155 sgg.; R. Carnap, Formalization of Logic, p. 69 sgg. [pag. 61]

[48] R. Carnap, Logical Foundations of Probability, pp. 15-16.

[49] R. Carnap, Introduction to Semantics, pp. 23-24, 32-33, 49 sgg.; Carnap, Meaning and Necessity, pp. 161 sgg., 168 sgg.; Carnap, Logical Foundations of Probability, pp. 58 sgg., 68 sgg.

[50] Sull’uso del termine «proprietà», cfr. R. Carnap, Meaning and Necessity, pp. 19-21.

[51] Sull’uso del termine «proposizione», cfr. R. Carnap, Meaning and Necessity, p. 27 sgg.; Carnap, Introduction to Semantics, pp. 18, 235-236.

[52] R. Carnap, Meaning and Necessity, p. 39 sgg. Sull’uso del termine «concetto», cfr. Carnap, id., pp. 21-22; Carnap, Introduction to Semantics, p. 230.

[53] Sul termine «entità», cfr. R. Carnap [3], pp. 22-23.

[54] R. Carnap [3], pp. 12-13; Carnap [4], pp. 68-70; Carnap [1], p. 22 sgg.

(55) L’intensione e l’estensione sono considerate dal Carnap come due operazioni consistenti, rispettivamente, nell’analisi di una espressione al fine di comprenderla, di afferrarne il significato (operazione che nella sua forma tecnica è basata sulle regole semantiche concernenti l’espressione data); e nell’investigazione della situazione fattuale alla quale l’espressione si riferisce, avente come fine la determinazione della verità fattuale (questa operazione non ha natura puramente logica, ma natura empirica). Relativamente a queste operazioni si possono distinguere due aspetti di una data espressione: il primo consistente nel significato, cioè nella comprensione della espressione senza usare conoscenza fattuale (intensione); il secondo risultante dalle due operazioni descritte, in quanto, solo dopo conosciuto il significato, si può determinare, per mezzo di una investigazione fattuale, se e come una espressione può essere applicata allo stato attuale del mondo (estensione). Così per ogni espressione si può parlare di significato (intensione) e di applicazione attuale (estensione), tenendo presente che le espressioni posseggono in primo luogo una intensione e in secondo luogo una estensione (Carnap, Meaning and Necessity, pp. 202-203, ed anche, sulla preminenza dell’intensione, pp. 108-109, 112-113).
Solo nel caso in cui una frase sia L-determinata la estensione della stessa è data dalle regole semantiche. Un designatore (Carnap, id., pp. 6-7) è L-determinato se, e solo se, la sua estensione può essere determinata sulla base delle sole regole semantiche, senza alcun riferimento ai fatti, cioè senza alcuna aggiunta di conoscenza fattuale (Carnap, id., pp. 67-68, 69 sgg., 88-90; Carnap, Introduction to Semantics, pp. 77-78, 140 sgg.).

[56] R. Carnap, Meaning and Necessity, pp. 106 sgg., 153 sgg.

[57] C. Morris, id., p. 441.

[58] C. Morris, id., pp. 24-25, 28-29, 35, 441, 444; cfr. anche M. Black, Linguaggio e filosofia, pp. 214-221.

[59] Pertanto, i concetti di «significatum» (Morris, id., pp. 35 sgg., 446), «disposizione a rispondere» e «denotatum» stanno al di fuori del linguaggio che poggia sui medesimi; conseguentemente non possono essere rilevati entro lo stesso ed abbisognano, per essere studiati, di [pag. 62] un metalinguaggio più vasto, o anche di un linguaggio oggetto che designi il comportamento segnico nel suo complesso.[pag. 63]

Indice della pubblicazione

Metodologia delle scienze sociali

Giulio Bolacchi


Capitolo I: La prospettiva metodologica delle scienze sociali

1. Scienza del comportamento e scienza psicologica

2. Prospettiva psicologica, prospettiva prasseologica, prospettiva semantica

3. Le teorie causali del significato; la corrispondenza biunivoca tra serie causali e serie disposizionali

4. Lo schema mezzo-fine; interessi iniziali, interessi interposti, interessi finali

5. La struttura del campo disposizionale

6. Schemi fattuali e schemi operativi; la traducibilità operativa dei comportamenti

7. Intermediazione, comunione, interrelazione degli interessi

8. Il concetto di «disposizione a rispondere»; stimoli diretti e stimoli preparatori

9. Disposizione a rispondere, sostitutività, sequenza delle risposte

10. L’interazione sociale; comunione di interessi, antagonismo di interessi

11. Dinamica pendolare, dinamica cumulativa, dinamica strutturale-funzionale

12. Dinamica pendolare e dinamica cumulativa in relazione alle tre prospettive del significato

Note del capitolo I

 

Capitolo II: Rapporto semantico e strutture linguistiche

1. Rapporto semantico e linguaggio online

2. Linguaggio-oggetto e metalinguaggio online

3. Le regole semantiche; l’intensione e l’estensione delle espressioni linguistiche online

4. Convenzionalità delle strutture linguistiche e significazione costante dei segni; la considerazione interna e la considerazione esterna del rapporto semantico online

5. Sistemi semantici e sistemi assiomatici; termini logici e termini descrittivi online

6. Le regole di verità e il concetto semantico di verità online

7. Operativismo metodologico e significato delle espressioni linguistiche online

8. Significato operativo dei segni, termini astratti, verificazione e conferma online

Note del capitolo II

 

Capitolo III: Le strutture linguistiche astratte

1. Costruzione e introduzione di nuove strutture semantiche online

2. Il problema dei concetti teorici; la significatività empirica dei termini teorici online

3. Il linguaggio totale della scienza: linguaggio osservativo e linguaggio teorico online

4. Empirismo, criteri di significatività e termini disposizionali; il linguaggio osservativo ampliato online

5. Linguaggio osservativo, linguaggio teorico, assiomatizzazione online

6. Il concetto di «linguaggio teorico» in Carnap; il carattere aperto del linguaggio scientifico online

7. La astrazione come presupposto metodologico del linguaggio teorico; generalizzazione e astrazione; il continuum dei livelli linguistici

8. Verificabilità empirica delle strutture astratte; la significatività dei postulati teorici e la introduzione di postulati limitativi online

Note del capitolo III

 

Capitolo IV: Il concetto di “struttura”

1. Struttura, ambito di significatività dei predicati, livelli di astrazione online

2. Il concetto di «sistema» online

3. Le regole di verità del sistema online

4. Le regole degli ambiti di significatività e delle descrizioni di stato online

5. Valori di verità e condizioni di verità; la significatività delle frasi entro il sistema online

6. Gli elementi basilari della struttura: i predicati e le costanti individuali online

7. L’ordine spazio-temporale

8. Le definizioni coordinative dell’unità di tempo e della congruenza di successivi intervalli di tempo

9. La comparazione di intervalli di tempo paralleli in punti diversi dello spazio: il problema della simultaneità

10. I concetti di «ordine del tempo» e «direzione del tempo» in Reichenbach online

11. Ordine del tempo e ordine causale in Reichenbach

12. Le proprietà topologiche dell’ordine spaziale e dell’ordine temporale

13. I postulati fondamentali della teoria del tempo di Reichenbach online

14. Osservazioni critiche alla teoria di Reichenbach online

15. I predicati primitivi che qualificano il concetto di «struttura dinamica» online

16. La distinzione tra serie chiusa e serie aperta

17. Le esplicazioni del concetto di «causalità» in termini di serie aperta e di irreversibilità

18. Reversibilità e irreversibilità come inderteminatezza e determinatezza dell’ordine rispetto alla modificazione nel contenuto degli stati di un sistema online

19. Stato stazionario, irreversibilità e reversibilità online

20. I predicati fondamentali che qualificano il concetto di «struttura dinamica» online

Note del capitolo IV

 

Capitolo V: Scienze del comportamento e scienze naturali

1. Scienza e metodologia della scienza

2. La rilevanza della teoria astratta nella scienza online

3. La distinzione tra scienze naturali e scienze sociali

4. I postulati della teoria generale della azione di Parsons e la distinzione tra teoria dell’azione e scienze naturali online

5. Il fisicalismo e la negazione della caratterizzazione autonoma delle scienze del comportamento rispetto alle scienze della natura

6. Il problema metodologico della distinzione tra scienze comportamentistiche e scienze naturalistiche

7. Indeterminismo e determinismo nella scienza fisica

8. I tentativi di superamento dell’indeterminismo nella teoria fisica

9. Il problema della distinzione tra determinismo fisico e determinismo metodologico online

10. La considerazione deterministica nelle scienze sociali e la traducibilità operativa dei comportamenti

11. Le condizioni di adeguatezza dei predicati fondamentali delle scienze del comportamento

Note del capitolo V

 

Capitolo VI: I predicati fondamentali delle scienze sociali

1. Statica, evoluzione, stato stazionario nella teoria economica

2. Il problema della dinamica nelle scienze sociali online

3. I problemi dinamici connessi alla considerazione della società come integrazione e della società come conflitto

4. Considerazioni critiche sulla teoria conflittuale della società

5. Dinamica del conflitto di classe e integrazione sociale

6. I predicati fondamentali della sociologia: interesse o disposizione a rispondere, campo disposizionale, interrelazione degli interessi. L’azione di accettazione

7. L’azione di scambio e l’azione di condizionamento (potere)

8. La forza sociale del potere; potere istituzionale e potere deviante

9. Considerazioni conclusive sui problemi metodologici delle scienze sociali

Note del capitolo VI

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