In the present work, the social conditions underlying the competition and the collectivistic systems are examined, showing that the differences between the two systems relate to the distinction between the conjunct and the disjunct interrelation of interests. The mixed system is also examined; it can be defined by assuming the existence of a set of interests conjunctly interrelated involving all individuals and other interests that can be either disjunctly or conjunctly interrelated but never involve all individuals. The analysis of the economic and sociological presuppositions of the different systems makes it possible to clarify the differences between public administration activities and state production (public enterprise), examine the planning concept, and formulate some considerations on the accumulation problem.
«The theoretical reflection on the planning problem originates from Pareto’s and Barone’s analysis of the principles governing the collectivist-state economy. In these scholars’ thinking, economic theory defines, in abstract terms, the efficiency conditions for the production organization, both in the competition system and in the collectivist system. […] Pareto’s and Barone’s thesis needs to be specified because differences between the two systems exist, concerning both the consumption and the production problems.» (Concorrenza, collettivismo e pianificazione [Competition, collectivism and planning], pp. 3, 5) IT
Original text
«La riflessione teorica sul problema della pianificazione ha la sua origine nelle analisi di Pareto e Barone sui principi che regolano l’economia dello stato collettivistico. Nel pensiero di questi autori la teoria economica definisce in termini astratti le condizioni di efficienza della organizzazione produttiva, sia nel sistema della concorrenza che nel sistema del collettivismo. […] La tesi di Pareto e Barone ha bisogno di essere precisata, poiché vi sono differenze tra i due sistemi sia in relazione al problema del consumo sia in relazione al problema della produzione.» (Concorrenza, collettivismo e pianificazione, pp. 3, 5)
Concorrenza, collettivismo e pianificazione
[Competition, collectivism and planning]
[Competition, collectivism and planning]
- Il massimo di ofelimità collettivo secondo Pareto e Barone.
[The maximum collective ophelimity in Pareto and Barone] - Il problema della produzione nel sistema della concorrenza e nel sistema collettivistico.
[The production problem within the competition system and the collectivist system] - Il problema del consumo nel sistema della concorrenza e nel sistema collettivistico
[The consumption problem within the competition system and the collectivist system] - Un errore di Pareto: nel sistema collettivistico le decisioni dell’ufficio della pianificazione coincidono con le preferenze dei soggetti.
[Pareto’s mistake: planning office decisions in the collectivist system coincide with subjects’ preferences] - I fondamenti sociali della concorrenza e del collettivismo.
[Social foundations of competition and collectivism] - Il concetto di interrelazione congiunta.
[The concept of conjunct interrelation] - Il concetto di interrelazione disgiunta.
[The concept of disjunct interrelation] - Analisi strutturale e analisi operativa del comportamento con riferimento all’interrelazione congiunta e all’interrelazione disgiunta.
[Structural and operational analysis of the conjunct interrelation and the disjunct interrelation] - Il concetto di forza sociale e la relazione di potere.
[The concept of social strength and the relation of power] - La relazione di scambio.
[The relation of exchange] - L’esplicazione della competizione in termini di interrelazione disgiunta degli interessi.
[The explication of competition in terms of disjunct interrelation between interests] - I sistemi misti.
[Mixed systems] - Il concetto di pianificazione.
[The concept of planning] - Schemi teorici funzionali e schemi teorici cumulativi.
[Theoretical functional schemata and theoretical cumulative schemata] - Il modello di Leontief come schema interpretativo dell’economia del soggetto isolato e dell’economia collettivistica.
[Leontief’s model as an interpretive schema for the isolated-subject economy and collectivist economy] - Il problema della accumulazione.
[The accumulation problem]
Barone E., Il ministro della produzione nello stato collettivista, in: “Le Opere economiche”, Bologna, Zanichelli, 1963, vol. I
Born M., Filosofia naturale della causalità e del caso, Torino, Boringhieri, 1962
Lange O., Sulla teoria economica del socialismo, in: “La Rivista Trimestrale”, 1962, vol. I
Pareto V., Manuale di economia politica, Roma, Bizzarri, 1965
Short excerpts
1/20«The principle of maximum collective ophelimity does not refer to a hypothetical resource distribution as an optimum compared to all possible distributions. Instead, it establishes the conditions under which individuals can maximize their ophelimities, given a particular resource distribution (whatever it may be). Hence, the form of the resource distribution could reflect either a marked inequality or equality of conditions among individuals. That is not relevant from the perspective of economic theory, as the latter assumes the distribution problem as settled. As a matter of fact, the resource distribution is determined by the social structures, which establish the limits and methods of appropriation of the production factors and capital on the part of individuals.» IT
Original text
«Il principio del massimo collettivo non si riferisce a una ipotetica distribuzione di risorse la quale rispetto a tutte le possibili distribuzioni sarebbe quella ottima, ma al contrario stabilisce quali sono le condizioni che consentono ai soggetti di massimizzare le proprie funzioni di ofelimità, data una certa distribuzione di risorse, qualunque essa sia. La forma della distribuzione può quindi riflettere una forte diseguaglianza di condizioni oppure una uguaglianza di condizioni tra i soggetti. Ciò non ha rilievo dal punto di vista della teoria economica, poiché quest’ultima assume il problema della distribuzione come risolto. Infatti la distribuzione è determinata dalle strutture sociali che stabiliscono i limiti e i modi di appropriazione dei fattori produttivi e dei capitali da parte dei soggetti.»
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione, p. 4)
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione [Competition, collectivism and planning], p. 4)
2/20«In the collectivist system, neither a demand nor a supply exists because all individuals jointly establish how much shall be consumed and, thereby, how much shall be produced for consumption; therefore, it makes no sense to speak of reciprocal adjustments in supply and demand. The fact that the demand quantity (consumption) is equal to the supply quantity (production) results from the fact that one choice (made by the community) determines both quantities.
In the competition system, the equivalence between demand and supply quantity is an equation whose solution identifies the equilibrium price; in the collectivist system, instead, this equivalence is a mere identity.» IT
Original text
«Nel sistema collettivistico non esiste né una domanda, né una offerta, poiché tutti i soggetti stabiliscono di comune accordo quanto deve essere consumato e quindi quanto deve essere prodotto per il consumo; non ha senso pertanto parlare di mutui aggiustamenti della domanda e dell’offerta. L’uguaglianza tra quantità domandata (consumo) e quantità offerta (produzione) nel sistema collettivistico deriva direttamente dal fatto che una stessa scelta (operata dalla collettività) determina entrambe le quantità.
Mentre nel sistema della concorrenza l’uguaglianza tra quantità domandata e quantità offerta è una equazione la cui soluzione individua il prezzo di equilibrio, nel sistema collettivistico tale uguaglianza rappresenta una mera identità.»
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione, p. 6)
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione [Competition, collectivism and planning], p. 6)
3/20«Pareto and Barone posit, in formal terms within the economic theory, an identification between the competition and the collectivist systems, but this identification is imprecise.
In the competition system, individuals maximize their ophelimity functions by modifying their subjective distribution of consumer goods through the exchange. In the collectivist system, instead, the needs to be satisfied are common to all individuals, and the extent to which these needs are satisfied (compatibly with the resources available) is established by unanimous agreement among all subjects. In the collectivist system, the quantities to be produced and to be consumed are determined a priori and, hence, are a datum. Therefore, the problem of consumer equilibrium does not exist for single individuals in a collectivist system. This problem only becomes meaningful when referred to one individual in relation to a set of other individuals with different ophelimity functions who maximize these functions through exchange transactions.» IT
Original text
«L’identificazione, operata da Pareto e Barone sul piano formale della teoria economica, tra sistema della concorrenza e sistema collettivistico, risulta quindi inesatta.Nel sistema della concorrenza i soggetti massimizzano le proprie funzioni di ofelimità modificando la distribuzione personale dei beni di consumo mediante lo scambio; mentre nel sistema collettivistico i bisogni che devono essere soddisfatti sono bisogni comuni a tutti i soggetti e la misura in cui essi debbono essere soddisfatti (compatibilmente con le risorse disponibili) è stabilita sulla base dell’accordo comune di tutti i soggetti.
Nel sistema collettivistico le quantità che debbono essere prodotte e consumate sono determinate a priori e costituiscono quindi un dato. Perciò in tale sistema non esiste per i singoli soggetti il problema dell’equilibrio del consumatore. Questo problema acquista significato solo se riferito a un soggetto considerato in relazione a un insieme di altri soggetti i quali abbiano funzioni di ofelimità differenti e massimizzino tali funzioni mediante operazioni di scambio.»
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione, p. 10-11)
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione [Competition, collectivism and planning], p. 10-11)
4/20«From the sociological perspective, referring to an isolated individual is meaningless even if, as shown, the isolated individual and the pure collectivist system are equivalent from an economic perspective. The analysis of the differences between the two systems from a sociological perspective brings us back to the distinction between conjunct interrelation and disjunct interrelation between interests.» IT
Original text
«È evidente che dal punto di vista sociologico ogni riferimento al soggetto isolato è privo di significato, sebbene, come abbiamo dimostrato, soggetto isolato e sistema collettivistico puro siano equivalenti dal punto di vista economico. L’analisi delle differenze tra i due sistemi dal punto di vista sociologico ci riconduce alla distinzione tra interrelazione congiunta e interrelazione disgiunta degli interessi.»
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione, p. 11)
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione [Competition, collectivism and planning], p. 11)
5/20«From the sociological perspective, we can characterize the competition and the collectivist systems by considering two different types of relations between the individuals’ interests. The first type is the conjunct interrelation, such that each individual has not only an interest in satisfying its scale of needs but also an interest in all other individuals satisfying their scales of needs (which implies identity in the scales of needs). The second type is the disjunct interrelation, such that individuals have scales of needs different from each other, and each individual tries to satisfy its needs regardless of whether the other individuals can satisfy theirs.» IT
Original text
«Possiamo caratterizzare pertanto il sistema della concorrenza e il sistema collettivistico, dal punto di vista sociologico, prendendo in considerazione due diversi tipi di relazioni tra gli interessi dei soggetti: il primo tipo è quello della interrelazione congiunta, per cui ogni soggetto non solo ha interesse a soddisfare la propria scala di bisogni ma ha anche interesse a che tutti gli altri soggetti soddisfino le loro scale di bisogni (e ciò implica una identità delle scale di bisogni); il secondo tipo è quello della interrelazione disgiunta, per cui i soggetti hanno scale di bisogni differenti e ciascuno cerca di soddisfare i propri bisogni prescindendo dal fatto che gli altri soggetti possano soddisfarli o meno.»
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione, p. 12)
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione [Competition, collectivism and planning], p. 12)
6/20«In investigating the social bases of the exchange system, we considered the type of relation between the interests of two individuals engaged in exchanging goods or services. A second facet should be analyzed, which is equally important to provide a sociological characterization of the exchange system. This second facet is the competition. Exchange refers to the activity carried out by the individuals who give goods (services) and receive other goods (services), so that the individual ophelimities are maximized. Competition refers instead to the activity carried out by producers, each of whom considers the other producers’ behavior. [...] The analysis of the latter relation will show the second social foundation of the exchange system.» IT
Original text
«Nella ricerca dei presupposti sociali del sistema di scambio ci siamo limitati a considerare il tipo di relazione che intercorre tra gli interessi di due soggetti che scambiano beni. Vi è però un secondo aspetto, ugualmente importante ai fini della caratterizzazione sociologica del sistema dello scambio, che deve essere esaminato. Questo secondo aspetto è quello della concorrenza. Lo scambio si riferisce all’attività dei soggetti i quali cedono beni e ne ricevono altri in modo che le ofelimità individuali siano massimizzate. La concorrenza si riferisce invece all’attività dei produttori, ciascuno dei quali agisce tenendo presente il comportamento degli altri produttori. [...] L’analisi di questa relazione ci fornirà il secondo fondamento sociale del sistema dello scambio.»
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione, p. 29)
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione [Competition, collectivism and planning], p. 29)
7/20«We have seen that in the collectivist system, the activity of the producer state rests on a set of conjunctly interrelated interests. It means that in such a system, every possible interaction between individuals always implies a conjunct interrelation of interests. We have seen that, on the contrary, in the exchange system, all possible interactions always entail interests disjunctly interrelated. The collectivist system and the exchange system, so defined, are two extreme cases.» IT
Original text
«Abbiamo visto che nel sistema collettivistico l’azione dello stato come produttore si fonda su un insieme di interessi interrelati in modo congiunto. Ciò significa che in tale sistema ogni possibile interazione tra soggetti implica sempre interessi congiunti. Al contrario, nel sistema dello scambio si è visto come tutte le possibili interazioni implicano sempre interessi interrelati in modo disgiunto. Il sistema collettivistico e il sistema dello scambio, così definiti, costituiscono due casi limite.»
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione, p. 37)
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione [Competition, collectivism and planning], p. 37)
8/20«It is possible to define a third type of system by assuming the existence of a set of conjunctly interrelated interests (identical for all subjects) and the existence of further interests, identical or different among subjects, which may be disjunctly or conjunctly interrelated but do never involve all subjects (if this were the case, then these interests would belong to the first set). We call this third type a mixed system.» IT
Original text
«Un terzo tipo di sistema può essere definito facendo l’ipotesi che vi sia un insieme di interessi (identici per tutti i soggetti) i quali siano interrelati in modo congiunto e che inoltre i soggetti abbiano altri interessi, identici o differenti, tra i quali possano stabilirsi interrelazioni disgiunte o anche congiunte, ma senza che queste ultime coinvolgano tutti i soggetti (poiché se così fosse tali interessi apparterrebbero al primo insieme). Chiamiamo sistema misto questo terzo tipo di sistema.»
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione, p. 37)
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione [Competition, collectivism and planning], p. 37)
9/20«In the mixed system, the public administration performs the same function, limited to the sphere of conjunctly interrelated interests, as the central planning office in the collectivist system with reference to all the individuals’ interests (which are the same for all individuals and are all conjunctly interrelated). Some examples of activities by the public administration are so-called public services production and the organization of justice.
The activity by the public administration should not be confused with the activity by the producer state, oriented towards exchanging goods or services.» IT
Original text
«Limitatamente alla sfera degli interessi congiunti la pubblica amministrazione svolge nel sistema misto la stessa funzione che l’ufficio centrale della pianificazione svolge nel sistema collettivistico con riferimento a tutti gli interessi dei soggetti (che sono gli stessi per tutti i soggetti e tutti interrelati in modo congiunto). Esempi di attività svolte dalla pubblica amministrazione sono la produzione dei cosiddetti servizi pubblici e l’organizzazione della giustizia.
L’attività della pubblica amministrazione non deve essere confusa con l’attività dello stato diretta a produrre beni per lo scambio.»
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione, pp. 37-38)
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione [Competition, collectivism and planning], pp. 37-38)
10/20«The existence of a common and interrelated interest in the state producing a given good or service does not imply the existence of a conjunct interrelation as to the need satisfiable through that good. Conversely, if the latter interrelation exists, the former interrelation must also exist.
When both interrelations exist, the state activity takes the form of public-administration activity aimed at producing goods and services which are not subject to exchange. Here, all individuals have a particular need, and a conjunct interrelation related to that need takes place, such that the need is satisfied directly by all individuals through the state activity, with no exchange between the single individuals and the state.» IT
Original text
«L’esistenza di un interesse comune e interrelato a che un dato bene sia prodotto dallo stato non implica l’esistenza di una interrelazione congiunta concernente il bisogno che può essere soddisfatto da quel bene. Al contrario, se esiste quest’ultima interrelazione è evidente che deve sussistere anche la prima.
Quando sussistono entrambe le interrelazioni l’attività dello stato si configura come attività della pubblica amministrazione volta alla produzione di beni e servizi che non sono oggetto di scambio. In questa ipotesi tutti i soggetti hanno un certo bisogno e relativamente a questo esiste una interrelazione congiunta, per cui il bisogno è soddisfatto da tutti i soggetti direttamente attraverso l’attività dello stato, senza cioè che si attui uno scambio tra i singoli soggetti e lo stato. »
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione, pp. 39-40)
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione [Competition, collectivism and planning], pp. 39-40)
11/20«In summary, we can distinguish:
(a) a private sector, characterized by the production of goods and services object of exchange, carried out by individuals; (b) a public sector, characterized by the production of goods and services object of exchange, carried out by the state (be it monopolist or not); (c) a public administration sector, characterized by the production of goods and services carried out by the state, which is not an object of exchange, as it satisfies those needs common to all individuals and in relation to which a conjunct interrelation exists.» IT
Original text
«Riassumendo possiamo distinguere:
(a) un settore privato, caratterizzato dal fatto che la produzione di beni e servizi per lo scambio è posta in essere da soggetti singoli; (b) un settore pubblico, caratterizzato dal fatto che la produzione di beni e servizi per lo scambio è posta in essere dallo stato (monopolista o no); (c) un settore della pubblica amministrazione, caratterizzato dal fatto che la produzione di beni e servizi è effettuata dallo stato e non è diretta allo scambio, in quanto soddisfa bisogni che sono comuni a tutti i soggetti e relativamente ai quali sussiste una interrelazione congiunta.»
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione, p. 40)
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione [Competition, collectivism and planning], p. 40)
12/20«Once the economic and sociological differences between the exchange and the collectivist systems have been clarified, it is necessary to analyze the concept of planning, the meaning of which is commonly identified with the collectivist system. This identification originates many pseudo-problems, which led some economists to think that economic theory, in Walras's formulation, has insurmountable contradictions which (according to those economists) could only be eliminated by reformulating the whole theory in completely new terms.
The difficulties of the Walrasian theory can all be related to the impossibility of coherently explaining capital accumulation.» IT
Original text
«Una volta chiarite le differenze sul piano economico e sociologico tra sistema dello scambio e sistema collettivistico si rende necessaria una analisi del concetto di pianificazione, il cui significato è generalmente identificato con quello di sistema collettivistico. Questa identificazione costituisce l’origine di numerosi pseudo-problemi, i quali hanno indotto alcuni economisti a ritenere che la teoria economica, così come è stata formulata da Walras, presenti contraddizioni insuperabili; contraddizioni che – secondo questi economisti – potrebbero essere eliminate solo riformulando in termini completamente nuovi l’intera teoria economica.
Le difficoltà della teoria walrasiana possono essere tutte ricondotte alla impossibilità di questa teoria di fornire una spiegazione coerente della accumulazione di capitale.»
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione, p. 40)
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione [Competition, collectivism and planning], p. 40)
13/20«Let us consider a collectivist system. The individuals can, by mutual agreement, either delay the satisfaction of their needs and allocate part of the resources to the manufacture of new means of production or allocate all the resources to satisfy their needs. In the first case, the collectivist system does planning; in the second, it reintegrates (replenishes) itself sine die. It follows that planning is not an inherent feature of the collectivist system (even if planning occurs historically in collectivist systems). The fundamental feature of the collectivist system is not the planning activity but, as we have highlighted, the complete conjunct interrelation between the individuals’ interests.» IT
Original text
«Consideriamo un sistema collettivistico. I soggetti possono di comune accordo effettuare un differimento del soddisfacimento dei bisogni nel tempo e destinare una parte delle risorse alla costruzione di nuovi mezzi di produzione, oppure possono decidere (sempre di comune accordo) di impiegare tutte le risorse per soddisfare i bisogni. Nel primo caso il sistema collettivistico pianifica, nel secondo caso reintegra se stesso indefinitamente. Da ciò consegue che l’attività pianificatrice non è una caratteristica essenziale del sistema collettivistico (anche se storicamente la pianificazione si ritrova nei sistemi collettivistici). La caratteristica fondamentale del sistema collettivistico non è perciò l’attività pianificatrice ma, come abbiamo messo chiaramente in evidenza, l’interrelazione congiunta e totale degli interessi del soggetti.»
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione , p. 41)
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione [Competition, collectivism and planning], p. 41)
14/20«Walras-Pareto’s theory cannot provide any planning schema applicable in practice, as it only defines efficiency for the production activity, regardless of whether or not there is accumulation. When Pareto and Barone maintain that, in the collectivist system, the production is organized according to efficiency principles identical to those valid for private enterprises in the exchange system, they prescind from the fact that there is accumulation in the collectivist system or not. They do not explain accumulation because the accumulation problem is not relevant to economics, given that it pertains to cumulative dynamics.» IT
Original text
«La teoria di Walras-Pareto non può fornire alcuno schema di pianificazione applicabile nella pratica, in quanto essa fornisce soltanto una definizione dell’efficienza per l’attività produttiva prescindendo dal fatto che vi sia o non vi sia accumulazione. Quando Pareto e Barone affermano che la produzione nel sistema collettivistico è organizzata secondo principi di efficienza identici a quelli validi per l’impresa privata nel sistema dello scambio, essi prescindono totalmente dal fatto che nel sistema collettivistico vi sia accumulazione o meno. Essi non spiegano l’accumulazione poiché questo problema non è rilevante per l’economia, in quanto concerne la dinamica cumulativa.»
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione, p. 42)
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione [Competition, collectivism and planning], p. 42)
15/20«Based on these elucidations, the failure of classical theory to provide a satisfactory explanation of economic phenomena is understandable. This failure is due to the fact that the classical theory is an attempt to explicate cumulative dynamics; therefore, the real scientific problem of economics, which is the explication of economic action, is a problem unknown to classical economists. Economics as a science was born only when the problem of cumulative dynamics of capital was abandoned and the problem of defining economic behavior was approached.» IT
Original text
«Sulla base di queste precisazioni appare quindi comprensibile l’insuccesso della teoria classica nel fornire una esplicazione soddisfacente dei fenomeni economici. Insuccesso dovuto al fatto che la teoria classica è un tentativo di esplicare la dinamica cumulativa; per cui l’effettivo problema scientifico dell’economia, cioè l’esplicazione dell’azione economica, è un problema sconosciuto agli economisti classici. Solo con l’abbandono del problema della dinamica cumulativa del capitale, e con l’impostazione del problema della definizione del comportamento economico, nasce l’economia come scienza. »
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione, p. 44)
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione [Competition, collectivism and planning], p. 44)
16/20«What economics cares about is establishing the laws that guide human action when, given certain resources, an individual tries to satisfy a given set of needs. Only by posing the problem in these terms, and regardless of the fact that the content and the number of those needs change continuously, is it possible to attain “scientific” economic laws, even if not operational ones. [...]
The choice criterion for shifting from an indefinite development process of needs to a determined structure of needs is given by an individual action, which postulates a structure of needs. It means that the scientific explication of the economic action must always assume a structure of needs as a datum and a set of limited resources through which it is possible to satisfy these needs.» IT
Original text
«Ciò che alla economia importa stabilire sono le leggi che guidano l’azione umana quando, date certe risorse, un soggetto cerca di soddisfare un dato insieme di bisogni. Solo impostato in questo modo il problema, e prescindendo dal fatto che il contenuto e il numero dei bisogni si modificano continuamente, è possibile pervenire a leggi economiche "scientifiche", anche se non di tipo operativo. [...]
Il criterio di scelta per passare dal processo di indefinito sviluppo dei bisogni a una struttura determinata di bisogni è dato dall’attività del soggetto che postula una struttura di bisogni. Ciò significa che l’esplicazione in termini scientifici dell’azione economica deve sempre postulare una struttura dei bisogni assunta come un dato e un insieme di risorse limitate mediante le quali è possibile soddisfare quei bisogni.»
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione, p. 45)
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione [Competition, collectivism and planning], p. 45)
17/20«As previously noted, apart from the differences in the way consumption and production are determined in the collectivist system versus the exchange system, the efficiency conditions for production are the same in both systems. It is the first concept of efficiency, which can be summed up in the principle of minimum cost. It is worth clarifying that the definition of efficiency in the first sense can only be given within the Walrasian theory and not the Leontief model.» IT
Original text
«Come abbiamo precedentemente rilevato, a parte le differenze relative al modo in cui il consumo e la produzione sono determinati nel sistema collettivistico rispetto al sistema dello scambio, le condizioni di efficienza per la produzione sono le stesse nei due sistemi. Si tratta, in questo caso, del primo concetto di efficienza che si riassume nel principio del minimo costo. Ora è importante precisare che la definizione di efficienza nel primo senso può essere data solo nell’ambito della teoria walrasiana e non nell’ambito del modello di Leontief.»
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione, p. 46)
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione [Competition, collectivism and planning], p. 46)
18/20«The construction of models like the Leontief’s relates to the need, which emerged historically, to give an interpretation of the collectivist system. Hence, the Leontief model does not leave behind the Walrasian theory, but it is simply a schema that interprets a reality other than the competition one. The common element between the two schemata is the efficiency principle for production, which takes the same form in both. However, the different approach to consumption expresses the difference in the social structures to which the two systems can be referred. Only seemingly, the Leontief model contains no hypotheses about social structures. In point of fact, if one wants to use it as an explanatory schema, then the assumption that consumption is given shows, from the sociological perspective, the existence of a complete conjunct interrelation between the individuals’ interests.» IT
Original text
«La costruzione di modelli come quello di Leontief è connessa all’esigenza, che storicamente si è venuta formando, di dare una interpretazione del sistema collettivistico. Perciò il modello di Leontief non costituisce un superamento della teoria walrasiana, ma semplicemente uno schema che interpreta una realtà diversa da quella della concorrenza. L’elemento comune ai due schemi è costituito dalla formulazione del principio di efficienza per la produzione che assume in entrambi la stessa forma. Ma la diversità di impostazione relativa al consumo esprime la differenza nelle strutture sociali cui i due sistemi possono essere riferiti. Solo apparentemente il modello di Leontief non contiene alcuna ipotesi concernente le strutture sociali. In realtà, se lo si vuole utilizzare come schema esplicativo, allora l’assunzione che il consumo sia dato riflette dal punto di vista sociologico l’esistenza di una interrelazione congiunta totale degli interessi dei soggetti.»
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione, pp. 46-47)
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione [Competition, collectivism and planning], pp. 46-47)
19/20«In the exchange system (given the disjunct interrelation), consumption is a function of prices (the demand is distinct from the supply). In the collectivist system (given the conjunct interrelation), consumption is an a priori datum determined by a unanimous decision of all individuals. In the latter case, it is also possible to consider a deferral of consumption and, therefore, an accumulation pertaining to the system. [...]
However, it should be understood that the Leontief model in no way explains capital accumulation. It takes into consideration a time distribution for accumulation and formulates compatibility conditions for the whole system, but it does not explain why and how capital accumulates.» IT
Original text
«Nel sistema dello scambio, data l’interrelazione disgiunta, i consumi risultano funzioni dei prezzi (la domanda è distinta dall’offerta); nel sistema collettivistico, invece, data l’interrelazione congiunta, il consumo è un dato a priori fissato mediante una decisione unitaria di tutti i soggetti. In quest’ultimo caso è possibile prendere in considerazione anche un differimento dei consumi e quindi una accumulazione riferita al sistema. [...]
Deve però risultare chiaro che il modello di Leontief in nessun modo fornisce una esplicazione dell’accumulazione di capitale. Esso si limita a prendere in considerazione una distribuzione temporale dell’accumulazione e a formulare condizioni di compatibilità per l’intero sistema, ma non spiega perché e come il capitale si accumula.»
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione, pp. 48)
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione [Competition, collectivism and planning], pp. 48)
20/20«In conclusion, the Walrasian system and the Leontief model have in common an efficiency principle, but they differ in the assumptions about consumption. The Walrasian theory implicitly assumes a disjunct interrelation and, hence, a separation between the consumption and production aspects. The Leontief model implicitly refers to a system characterized by a conjunct interrelation, where consumption is determined a priori, and no separation exists between the consumption and the production aspects. Thus, within the Leontief model is possible to take into account capital formation, that is, an accumulation pertaining to the system.
Therefore, the two models presuppose a precise reference to the institutional framework, as each implicitly contains a hypothesis about the interrelation between interests.» IT
Original text
«In conclusione il sistema walrasiano e il modello di Leontief hanno in comune un principio di efficienza ma differiscono nelle ipotesi relative al consumo. La teoria walrasiana ipotizza implicitamente una interrelazione disgiunta e quindi una separazione tra l’aspetto del consumo e quello della produzione. Il modello di Leontief si riferisce implicitamente a un sistema con interrelazione congiunta in cui il consumo è determinato a priori e non esiste separazione tra l’aspetto del consumo e quello della produzione. Nell’ambito di questo modello è quindi possibile prendere in considerazione la formazione di capitale, e cioè l’accumulazione, come riferita al sistema.
I due modelli presuppongono quindi un riferimento preciso al quadro istituzionale, poiché ciascuno contiene implicitamente una ipotesi relativa alla interrelazione degli interessi.»
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione, pp. 48-49)
(G. Bolacchi, Concorrenza, collettivismo e pianificazione [Competition, collectivism and planning], pp. 48-49)