«The problems of development fall within a border area between economics and the other social “sciences,” such as sociology and psychology. […]
When the border areas are not precisely delimited, they tend to turn into no-man’s lands on which the adopters of the various knowledge paradigms try to impose their dominion, giving rise to a multiplicity of explanations devoid of the characteristic attributes of scientific explication. These explanations, often based on overt or latent forms of methodological anarchism (which are more frequent on the sociological and psychological side), have slowed down the systematization of the studies on development so far. Such studies are important not only on the level of knowledge but also because they directly influence the social and economic context and the public intervention policies. These policies have otherwise to take place without intersubjective reference points, although only the latter could rationalize the short-term propensities of conflicting social and political groups.»
«Public development policies are all the more effective the more correctly they identify constraints and obstacles, leveraging strategic variables that are truly functional to development and economic growth. Nevertheless, almost all typologies of public interventions for development, from the customary ones based on localization or management incentives to the most recent ones focused on technological progress and innovation, neglect social variables. It is argued that operating on economic variables through intervention policies perforce implies a change in social variables. However, no scientific theory supports this hypothesis, which is constantly falsified by facts and contradicts the very postulates and the logical structure of economic analysis.» IT
Original text
Le zone di confine, quando non sono delimitate con precisione, tendono a trasformarsi in terre di nessuno sulle quali gli utilizzatori dei vari paradigmi conoscitivi tentano di imporre il proprio predominio, dando origine a una molteplicità di spiegazioni prive delle connotazioni tipiche dell’esplicazione scientifica. Queste spiegazioni, spesso fondate su forme palesi o latenti di anarchismo metodologico (più frequenti sul versante sociologico e psicologico), hanno finora rallentato una sistematizzazione degli studi sullo sviluppo, importanti non solo sul piano conoscitivo, ma anche perché incidono in modo diretto sul contesto sociale ed economico e sulle politiche pubbliche di intervento, costrette a muoversi altrimenti senza punti di riferimento intersoggettivi, gli unici in grado di razionalizzare le propensioni a breve di gruppi sociali e politici in conflitto.»
«Le politiche pubbliche di sviluppo sono tanto più incisive ed efficaci, quanto meglio e più correttamente riescono a individuare vincoli e ostacoli, facendo leva su variabili strategiche realmente funzionali rispetto allo sviluppo e alla crescita economica. Di fatto, però, tutte le tipologie di intervento pubblico per lo sviluppo, da quelle tradizionali fondate su incentivi di localizzazione o di gestione, a quelle più recenti centrate sul progresso tecnologico e sulla innovazione, trascurano le variabili sociali. Si ritiene infatti che la operativizzazione di variabili economiche mediante politiche di intervento implichi necessariamente una modificazione delle variabili sociali. Ipotesi questa che non è sostenuta da alcuna teoria scientifica, che è costantemente falsificata dai fatti e che contraddice gli stessi postulati e la struttura logica dell’analisi economica.»
(Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, pp. 69, 75)
(Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], pp. 69, 75)
Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici
[Development Policies, Innovation, Science Parks]
[Development Policies, Innovation, Science Parks]
Premessa [Introduction]
Parte prima. I problemi dello sviluppo: variabili economiche e variabili sociali.
[Part 1. The problem of development: economic and social variables]
- Alcune problematiche dello sviluppo in ambito economico
[Some development issues in the context of economics] - Il progresso tecnologico e l’innovazione.
[Technical progress and innovation] - L’innovazione e le pre-condizioni dello sviluppo.
[Innovation and the pre-condition for development] - Anomalie economiche e sociali del mercato e squilibri nella dinamica dell’innovazione.
[Economic and social market anomalies and imbalances in the innovation dynamics]
Parte seconda. L’esplicazione del Parco scientifico e tecnologico nell’ambito degli interventi pubblici orientati alla gestione del processo di innovazione.
[Part 2. Science parks in the context of the public interventions oriented towards innovation process]
- Le definizioni descrittive del concetto di Parco.
[Descriptive definitions of the concept of science park] - Il Parco come infrastruttura puntuale con obiettivi di sviluppo.
[Science parks as punctual infrastructures with development objectives]
Parte terza. Il ruolo del Parco nei sistemi di mercato sviluppati e industrializzati.
[Part 3. Science parks in developed and industrialized market systems]
- Le esternalità derivanti dall’attività di ricerca e sviluppo.
[Externalities from R&D activities] - L’effetto di spiazzamento e il rendimento sociale delle risorse pubbliche.
[The crowding-out effect and the social rate of return of public resources] - L’intervento pubblico in materia di ricerca e sviluppo e la salvaguardia delle regole del mercato.
[Public interventions in R&D and the safeguarding of market rules]
Parte quarta. Il ruolo del Parco nei sistemi socio-economici in via di sviluppo.
[Part 4. Science parks in developing socio-economic systems]
- L’attivazione delle pre-condizioni dello sviluppo.
[Activating the pre-conditions for development] - L’investimento in capitale umano innovativo in funzione dello sviluppo.
[The investment on innovative human capital for development] - La formazione di capitale umano e la cultura dell’innovazione.
[The formation of human capital and the culture of innovation] - Le esternalità derivanti dall’attività formativa e il rendimento sociale della spesa pubblica.
[Externalities from educational and training activities and the social rate of return of public expenditure] - Tipologie di Parco con effetti indotti negativi nelle aree in via di sviluppo.
[Typologies of science parks with induced negative effects on developing areas]
Appendice. Il ruolo del Parco nell’ambito del Programma Operativo Regionale della Sardegna.
[Appendix. The role of the science park in the Sardinia’s Regional Operational Program]
Akerlof G.A., An Economic Theorist’s Book of Tales, Cambridge U.P., 1984
Arrow K.J., I limiti dell’organizzazione, Il Saggiatore, Milano, 1986
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Bolacchi G., Il concetto di organizzazione secondo il paradigma scientifico, in U. Colombo, G. Lanzavecchia (a cura di), Dalla tribù alla conquista dell’universo, Libri Scheiwiller, Milano, 2000
Clark C., Il mito dello sviluppo economico (Growthmanship), Giuffrè, Varese, 1962
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Herrnstein R.J., The Matching Law, edited by H. Rachlin, D.I. Laibson, Harvard U.P., 1997
Hirschman A.O., La strategia dello sviluppo economico, La Nuova Italia, Firenze, 1978
Hirschman A.O., Lealtà, defezione, protesta, Bompiani, Milano, 1982
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White H.C., Markets from Network: Socioeconomic Models of Production, Princeton U.P., 2001
Williamson O.E., L’organizzazione economica, Il Mulino, Bologna, 1991
Short excerpts
1/33«Economics, starting from the mid-nineteenth century, became independent of political philosophy. It constructed a language characterized by the same mathematical syntax of the natural sciences, even if it presents explanatory difficulties in terms of dynamics and the semantic interpretation of its postulates. The social sciences are still moving in a muddle in which ideological positions, poor methodological understanding, in short, manifest or latent prejudices towards science applied or applicable to humans, prevent a systematization that alone could justify a dialogue with economics.» IT
Original text
«L’economia, sin dalla metà del secolo XIX, si è resa autonoma dalla filosofia politica, costruendo un linguaggio che usa la stessa sintassi matematica delle scienze naturali, anche se presenta difficoltà esplicative sul piano della dinamica e con riferimento all’interpretazione semantica dei propri postulati. Le scienze sociali si muovono, tuttora, in un groviglio nel quale posizioni ideologiche, scarso approfondimento metodologico, in sintesi pregiudizi manifesti o latenti nei confronti della scienza applicata o applicabile all’uomo, ne impediscono una sistematizzazione che sola potrebbe legittimare un dialogo con l’economia.»(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, pp. 69-70)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], pp. 69-70)
2/33«Unlike economic growth models, so-called development theories contain an amalgam of social and economic variables, negatively affected by the latent assumption of a presumed causal relation between the two types of variables or, more often, of an unspecified, vague interdependence between them.
More properly, economic growth models attempt to make social (cultural) variables endogenous by explaining them in strictly economic terms (as may be done for every behavioral repertoire), i.e., by transforming social variables from social predicates into economic predicates.» IT
Original text
«A differenza dei modelli di crescita economica, quelle che genericamente vengono chiamate teorie dello sviluppo contengono un amalgama di variabili sociali ed economiche, nel quale incide negativamente il presupposto latente di una presunta relazione causale, o più spesso il presupposto di una interdipendenza non meglio precisata, tra i due tipi di variabili.
Più correttamente, i modelli di crescita economica tentano di endogenizzare le variabili sociali (culturali) esplicandole, come può essere fatto per tutti i repertori di comportamenti, in termini strettamente economici, cioè trasformandole da predicati sociali in predicati economici.»
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 71)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 71)
3/33«The concept of technical progress within the social “sciences” is entirely different from the concept used within economic models. In the social “sciences” field, it expresses technological innovation, which is a function of given social variables (such as forms of learning and teaching, educational processes, generalized scientific reinforcers in the social context, reference groups, science-oriented mass media) and, in turn, can be an independent variable in relation to other social variables. In economic models, it simply expresses a form of investment in learning by doing, in the production of new knowledge (by sacrificing a share of consumption), or in processes directly oriented to human capital. Making technical progress endogenous to economic language means, in general, turning it into investment.» IT
Original text
«Il concetto di progresso tecnico usato nell’ambito delle “scienze” sociali è del tutto diverso da quello usato nei modelli economici. Nel primo caso esso esprime l’innovazione tecnologica, è funzione di certe variabili sociali (quali tipologie di apprendimento e insegnamento, processi educativi, rinforzatori scientifici generalizzati nella società, gruppi di riferimento, mezzi di comunicazione orientati alla scienza) e a sua volta può essere variabile indipendente rispetto a qualche altra variabile sociale. Nel secondo caso, essa esprime semplicemente una forma di investimento effettuata mediante learning by doing, oppure mediante la produzione di nuove conoscenze (sacrificando una quota di consumi), oppure mediante processi che operano direttamente sul capitale umano. Rendere il progresso tecnico endogeno al linguaggio economico significa trasformarlo, in generale, in investimento.»(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 71)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 71)
4/33«Given the postulate of disjunction, it can be stated, using a language to be explained (explicandum) and not a scientific explicative language (explicatum), that the social variables, and social development in general, are a precondition (or a prerequisite) for economic growth. In fact, it follows from the postulate of disjunction that social (cultural) variables are not causes of economic growth, but necessary (even if not sufficient) conditions for economic growth (which depends on economic variables).» IT
Original text
«Tenendo presente il postulato di disgiunzione si può dire, usando un linguaggio da esplicare (explicandum) e non un linguaggio esplicativo scientifico (explicatum), che le variabili sociali sono una pre-condizione (o un pre-requisito) della crescita economica e, in generale, che lo sviluppo sociale è una pre-condizione della crescita economica. Dal postulato di disgiunzione consegue infatti che le variabili sociali (culturali) non sono cause della crescita economica, ma condizioni necessarie, seppur non sufficienti, perché questa crescita, che dipende esclusivamente da variabili economiche, si realizzi.»(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 71)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 71)
5/33«C. Clark (Growthmanship: a study in the mythology of investment) [...] takes into consideration cultural variables (what he names human factors) as exogenous variables with respect to economic variables expressed in a (neoclassical) logic of market competition. However, a restrictive connotation is given to these exogenous variables, given the assumption that that they can progress only at a relatively slow, albeit uniform, pace and that any action aimed at abruptly forcing that pace does risk wasting resources and slowing it down. It means society (like the market) should have its own internal dynamics guaranteeing the equilibrium, and the latter would be reachable spontaneously.
Clark’s notion that it is possible to extend equilibrium dynamics to human factors, i.e., to cultural variables (exogenous with respect to economic variables), is still very popular, even if it rests on a false generalization that does not distinguish between exchange and market interactions (the subject of economic analysis) and other and different types of social interaction.» IT
Original text
«Nel testo di C. Clark (Il mito dello sviluppo economico. Growthmanship) [...] le variabili culturali (che Clark chiama i fattori umani) sono prese in considerazione come variabili esogene rispetto alle variabili economiche esplicate in una logica (neoclassica) di mercato concorrenziale. Ma a queste variabili esogene viene data una connotazione restrittiva, in quanto si suppone che le stesse "possano progredire solamente a un ritmo relativamente lento, seppure uniforme" e che qualsiasi azione intesa a forzare questo ritmo in modo brusco conduce probabilmente a sprechi di risorse e può rallentarlo. Questo significa che la società (come il mercato) dovrebbe possedere una propria dinamica interna, che ne garantirebbe l'equilibrio, raggiungibile spontaneamente.
L’idea che la dinamica dell’equilibrio possa essere estesa ai fattori umani, cioè alle variabili culturali (esogene rispetto alle variabili economiche), espressa da Clark , è tuttora molto comune anche se è fondata su una falsa generalizzazione, che non distingue tra le interazioni di scambio e di mercato oggetto dell’analisi economica e le altre e diverse tipologie di interazione sociale.»
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 73)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 73)
6/33«Clark’s perspective is proposed again by Hirschman (The strategy of economic development), with closer attention to social variables. However, the limitations of all these analyses remain. As a matter of fact, although a distinction between cultural (socio-psychological) variables from economic variables is made, it is not based on a more abstract unitary paradigm that subsumes the two subsets (one referring to economic behaviors and the other referring to socio-psychological behaviors), but rather on the assumption that everything that cannot be traced back within the domain of economic concepts is residually considered sociological or psychological.»
«In a later work, Hirschman (Exit, Voice, and Loyalty) attempts to formulate a unitary paradigm [...]. However, the framework he proposes (which in this book is broader) remains ambiguous and generic, being social facts defined as forces external to the market, i.e., as a complement to the set of market forces.» IT
Original text
«Il punto di vista di Clark viene riproposto da Hirschman (La strategia dello sviluppo economico), con maggiore attenzione verso le variabili sociali. Permangono comunque i limiti di tutte le analisi di questo tipo, nelle quali le variabili culturali (socio-psicologiche) vengono sì distinte dalle variabili economiche, ma la distinzione è operata non in base a un paradigma unitario più astratto entro il quale possono essere ricompresi i due sub-insiemi (quello dei comportamenti economici e l’altro dei comportamenti socio-psicologici), quanto piuttosto in base a un assunto di residualità per cui tutto ciò che non si riesce a far rientrare nell’ambito dei concetti economici viene considerato sociologico o psicologico.»
«In una successiva ricerca, che costituisce un tentativo di formulare un paradigma unitario [...] , lo schema di riferimento di Hirschman (Lealtà, defezione, protesta), pur essendo in questo libro più ampio, resta ambiguo e generico, in quanto i fatti sociali sono definiti come forze esterne al mercato, cioè come complemento dell’insieme delle forze di mercato.»
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, pp. 73; 75)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], pp. 73; 75)
7/33«In the classic expression by Rosenberg, technological progress still represents a “black box” not yet fully explored. Nevertheless, the close interconnection between technological dynamics and innovation cannot be denied: technological progress is such as it incorporates and expresses a set of innovative activities.» IT
Original text
«Quantunque il progresso tecnologico costituisca ancora, secondo la classica espressione di N. Rosenberg, una “scatola nera” che non è stata compiutamente esplorata, non può essere negata la stretta interconnessione esistente tra la dinamica tecnologica e l’innovazione: il progresso tecnologico è tale in quanto incorpora ed esprime un insieme di attività innovative.»(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 75)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 75)
8/33«N. Rosenberg (Perspectives on technology; Inside the black box: technology and economics) shows how technological research activity and innovation occur at all stages of industrial production, overcoming the Schumpeterian perspective on innovation as a unique and unrepeatable act. The latter reflects a point of view on scientific progress that favors the moment of the great theoretical systematizations or the related great discoveries rather than the subsequent moments of slow and continuous expansion of technology through the progressive widening of its borders to increasingly specific fields of application.
Major innovations have a character of generality that, by definition, overshadow the multiple analytical contents, which must be progressively recovered through a continuous expansion of the more abstract research towards operational-type experimental fields. The progressive analyticity of the fields of application of science and technology identifies the flexible boundary between a more abstract area of research, which could be defined as pure science, and a much more analytical, specific and sectorialized area of research, which could be defined as applied science (or technology) and that is susceptible to operational insertion into the productive combination.» IT
Original text
«Rosenberg (Le vie della tecnologia; Dentro la scatola nera: tecnologia e economia) mostra come l'attività di ricerca tecnologica e con essa l'innovazione si manifestino in tutte le fasi della produzione industriale, superando il punto di vista schumpeteriano dell'innovazione intesa come atto unico e irripetibile, il quale risente di una visione del progresso scientifico che privilegia il momento delle grandi sistematizzazioni teoriche o delle grandi scoperte ad esso connesse, rispetto ai successivi momenti di lenta e continua espansione della tecnologia attraverso il progressivo allargamento dei propri confini a campi sempre più specifici e applicativi.
La grande innovazione ha un carattere di generalità che ne mette in ombra, per definizione, i molteplici contenuti analitici, i quali debbono essere progressivamente recuperati mediante un continuo allargamento della ricerca più astratta verso campi sperimentali di tipo operativo. La progressiva analiticità dei campi di applicazione della scienza e della tecnologia individua il confine, flessibile, tra una parte della ricerca più astratta, che potrebbe essere definita come scienza pura, e una parte della ricerca molto più analitica, specifica e settorializzata, che potrebbe essere definita come scienza applicata o tecnologia e che è suscettibile di inserimento operativo nella combinazione produttiva.»
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, pp. 78-79)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], pp. 78-79)
9/33«Characterizing the innovative process as a continuum means considering innovation as an entrepreneurial core activity, a modality typical of physical (technological) capital and human (organizational) capital. In advanced societies, physical and human capital are combined in the enterprise not in purely repetitive terms but with an innovatory approach. There is a difference, indeed, between the routine entrepreneur, whose attitude is not to innovate but only stably manage a combination of factors of production, and the deviant entrepreneur, who shows an innovative attitude towards physical and human capital in every segment of the production chain.
In this respect, the difference between developing and developed areas is that, in the former, the routine is generalized within enterprises and society, whereas, in the latter, the innovative attitude is generalized. A generalized entrepreneurial innovation must replace the generalized entrepreneurial routine to activate a real development process. Development processes and economic growth require innovation to be widespread and not only activated at the level of individual and specific entrepreneurial activities.» IT
Original text
«Caratterizzare il processo innovativo come un continuum significa considerare l’innovazione come un elemento centrale dell’attività imprenditoriale, una modalità tipica tanto del capitale fisico (tecnologico), quanto del capitale umano (organizzativo). Entrambi, nelle società avanzate, sono combinati nell’impresa non in termini puramente ripetitivi, ma in una logica innovativa. Esiste infatti una differenza fra l’imprenditore di routine, che tendenzialmente non innova ma si limita a gestire stabilmente una combinazione di fattori produttivi, e l’imprenditore deviante, che realizza un atteggiamento innovativo in ogni segmento della catena produttiva, rispetto al capitale fisico e al capitale umano.
Sotto questo profilo, la differenza fra aree in via di sviluppo e aree sviluppate consiste nel fatto che nelle prime la routine è generalizzata nell’impresa e nel sociale, mentre nelle seconde è l’atteggiamento innovativo ad essere generalizzato. Per attivare un reale processo di sviluppo è necessario che la routine d’impresa generalizzata venga sostituita da una innovazione di impresa altrettanto generalizzata. I processi di sviluppo e di crescita economica implicano una diffusione dell’innovazione e non semplicemente una sua attivazione sul piano di singole e specifiche attività imprenditoriali.»
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 79)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 79)
10/33«The characteristics of innovation identified by Rosenberg (Perspectives on technology; Inside the black box: technology and economics)–such as the continuous adjustments and progressive changes in each stage of the production process, the close correspondence between innovation and dissemination, the capacity to generate substitute innovations expressed by the social context in which innovation is generalized, the congruity between technological innovation, the capital goods industry and the influence of expectations of future change on the behavior of economic agents–are indeed just as many social factors affecting the processes of development and economic growth. The “social determinants of a society’s ability to generate technical progress in the first place” are social preconditions for economic growth, i.e., specific features that must characterize innovation so that the development process can occur.» IT
Original text
«Le caratteristiche dell’innovazione individuate da Rosenberg (Le vie della tecnologia; Dentro la scatola nera: tecnologia ed economia), quali la continuità che si esprime in una serie di aggiustamenti e di progressive modificazioni ad ogni stadio del processo produttivo, la stretta corrispondenza fra innovazione e diffusione, la capacità del contesto sociale in cui l’innovazione è generalizzata di generare innovazioni sostitutive, la corrispondenza tra l’innovazione tecnologica, l’industria dei beni capitali e l’influenza delle aspettative del cambiamento futuro sul comportamento degli agenti economici, sono in realtà altrettanti fattori sociali che influenzano i processi di sviluppo e di crescita economica. Le «determinanti sociali della capacità di una società di generare in primo luogo progresso tecnico» sono pre-condizioni sociali della crescita economica, cioè caratteristiche specifiche che l’innovazione deve presentare perché possa essere attivato un processo di sviluppo.»(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 79)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 79)
11/33«Technological dynamics must be endogenous, i.e., internalized and diffused in the social context, to produce effects within that context. Continuity in innovation, as opposed to discontinuity, is essential for the innovation to manifest itself as a widespread and generalized social attitude (innovation culture); only under this circumstance does innovation become an active factor in socio-economic dynamics. When a given social context does not directly express a set of innovative attitudes and behaviors, i.e., an innovation continuum, single and segmented innovations have limited effects within the system, and the system is unable to produce innovation on innovation internally. On the contrary, if the social context expresses generalized innovative attitudes and behaviors, the innovation processes will have multiplier effects starting from the innovation produced at first.» IT
Original text
«In particolare, la dinamica tecnologica, per produrre effetti nel contesto sociale, deve essere endogena allo stesso, cioè diffusa e interiorizzata. La presenza dell’innovazione in termini di continuità, anziché in termini di discontinuità, è essenziale perché l’innovazione stessa possa manifestarsi come atteggiamento sociale generalizzato e diffuso (cultura dell’innovazione); solo in questo modo l’innovazione diviene un fattore attivo della dinamica socio-economica. Se non esiste un insieme di atteggiamenti e comportamenti innovativi come espressione diretta di un dato contesto sociale, cioè un continuum innovativo, gli effetti di innovazioni singole e segmentate sono limitati nel sistema, incapace di produrre dall’interno innovazione sull’innovazione. Al contrario in presenza di atteggiamenti e comportamenti innovativi generalizzati si avranno effetti moltiplicativi dei processi innovativi a partire dall’innovazione inizialmente prodotta.»(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 79-80)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 79-80)
12/33«The innovation culture and the market culture can both have (each in its domain of application) different degrees of internalization. Assuming a range from 0 to 1, the value for the set of economic (market) behaviors and the set of innovative behaviors can be more or less close to 1; namely, these sets can be more or less large subsets of an individual’s or a group’s set of operant behaviors. Moreover, a correspondence between the subset of economic behaviors and the subset of innovative behaviors may exist, which concerns all elements of the two subsets or a part of these elements.
The preconditions for development indicate the degree of internalization (and generalization) of the market culture (i.e., the rules of the game on which the market is based) and the degree of internalization (and generalization) of the innovation culture that must qualify the socio-economic context so that the market can be characterized as an innovative market.» IT
Original text
«Tanto la interiorizzazione della cultura dell’innovazione, quanto la interiorizzazione della cultura del mercato possono presentare, ciascuna nel proprio ambito di significatività, gradi differenti. Ipotizzando un intervallo 0-1, l’insieme dei comportamenti economici (di mercato) e l’insieme dei comportamenti innovativi possono avere un valore più o meno prossimo a 1, cioè possono essere sub-insiemi più o meno ampi dell’insieme dei comportamenti operanti riferiti a un soggetto singolo o a un gruppo; inoltre, tra il sub-insieme dei comportamenti economici e il sub-insieme dei comportamenti innovativi può aversi una corrispondenza che può essere relativa a tutti gli elementi dei due sub-insiemi o a una parte di questi elementi.
Le pre-condizioni dello sviluppo indicano il grado di interiorizzazione (e generalizzazione) della cultura di mercato (cioè delle regole del gioco su cui il mercato si fonda) e il grado di interiorizzazione (e generalizzazione) della cultura dell’innovazione che devono necessariamente qualificare il contesto socio-economico affinché il mercato possa essere caratterizzato come mercato innovativo.»
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 80)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 80)
13/33«When the scientific and technological dynamics is purely repetitive, the market may express a (competitive) equilibrium in the allocation of resources, but it is static in terms of innovation in the contents of processes and products. In short, here, the market achieves its primary objective, which is the Pareto optimum, but it has no cumulative dynamics. The latter is exogenous to the market, by definition, but qualifies it historically as depending on the culture characterizing the society within which the market works. In particular, the cumulative dynamics depends on the more or less extended scientific and technological innovative component characterizing a given culture.» IT
Original text
«Se la dinamica scientifica e tecnologica è puramente ripetitiva, il mercato può esprimere una situazione (competitiva) di equilibrio nell’allocazione delle risorse, ma dal punto di vista dell’innovazione nei contenuti dei processi e dei prodotti è assolutamente statico; esso in sintesi realizza il suo obiettivo primario, consistente nel raggiungimento dell’ottimo paretiano, ma è privo di dinamica cumulativa, la quale è per definizione esogena al mercato, ma lo qualifica storicamente in quanto dipende dalla cultura della società in cui il mercato opera e, in particolare, dal fatto che questa cultura abbia una più o meno ampia componente innovativa di tipo scientifico e tecnologico.»
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 80)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 80)
14/33«Ever-expanding scientific and technological dynamics currently characterizes advanced industrial societies. The resulting innovative and competitive market tends to globalization; therefore, all socio-economic systems have to confront and compare to societies with positions of economic leadership. It follows the need to fill the relative-development gap by correctly identifying not only the economic variables but also, and above all, the social variables determining that gap.» IT
Original text
«Allo stato attuale, poiché nelle società industriali avanzate è presente una dinamica scientifica e tecnologica in continua espansione e poiché il mercato innovativo e competitivo che ne consegue tende a globalizzarsi, tutti i sistemi socio-economici sono costretti a compararsi e confrontarsi con le società che detengono posizioni di leadership economica. Di qui l’esigenza di sopperire alle carenze in termini di sviluppo relativo, individuando correttamente le variabili non solo economiche, ma anche e soprattutto sociali, che determinano tali carenze.»(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 81)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 81)
15/33«In simple terms, the market workings can be explicated by making innovation an endogenous variable within the economic language. That means expressing innovation in terms of entrepreneurs' R&D investment choices based on the private cost-benefit ratio of those investments; here, innovation spreads mainly through the set of competitive relations between firms based on knowledge-based and imitative learning. Through this process, the effects of innovation go beyond the private benefits deriving from entrepreneurial R&D activities and spill over into the entire economic system (the competing producers and the consumers), resulting in several induced social benefits.
The market, therefore, plays a decisive role in the dynamics of innovation: the greater its enlargement and consolidation and the more articulated and generalized its competitive structure, the greater the possibility that innovation has spillover effects and brings about an innovative continuum extended to all levels of research, production, and marketing.» IT
Original text
«La logica del mercato può essere esplicata in termini elementari rendendo endogena al linguaggio economico la variabile innovazione. In questo caso l’innovazione è espressa dalle scelte di investimento in ricerca e sviluppo che l’imprenditore realizza in funzione del rapporto costi/benefici privati di tale investimento e si diffonde primariamente mediante l’insieme di relazioni di concorrenza tra imprese, fondate su un apprendimento di tipo conoscitivo e imitativo. Attraverso questo processo, gli effetti dell’innovazione vanno oltre i benefici privati derivanti dall’attività imprenditoriale di ricerca e sviluppo e si riversano sull’intero sistema economico (produttori concorrenti e consumatori), determinando un insieme di benefici sociali indotti.
Il mercato ha pertanto un ruolo determinante nella dinamica dell’innovazione: quanto maggiore è il suo allargamento e approfondimento, quanto più articolata e generalizzata è la sua struttura concorrenziale, tanto maggiore è la possibilità che l’innovazione abbia effetti diffusivi e determini un continuum innovativo esteso a tutti i livelli di ricerca, di produzione e di marketing.»
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 81)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 81)
16/33«More or less pronounced imbalances in the dynamics of innovation can occur within the market, where constraints hinder and prevent its diffusion. [...]
The first type of constraint is the fact that those activities that lead to induced social benefits exceeding private benefits (externalities) are under-dimensioned by the market, in terms of resource allocation, compared to the socially desirable level (corresponding to the maximization of the social rate of return). The extreme case is the production of public goods, whose (social) benefits are so diffused that no firm operating in the market (according to the maximization of the private rate of return) is willing to invest in that production.»
«The second case concerns those systems characterized by discontinuous (discrete), or null, innovative facts (factors) and, correspondingly, by a more or less high degree of inertia of technological accumulation processes. In these systems, the dynamics of innovation is weak or absent. One can speak of either economic lag (referring to socio-economic systems characterized by some degree of internalization of the market culture) or underdevelopment (referring to socio-economic systems that diverge from systems that express a generalized market culture).» IT
Original text
«Nell’ambito del mercato possono determinarsi squilibri più o meno accentuati nella dinamica dell’innovazione, in quanto esistono vincoli che la ostacolano e ne impediscono la diffusione. [...]
La prima tipologia di vincoli è data dal fatto che le attività che determinano benefici sociali indotti eccedenti i benefici privati (esternalità) vengono sottodimensionate dal mercato, in termini di allocazione di risorse, rispetto al livello socialmente desiderabile (corrispondente alla massimizzazione del tasso di rendimento sociale). Il caso limite è quello della produzione dei beni pubblici, i cui benefici (sociali) sono tanto diffusi, che nessuna impresa operante nel mercato (in funzione della massimizzazione del tasso di rendimento privato) è disposta a investire in quel tipo di produzione.»
«Il secondo caso è quello dei sistemi caratterizzati da fatti (fattori) innovativi discontinui (discreti) o nulli e, corrispondentemente, da un più o meno elevato grado di inerzia dei processi di accumulazione tecnologica. In questi sistemi la dinamica innovativa è scarsa o inesistente e si può parlare o di arretratezza economica quando questa situazione è collegata a un certo grado di interiorizzazione della cultura del mercato, oppure di sottosviluppo con riferimento a sistemi socio-economici che si discostano maggiormente dalle tipologie sociali che esprimono una cultura di mercato generalizzata.»
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, pp. 81, 83)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], pp. 81, 83)
17/33«Both the R&D-related positive externalities (even in case of high degrees of internalization of the innovative-market culture) and the low degrees of internalization of the innovative-market culture (and hence the almost total absence of R&D-related positive externalities) do bring about imbalances in the innovation process. On the one end, they result in a reduction in the system competitiveness and gaps in the economic growth processes; on the other, they result in a persistent static situation of the system and the consequent impossibility of starting a development process.
In either case, albeit in different ways, public measures and interventions are necessary to govern and strengthen the dynamics of innovation in relation to development and economic growth. These interventions must be specified in analytical guidelines, corresponding to the types of constraints that limit the dynamics of innovation. These constraints differ between the innovative market of advanced industrialized areas (characterized by both market culture and innovation culture) and the non-innovative market of the underdeveloped or developing areas (lacking both a market culture and an innovation culture).» IT
Original text
«Tanto l’esistenza di esternalità positive connesse alle attività di ricerca e sviluppo, pure in presenza di alti gradi di interiorizzazione della cultura di mercato innovativo, quanto l’esistenza di bassi gradi di interiorizzazione della cultura di mercato innovativo (e quindi la tendenziale assenza di esternalità positive connesse alla ricerca e sviluppo), determinano squilibri nel processo di innovazione, che si traducono da un lato in conseguenti riduzioni della competitività del sistema e in ritardi nei processi di crescita economica, dall’altro lato in una persistente situazione di stazionarietà del sistema e nella conseguente impossibilità di avviare un processo di sviluppo.
In entrambi i casi, sia pure con modalità diverse, sono necessari strumenti e interventi pubblici per orientare e rafforzare la dinamica dell’innovazione in funzione dello sviluppo e della crescita economica; tali interventi devono essere specificati in linee operative analitiche, corrispondenti alle diverse tipologie di vincoli che limitano la dinamica dell’innovazione nel mercato innovativo (con cultura di mercato e cultura dell’innovazione) delle aree industrializzate avanzate e nel mercato non innovativo (senza cultura di mercato e cultura dell’innovazione) delle aree arretrate o in via di sviluppo.»
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 83)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 83)
18/33«The fixed social capital consists of territorial infrastructures, organized into networks, which have a continuous presence throughout the environmental context (transport, communications, pipes), and punctual infrastructure (equipment, facilities). Punctual infrastructures can have multiple objectives, all qualified as service objectives. The latter can be divided into two subsets:
1) one set is characterized by those services satisfying interests related to the current state of the socio-economic context. Here, the service is part of the structural schema of social needs and is not strictly oriented towards socio-economic development;
2) the other set is characterized by those services satisfying interests related to the future state of the socio-economic context and is strictly oriented towards development. Here, the service marks the transition from a current state to a future state and is part of an evolutionary schema of social needs. It also brings about spillovers (positive externalities) directly affecting the development and economic-growth processes, either through the market or by boosting market culture and innovation culture.» IT
Original text
«Il capitale fisso sociale consiste in infrastrutture territoriali, organizzate in reti, che hanno il carattere della presenza continua nel contesto ambientale (trasporti, comunicazioni, condotte) e in infrastrutture (o attrezzature) puntuali. Le infrastrutture puntuali possono avere molteplici obiettivi, tutti qualificabili come obiettivi di servizio, che si suddividono in due insiemi:
1) il primo insieme è caratterizzato dal fatto che il servizio soddisfa interessi connessi allo stato attuale del contesto socio-economico; in questo caso il servizio si inquadra entro lo schema strutturale dei bisogni sociali e non è strettamente orientato allo sviluppo socio-economico;
2) il secondo insieme è caratterizzato dal fatto che il servizio soddisfa interessi connessi allo stato futuro del contesto socio-economico ed è strettamente orientato allo sviluppo; in questo caso il servizio segna il passaggio da uno stato attuale a uno stato futuro e si inquadra entro uno schema evolutivo dei bisogni sociali; inoltre, determina forme di spillover (esternalità positive) che incidono in modo diretto, tramite il mercato o incrementando la cultura del mercato e dell’innovazione, sui processi di sviluppo e di crescita economica.»
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 85)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 85)
19/33«Insofar as it can be defined as a punctual infrastructure characterized by development objectives, a science park activity can focus on two social factors strictly related to the development and economic growth:
1) the technological factor considered as endogenous production of technological innovation (susceptible to transformation into physical capital and corresponding human capital) and consequent dissemination of the innovative technologies implemented;
2) the cultural factor considered as endogenous production of an innovation culture and market culture (susceptible to transformation into organizational and entrepreneurial human capital referring to all possible social roles) and consequent spread of the culture of the innovative market through the generalization (to the whole social group) of socially shared positive attitudes (and behaviors) towards innovation, competitive market, and active entrepreneurship.» IT
Original text
«Il fatto che il Parco possa essere definito come infrastruttura puntuale caratterizzata da obiettivi di sviluppo, focalizza la sua attività su due fattori sociali strettamente connessi allo sviluppo e alla crescita economica:
1) il fattore tecnologico, inteso come produzione endogena di innovazione tecnologica (suscettibile di trasformazione in capitale fisico e in corrispondente capitale umano) e conseguente diffusione delle tecnologie innovative realizzate;
2) il fattore culturale, inteso come produzione endogena di cultura innovativa e cultura di mercato (suscettibile di trasformazione in capitale umano di tipo organizzativo e imprenditoriale riferito a tutti i possibili ruoli sociali) e conseguente diffusione della cultura innovativa di mercato mediante la generalizzazione (all’intero gruppo sociale) di atteggiamenti (e comportamenti) positivi (socialmente condivisi) verso l’innovazione, il mercato competitivo e l’imprenditorialità attiva.»
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 86)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 86)
20/33«As an expression of the needs typical of highly industrialized societies, science parks presuppose a culture strictly compatible with the competitive market, a dynamic production system, a high innovation potentiality, innovative research centers and high-tech companies, universities actively interacting with the business community, and skilled workforce. Their primary objective is to maximize the social rate of return on innovation related to R&D activities carried out within the business environment and the ensuing spillover. Indeed, even though these activities bring about positive external economies for the whole socio-economic context in which the firms operate, they tend not to adapt to the socially desirable level, as innovative firms measure their R&D investments against their private (market) rate of return, which is generally lower than the social rate of return.» IT
Original text
«I Parchi scientifici e tecnologici, come espressione di esigenze tipiche di società altamente industrializzate, presuppongono una cultura strettamente compatibile col mercato competitivo, un sistema produttivo dinamico, un’elevata potenzialità innovativa, la presenza di centri di ricerca innovativi e di imprese high-tech, università attive nell’interazione col mondo imprenditoriale, forza lavoro qualificata. Il loro obiettivo primario è quello di massimizzare il tasso di rendimento sociale dell’innovazione, connesso alle attività di ricerca e sviluppo realizzate dal contesto imprenditoriale e allo spillover che ne consegue. Tali attività, infatti, pur determinando economie esterne positive per l’intero contesto socio-economico nel quale le imprese operano, tendono a non adeguarsi al livello socialmente desiderabile, in quanto le imprese innovative commisurano gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo al loro tasso di rendimento privato (di mercato), normalmente inferiore al tasso di rendimento sociale.»
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 87)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 87)
21/33«The effectiveness of public interventions to correct those market anomalies resulting in under-dimensioned R&D activities depends on the type of external economies (spillovers), the relation between private returns and social returns on innovation, and the relation between private resources and public resources in terms of the possible crowding-out effects.
These aspects have been analyzed by A. B. Jaffe (Economic analysis of research spillover: implication for the advanced technology program, ATP’s Economic Assessment Office, 1996).» IT
Original text
«L’efficacia degli interventi pubblici volti a correggere le anomalie del mercato che determinano un sottodimensionamento delle attività di ricerca e sviluppo dipende dalla tipologia delle economie esterne (tipologia degli spillover), dalla relazione fra rendimenti privati e rendimenti sociali dell’innovazione e dalla relazione fra risorse private e risorse pubbliche con riferimento ai possibili effetti di spiazzamento.
Questi elementi sono stati analizzati da A. B. Jaffe (Economic analysis of research spillover: implication for the advanced technology program, ATP’s Economic Assessment Office, 1996).»
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 87)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 87)
22/33«The social rate of return on public spending differs from the social rate of return on R&D. The latter is indeed a function of the level of investment in R&D and the type of funded research activity (and the consequent spillover effect), but it does not depend on the crowding-out effect (i.e., on the makeup of the investment in terms of private and public resources). [...]
Therefore, public investment choices about R&D activities (including those carried out as part of the actions implemented by science parks) should be based on the identification of those factors making the social rate of return and the private rate of return diverge and should favor R&D activities with the greatest spillover effect.» IT
Original text
«Il tasso di rendimento sociale della spesa pubblica differisce dal tasso di rendimento sociale dell’attività di ricerca e sviluppo; quest’ultimo è infatti funzione del livello degli investimenti in ricerca e sviluppo e della tipologia di attività di ricerca finanziata (e del conseguente effetto di spillover), mentre è indipendente dall’effetto di spiazzamento, cioè dalla composizione dell’investimento in termini di risorse private e di risorse pubbliche. [...]
Le scelte di investimento pubblico in attività di ricerca e sviluppo (comprese quelle realizzate nell’ambito degli interventi attuati dal Parco) dovrebbero pertanto basarsi sull’individuazione dei fattori che fanno divergere il tasso di rendimento sociale dal tasso di rendimento privato e dovrebbero privilegiare attività di ricerca e sviluppo caratterizzate dal maggior effetto spillover.»
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 89)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation,science parks], p. 89)
23/33«Public intervention in the field of R&D must be characterized by a relation of complementarity with the market (not a relation of substitutability). That is because it should aim at restoring the more basic research activities, i.e., the pre-competitive level of research resulting in higher induced social benefits. [...]
In short, the partnership between public and private investments oriented toward innovative technological research (or whichever relation between research institutions and private companies) finds in the market, and in the positive externalities (spillover) it brings about, an indispensable space for their enlargement and dissemination. Where such effects are not achieved, public investments become welfarist constraints slowing down and obstructing development and growth processes, rather than accelerating and promoting them.» IT
Original text
«L’intervento pubblico in materia di ricerca e sviluppo, in sintesi, deve essere caratterizzato da una relazione di complementarità (e non di sostituibilità) col mercato, in quanto deve essere orientato a riportare la ricerca al livello più generale della precompetitività, con conseguenti maggiori benefici sociali indotti.
In sintesi, la partnership tra investimento pubblico e investimento privato in funzione della ricerca tecnologica innovativa, o comunque il rapporto tra enti di ricerca e imprese private, trova nel mercato, e nelle esternalità positive (spillover) che esso determina, un indispensabile ambito di ampliamento e diffusione. Se questi effetti non vengono realizzati, gli investimenti pubblici si trasformano in vincoli assistenzialistici, che rallentano e impediscono i processi di sviluppo e di crescita, anziché accelerarli e promuoverli.»
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 91)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 91)
24/33«In developing socio-economic systems, the maximization of the social rate of return on innovation cannot be directly pursued, in principle, because there is no competitive market in these areas that may lead to the dissemination of the benefits from innovation. Therefore, it is not possible to talk about a private rate of return on R&D investments, nor about a spillover effect, and no economic-growth process strictly consistent with the optimal use of the given resources can take place.» IT
Original text
«Nei sistemi socio-economici in via di sviluppo l’obiettivo della massimizzazione del tasso di rendimento sociale dell’innovazione non può essere in linea di principio immediatamente perseguito, in quanto in tali aree manca un mercato concorrenziale che possa determinare la diffusione dei benefici dell’innovazione. Conseguentemente non si può parlare né di tasso di rendimento privato degli investimenti in ricerca e sviluppo, né di effetto spillover, e non possono essere realizzati processi di crescita economica strettamente coerenti con l’uso ottimo delle risorse date.»(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, pp. 91-92)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], pp. 91-92)
25/33«One cannot think of technological research (and, more generally, of technical progress and public R&D investments) as a variable that alone can change attitudes towards the innovative market, turning them from negative to positive. Indeed, research processes, which are perforce localized and sector-based because of the scarcity of public resources, cannot activate the technological continuum underlying development when the preconditions for development are lacking, namely, if the innovative enterprise culture is not internalized and generalized. Only then do the innovation processes occur in every segment, however analytical, of the technological operational chains at all levels, from research to final production, referring to both physical technologies (process and product innovations) and organizational technologies (social innovation).» IT
Original text
«Non si può pensare alla ricerca tecnologica (e più in generale al progresso tecnico e agli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo) come a una variabile in grado, da sola, di modificare atteggiamenti nei confronti del mercato innovativo, trasformandoli da negativi in positivi. Di fatto il continuum tecnologico che sta alla base sviluppo non può essere attivato dai processi di ricerca, necessariamente individualizzati e settorializzati a causa della scarsità delle risorse pubbliche, se mancano le pre-condizioni dello sviluppo, cioè se la cultura di impresa innovativa non è interiorizzata e generalizzata. Solo in quest’ultimo caso i processi innovativi si manifestano in ogni segmento, per quanto analitico, delle catene operative tecnologiche a tutti i livelli, dalla ricerca alla produzione finale, con riferimento sia alle tecnologie fisiche (innovazioni di processo e di prodotto) sia alle tecnologie organizzative (innovazione sociale).»(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 92)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 92)
26/33«In the analyses of economic processes from an evolutionary perspective, the enterprise is considered to be a place where knowledge accumulates, whose development is influenced by the original technological matrix and the set of routines implemented to coordinate the activities. Throughout its evolution, an enterprise produces knowledge and innovative opportunities beyond those workable internally due to the stringency of routines or incompatibility constraints with preexisting activities. It is possible to take advantage of these overabundant innovations only by incorporating them into a new enterprise.» IT
Original text
«Nell’ambito dell’analisi dei processi economici in una prospettiva evolutiva, l’impresa è vista come il luogo di accumulazione di conoscenze, il cui sviluppo è condizionato dalla matrice tecnologica originaria e dall’insieme di routines che vengono adottate per il coordinamento delle attività; nel corso della sua evoluzione, l’impresa produce conoscenza e opportunità innovative superiori a quelle che possono essere realizzate internamente a causa della rigidità delle routines o della presenza di vincoli di incompatibilità con le attività preesistenti. Tali innovazioni ridondanti possono essere sfruttate solo a condizione che vengano inserite in una nuova impresa.»
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 94)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 94)
27/33«To pursue the objective of favoring the convergence between innovative technological research (and the public or private institutes carrying out it) and local enterprises, orienting both the former and the latter towards development and economic growth extended to the entire system, it is necessary to consider and make compatible not only the production factors of the innovative physical capital but also the production factors of the innovative human capital. The innovation dynamics, in fact, directly relates both to the dynamics of physical capital and to the dynamics of human capital.
These dynamics, which follow different paths and are rooted in R&D activities as to physical capital and training activities as to human capital, should find in the system of enterprises operating in a particular socio-economic context a congruence point compatible with development and economic growth processes.» IT
Original text
«Per favorire la convergenza fra ricerca tecnologica innovativa (e gli istituti pubblici o privati che la realizzano) e imprese locali, orientando tanto i primi quanto le seconde verso lo sviluppo e la crescita economica estesi all’intero sistema, occorre quindi considerare e rendere compatibili non solo i fattori della produzione di capitale fisico innovativo, ma anche i fattori della produzione di capitale umano innovativo. La dinamica dell’innovazione è infatti direttamente connessa sia alla dinamica del capitale fisico, sia alla dinamica del capitale umano.
Tali dinamiche, che percorrono sentieri diversi e trovano la loro base nell’attività di ricerca e sviluppo per quanto riguarda il capitale fisico e nell’attività di formazione per quanto riguarda il capitale umano, dovrebbero trovare nel sistema delle imprese che operano in un dato contesto socio-economico un punto di perfetta congruenza, compatibile coi processi di sviluppo e di crescita economica.»
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 95)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 95)
28/33«Carrying out innovative processes (which are, moreover, also sector-based and stand-alone) or technology-oriented specialist training does not entail any change in the negative attitudes towards innovation that may be present in the social context. It is one thing to put in place operational intervention to realize innovation; another is to put in place operational measures to change social attitudes towards innovation. Still another thing is to identify the relations between these different types of operations to make their implementation more effective, always considering that innovation-based development logically presupposes a high degree of innovation generalized in the social context.» IT
Original text
«Realizzare processi innovativi (per giunta segmentati e individualizzati) o formazione specialistica orientata all’uso della tecnologia non implica affatto modificare eventuali atteggiamenti negativi verso l’innovazione presenti nel contesto sociale. Una cosa è porre in essere catene operative di intervento orientate alla realizzazione di innovazioni, altra cosa è porre in essere catene operative orientate alla modificazione di atteggiamenti sociali verso l’innovazione; altra cosa ancora è individuare le relazioni tra queste diverse tipologie di operazioni per rendere più efficace la realizzazione di entrambe, tenendo comunque presente il fatto che lo sviluppo innovativo presuppone logicamente un elevato grado di innovazione generalizzata nel sociale.»
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 96)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 96)
29/33«Like R&D investments, also investment in training brings about positive externalities, which means the social rate of return on training activity is higher than its private rate of return (that is, the benefits for the direct enjoyers of the training, be they individuals or enterprises, who bear the related costs). Indeed, training activities carried out by enterprises operating in the market benefit not only those enterprises that bear the cost of training; they also benefit both the workers who are trained and the other enterprises as the supply of skilled labor increases. From the enterprise’s viewpoint, investing in training is moreover risky, as trained workers could leave the enterprise; the greater the usability of professional qualifications in the labor market and the smaller the size of the enterprise, the greater the risk.» IT
Original text
«Al pari degli investimenti in attività di ricerca e sviluppo, anche l’investimento in formazione determina esternalità positive, che esprimono un tasso di rendimento sociale dell’attività formativa maggiore rispetto al suo tasso di rendimento privato (benefici goduti dai fruitori diretti della formazione, siano essi utenti privati o imprese, che ne sostengono i relativi costi). Infatti, la formazione realizzata dalle imprese che operano sul mercato apporta benefici non solo alle imprese che ne sostengono il costo, ma anche ai lavoratori che fruiscono della formazione e alle altre imprese, in quanto aumenta l’offerta di lavoro qualificato; d’altra parte, dal punto di vista delle imprese, un investimento in formazione è rischioso, in quanto i lavoratori formati potrebbero lasciare l’impresa, e il rischio è tanto maggiore quanto più le qualifiche conseguite sono utilizzabili nel mercato del lavoro e quanto più limitate sono le dimensioni dell’impresa.»
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 96)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 96)
30/33«An enterprise tends not to carry out training or to carry out only very specialized training (strictly connected to specific products and production processes); it excludes basic training because of its greater generality, from which higher social rates of return directly follow (as with basic and pre-competitive research). The lower (i.e., more specialized) the training level, the lower the social rate of return on training activity and, hence, the positive externalities (spillover) it brings about, namely its induced social benefits.
For this reason, public intervention is necessary to modify the market allocation of resources in training in a way consistent with the socially desirable level. In the absence of public intervention, training activities carried out within the market would bring social benefits far below the socially desirable level in relation to the activation of innovation processes (and to the social benefits of disseminating innovation throughout the market) and, hence, to the activation of processes of development, economic growth and competitiveness within the socio-economic context in which the training takes place.» IT
Original text
«Le imprese tendono a non realizzare formazione, o a realizzare formazione solo a livelli molto specialistici, strettamente collegati agli specifici prodotti e processi produttivi, escludendo la formazione di base per via della sua maggiore generalità, alla quale direttamente conseguono (così come per la ricerca di base e precompetitiva) i maggiori tassi di rendimento sociale. Minore è il livello dell’attività formativa, cioè più specialistica è la formazione, minore è il tasso di rendimento sociale della stessa e quindi minori sono le esternalità positive (spillover) che essa genera, cioè i suoi benefici sociali indotti.
È questo il motivo per cui la formazione necessita di un intervento pubblico volto a modificare l’allocazione di risorse in formazione realizzata dal mercato, in senso coerente col livello socialmente desiderabile. In assenza di intervento pubblico, le attività formative realizzate nell’ambito del mercato darebbero origine a benefici sociali largamente inferiori ai livelli socialmente desiderabili in funzione dell’attivazione dei processi innovativi (e dei benefici sociali derivanti dalla diffusione dell’innovazione nel mercato) e, conseguentemente, all’attivazione dei processi di sviluppo, di crescita economica e di competitività del contesto socio-economico nel quale la formazione è realizzata.»
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 97)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 97)
31/33«Furthermore, should training activities only be managed from a private market perspective, the possibility of accessing training would depend on the spending capacity of individuals and groups. Because of income discrimination, knowledge resources not uniformly distributed would thus be produced, which would alter the principle of increasing marginal returns of new knowledge. Therefore, to allow for a private training market accessible only to certain income classes, it is necessary to have concurrently training activities supported by public intervention policies, which enable merit-based transmission of knowledge to all income classes.» IT
Original text
«Inoltre, se la formazione fosse gestita esclusivamente in una logica privatistica di mercato, si realizzerebbe un accesso alla formazione limitato ai soggetti e ai gruppi in possesso di una capacità di spesa che altri soggetti e gruppi potrebbero non avere; conseguentemente, si creerebbero risorse conoscitive non uniformemente diffuse, che a causa della discriminazione in base al reddito altererebbero il principio dei rendimenti marginali crescenti delle nuove conoscenze. Perché si possa avere un mercato privato della formazione, accessibile solo a determinate classi di reddito, è pertanto necessario che esista contestualmente una formazione sostenuta da politiche di intervento pubblico, che renda possibile la trasmissione della conoscenza, dato il merito, a tutte le classi di reddito.»(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 97)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 97)
32/33«In developing areas, the need to provide public incentives for training is even more pressing. As a matter of fact, in the absence of an innovative competitive market, there is not even a network of companies expressing a demand for high-level professionals, to which a corresponding private training system could refer. An offer of high-level training services, managed privately on the market and based on income discrimination, cannot be congruent, by definition, with a demand for medium or low-level professionals. In such a case, training activity would produce positive externalities within socio-economic systems exogenous to the system where training occurs; within the latter, only private benefits would be produced. The induced social benefits would all fall back on developed areas, thereby increasing the training gap (human capital endowment) between the two types of socio-economic systems.» IT
Original text
«Nelle aree in via di sviluppo l’esigenza di fornire incentivi pubblici alla formazione risulta ancora più marcata, in quanto l’assenza di un mercato competitivo e innovativi fa sì che non esista neppure una rete di imprese alla quale possa essere ricollegata una domanda di professionalità di elevato livello, dalla quale origini un sistema formativo privato corrispondente. A domanda di professionalità medie o basse non può per definizione corrispondere un’offerta di servizi formativi di alto livello, gestita sul mercato in modo privatistico e collegata alla discriminante del reddito. In questo caso le esternalità positive si produrrebbero entro sistemi socio-economici esogeni rispetto a quello sul quale l’attività formativa fosse localizzata, nel quale la formazione produrrebbe solo benefici privati; i benefici sociali indotti ricadrebbero tutti in aree sviluppate, accrescendo in tal modo il divario formativo (dotazione di capitale umano) tra le due tipologie di sistemi socio-economici.»
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 97)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 97)
33/33«In socio-economic contexts devoid of widespread industrialization, generalized R&D activities among enterprises, a qualified workforce, universities able to interact actively with the business community, and a generalized propensity to innovation and entrepreneurship, the production system is or tends to be static (with no innovation continuum), the research centers operate merely by transferring knowledge (since their propensity to innovation depends on the degree of generalized innovation existing in the system, which in this case is so low as to strengthen repetitious research activities), the culture is ultimately stationary and familistic and the conflict levels prevent collaborative relations (network externalities) functional to innovation processes. Given this kind of socio-economic context, pretending to pursue the maximization of the social rate of return on innovation without considering targets for activating pre-conditions for development would mean relating that objective to a hypothetical reference context (the industrialized market and it innovation dynamics) not existing at all.» IT
Original text
«Non considerare gli obiettivi concernenti l’attivazione delle pre-condizioni dello sviluppo e pretendere di perseguire obiettivi di massimizzazione del tasso di rendimento sociale dell’innovazione in un contesto socio-economico privo di industrializzazione diffusa, di ricerca e sviluppo generalizzati nelle imprese, di forza lavoro qualificata, di università in grado di interagire attivamente col mondo imprenditoriale, di propensione generalizzata all’innovazione e all’imprenditorialità, in cui il sistema produttivo è statico o tendenzialmente statico (privo di continuum innovativo), i centri di ricerca operano in termini di mero trasferimento di conoscenza (in quanto anche la loro propensione all’innovazione dipende dal grado di innovazione generalizzata esistente nel sistema, che in questo caso è tanto basso da rinforzare ricerche ripetitive), la cultura è sostanzialmente stazionaria e familistica e presenta livelli di conflittualità che impediscono di realizzare rapporti collaborativi (esternalità di network) funzionali ai processi innovativi, sarebbe come fondare questi obiettivi su un contesto ipotetico di riferimento (il mercato industrializzato e la sua dinamica innovativa) del tutto inesistente.»
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici, p. 99)
(G. Bolacchi, Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici [Development policies, innovation, science parks], p. 99)