«Each culture has its own taboos; kidnapping is a taboo for Sardinian culture. This book challenges the traditional portrayal of kidnapping as a crime. If the kidnapping in Sardinia, and perhaps in some other areas of southern Italy, is a social fact, then we need to reconsider the traditional approach to kidnapping. That leads to a new image of kidnappers and kidnappees (abductees) at the same time dominated and advocates of a culture that can be removed but not denied.
Changing the social perception of kidnapping means changing the social perception of deviation. Attempting to do so immediately raises the familiar accusations of sociologism and psychologism. The book contradicts these accusations and provides those who want to overcome the barriers of common sense knowledge with a précis of the main methodological concepts of the social sciences.» IT
Original text
Modificare la percezione sociale del sequestro significa modificare la percezione sociale del deviamento. Quando si tenta di operare in tal senso si levano immediatamente le consuete accuse di sociologismo e di psicologismo. Il libro contraddice queste accuse e fornisce, a coloro che desiderano superare le barriere conoscitive del senso comune, una sintesi dei principali concetti metodologici delle scienze sociali.»
(Il sequestro come fatto sociale, Quarta di copertina)
(Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], Back cover)
Il sequestro come fatto sociale
[The Kidnapping as a Social fact]
[The Kidnapping as a Social fact]
Premessa
[Premises]
1. Le reazioni al sequestro e la percezione sociale del comportamento deviante
[Reactions to kidnapping and the social perception of deviant behavior]
2. Il sequestro con riferimento al paradigma prescrittivo e al paradigma esplicativo
[The kidnapping in the prescriptive paradigm and explicative paradigm]
3. Il sequestro come sanzione sociale (contrappasso) contro la violazione dell’equilibrio egualitario
[The kidnapping as a social punishment (retaliation) against the breach of egalitarian equilibrium]
4. Forme di deviamento e modalità di prevenzione del deviamento sociale
[Forms of deviation and measures for preventing social deviation]
5. La legge 15 marzo 1991 n. 82 sul blocco dei beni del sequestrato
[The law no. 82 (March 15, 1991) on freezing of the kidnappee’s assets]
6. Il sequestro e il problema del cambiamento delle culture
[The kidnapping and the issue of cultural change]
Conclusioni
[Conclusion]
Note al testo
[Footnotes]
Nota sul coinvolgimento positivo e negativo degli interessi
[Note on the positive and the negative involvement of interests]
Nota sulla punizione
[Note on punishment]
Nota metodologica
[Methodological note]
Beccaria C., Dei delitti e delle pene, 1764
Blackman, Condizionamento operante, Zanichelli, Bologna, 1977
Bolacchi G., Metodologia delle scienze sociali, Edizioni Ricerche, Roma, 1963
Bolacchi G., Teoria delle classi sociali, Edizioni Ricerche, Roma, 1963
Bolacchi G., La struttura del potere, Edizioni Ricerche, Roma, 1964
Bolacchi G., Il problema del metodo nella sociologia, in: Studi di economia, vol. V, 1972
Bolacchi G., Concorrenza, collettivismo e pianificazione, in: Studi di Economia, vol. V, 1973, n.3
Bolacchi G., Prefazione a B.F. Skinner, La scienza del comportamento ovvero il Behaviorismo, Sugar, Milano, 1974
Bolacchi G., Processo di apprendimento e strutture ideologiche, in: Studi di Economia, vol. V, 1974, n.1
Bolacchi G., Un’autonomia in regime di dipendenza, in P. Savona (a cura di), Per un’altra Sardegna, F. Angeli, Milano, 1984
Bolacchi G., Le scatole vuote della sociologia, in J. Jacobelli (a cura di), Dove va la sociologia italiana?, Laterza, Bari, 1988
Bolacchi G., Sabattini G., Zona di produzione franca: una proposta per la Sardegna, F. Angeli, Milano, 1984
Bolacchi G., Sabattini G., Usai T., Oligopolio e crescita economica, F. Angeli, Milano, 1985
Buchanan J.M., What should economists do, in: The Southern Economic Journal, vol. XXX, 3, 1964
Casula F.C., La terza via della storia. Il caso Italia, Edizioni ETS, Pisa, 1997
Ferrajoli L., Diritto e ragione. Teoria del garantismo penale, Laterza, bari, 1989
Kelsen H., Società e natura, Einaudi, Torino, 1953
Monod J., Il caso e la necessità, Mondadori, Milano, 1970
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Neisser U., Conoscenza e realtà, Il Mulino, Bologna, 1981
Pareto V., Compendio di sociologia generale (a cura di G. Farina), Barbera, Firenze, 1920
Parsons T., La struttura dell’azione sociale, Il Mulino, Bologna, 1962
Pessotti I., Introduzione allo studio del comportamento operante, Il Mulino, Bologna, 1970
Rachlin H., Behavior and Mind. The roots of modern psychology, Oxford University Press, New York, 1994
Skinner B.F., Il comportamento verbale, Armando, Roma, 1976
Skinner B.F., Scienza e comportamento, F. Angeli, Milano, 1978
Staddon J.E.R., Behaviorism. Mind, Mechanism and Society, Duckworth, London, 1993
Tagliagambe S., Il sequestro dell’identità, CUEC, Cagliari, 1997
Short excerpts
1/40«When social ethics is controlled by an interpersonal sanctioning system, shared in a a direct or indirect (mediate) way, it becomes a legal norm. The latter acquires a generalized compulsory characterization only when adopted by the state, i.e., by a legal order that, in principle, cannot be opposed or denied by another legal order which is itself a state; thereby, the norm is institutionalized.» IT
Original text
«L’etica sociale quando è controllata da un sistema sanzionatorio interpersonale, condiviso in modo primario o derivato (mediato), diventa norma giuridica; quest’ultima acquisisce un carattere impositivo generalizzato solo quando viene assunta come propria dallo stato, cioè da un ordinamento giuridico che in linea di principio non può essere contrastato o negato da un altro ordinamento giuridico che non sia esso stesso stato; in tal modo la norma viene istituzionalizzata.»(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, p. 9)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], p. 9)
2/40«The fundamental property of the legal norm is not its institutionalization. It is the legitimation of the norm by an organized structure to which all the individuals belonging to a culturally defined social group delegate (with greater or lesser guarantees, or even with no guarantees) specific duties concerning those interpersonal relations which involve, in principle, all individuals (otherwise called collective interests).» IT
Original text
«La caratteristica basilare della norma giuridica non è la sua istituzionalizzazione, ma la sua legittimazione da parte di una struttura organizzata alla quale la totalità dei soggetti appartenenti a un gruppo sociale culturalmente definito delega, con maggiori o minori garanzie (o addirittura senza garanzie), specifiche attribuzioni concernenti rapporti interpersonali nei quali tutti i soggetti in linea di principio sono coinvolti (detti altrimenti interessi collettivi).»(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, p. 9)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], p. 9)
3/40«Non-institutionalized legal norms legitimized within a given social group constitute a non-state legal order. The latter can manifest weaker or stronger autonomy claims (to the point of pretending to be a state), depending on the lesser or greater importance that all individuals attach to the positively involved (collective) interests legitimizing the normative system, i.e., to the lesser or greater importance they attribute to their own culture.
Therefore, there may be different types of non-institutionalized legal norms, which can have diverse characteristics. These norms can be compatible or clashing with the state norms, which means that the social legitimation of a norm may or may not coincide with the state legitimation of that norm (i.e., its institutionalization).» IT
Original text
«La presenza di norme giuridiche non istituzionalizzate, ma legittimate entro un dato gruppo sociale, configura un ordinamento giuridico non statuale, il quale può manifestare minori o maggiori istanze autonomistiche (fino a porsi addirittura come stato) a seconda della minore o maggiore importanza che tutti i soggetti attribuiscono agli interessi positivamente coinvolti (collettivi) che legittimano il sistema normativo, cioè a seconda della minore o maggiore importanza che tutti i soggetti attribuiscono alla propria cultura.
Posso darsi quindi norme giuridiche non istituzionalizzate di diverso tipo e con diverse caratteristiche, compatibili o contrastanti con quelle dello stato; questo significa che la legittimazione sociale di una norma può coincidere o non coincidere con la sua legittimazione statuale, cioè con la sua istituzionalizzazione.»
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, p. 10)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], p. 10)
4/40«When a potentially deviant sub-state culture crosses the boundaries of the pre-institutional social space to give rise to an actual deviation, the level of social acceptance is very high. In such a case, the social group expressing the subculture shall not sacrifice the positively involved interests characterizing it (and underpinning its normative system) in favor of the state culture and the corresponding institutionalized norms.
Social facts of this type usually are undervalued by the hegemonic state culture, which tends to minimize the deviation, always considering it as a single deviation, according to a restrictive interpretation in line with the normative-punitive paradigm. It is a mistake that arises from explaining social facts in commonsense terms.» IT
Original text
«Quando una cultura sub-statuale potenzialmente deviante varca i confini dello spazio sociale pre-istituzionale per realizzare un deviamento attuale, essa ha un livello di accettazione sociale molto elevato; in tal caso il gruppo sociale da cui è espressa non è disposto a sacrificare gli interessi positivamente coinvolti che lo caratterizzano (e che fondano il proprio sistema normativo) a favore della cultura statuale e delle corrispondenti norme istituzionalizzate.
Di solito i fatti sociali di questo tipo vengono sottovalutati dalla cultura statuale egemone, la quale tende a minimizzare il deviamento considerandolo sempre alla stregua di un deviamento singolo, mediante una interpretazione restrittiva conforme al paradigma normativo-punitivo. Questo è un grave errore, originato dalla spiegazione dei fatti sociali in termini di senso comune.»
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, p. 11)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], p. 11)
5/40«If the consideration of social facts were based on a scientific explication of social facts, state intervention should be oriented in radically different terms, namely, towards eliminating or changing the causes of the deviation (with appropriate, joint socio-cultural and economic intervention policies) rather than punishing the effects of the deviation.» IT
Original text
«Se la considerazione dei fatti sociali fosse fondata su una esplicazione scientifica degli stessi, l’intervento statuale dovrebbe essere orientato in termini radicalmente diversi: verso un’eliminazione o modificazione delle cause del deviamento (con opportune politiche di intervento congiunte di tipo socio-culturale ed economico), anziché verso una punizione degli effetti del deviamento.»(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, pp. 11-12)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], pp. 11-12)
6/40«Besides emotional situations, a sense of insecurity and lack of confidence, and escape or defensive behaviors, the deviation can also generate or express relations of positive involvement between interests referred to more or less large social groups. In these cases, deviation becomes a social fact.
Any deviant behavior, carried out by individuals or more or less circumscribed groups, becomes a social fact when it generates or expresses collective interests in support of the deviation or, given such support, when it generates or expresses collective interests in conflict with the deviation. A deviation carried out by a more or less large group of subjects is not, for this reason alone, a social fact. It becomes a social fact when a social group, other than the deviant one, does support the deviation; here, there may also be another contrasting group that opposes the social group supporting the deviation.» IT
Original text
«A parte le situazioni emotive, gli atteggiamenti di insicurezza o di sfiducia, i comportamenti di fuga o di difesa che il deviamento determina, quest’ultimo può generare o esprimere coinvolgimenti positivi di interessi riferiti a gruppi sociali più o meno vasti. In questi casi il deviamento diventa un fatto sociale.
Ogni comportamento deviante compiuto da individui o da gruppi più o meno circoscritti diventa fatto sociale quando genera o esprime interessi collettivi che sostengono il deviamento, oppure che, in presenza di tale sostegno, si pongono in conflitto col deviamento. Il deviamento compiuto da un gruppo più o meno vasto di soggetti non è, per ciò solo, un fatto sociale; diventa un fatto sociale quando un gruppo sociale, diverso dal gruppo deviante, sostiene il deviamento; in questo caso può aversi anche un altro gruppo contrapposto che contrasta il gruppo sociale che sostiene il deviamento.»
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, pp. 21-22)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], pp. 21-22)
7/40«Social facts must be defined with reference to the relations between the institutionalized legal order and the social order. That said, the legal order and the social order may be compatible with each other or not.
In both cases, there may be different degrees of compatibility (or incompatibility), which determine the extent of cooperation (positive involvement) or conflict (negative involvement) between the two orders; compatibility and incompatibility must be defined through concepts (terms) belonging to the language of the scientific sociology and not commonsense concepts, of course.» IT
Original text
«I fatti sociali devono essere definiti con riferimento alle relazioni tra ordinamento giuridico istituzionale e ordinamento sociale; ciò posto occorre tener presente che i due ordinamenti possono essere tra loro compatibili o non esserlo.
In entrambi i casi può darsi che si abbiano gradi differenti di compatibilità (o incompatibilità), i quali determinano la misura della cooperazione (coinvolgimento positivo) o del conflitto (coinvolgimento negativo) esistente tra i due ordinamenti; la compatibilità e l’incompatibilità devono essere ovviamente definiti utilizzando concetti (termini) appartenenti al linguaggio della sociologia scientifica e non concetti del senso comune.»
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, p. 30)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], p. 30)
8/40«The deviation is a social fact not because of the number of deviants or the typology that characterizes it. The deviation is a social fact whenever groups of individuals other than the deviants emerge (or exist) in the social context, expressing subcultures in support of deviants. These groups do not realize actual deviations (which are realized by the deviants) but rather carry out forms of deviant power (by using their public roles in favor of deviants) or, in more general terms, potential deviation against the institutionalized context to which they belong (based on an immediate positive involvement).» IT
Original text
«Il deviamento è un fatto sociale non per via del numero dei devianti o della tipologia che lo caratterizza, ma perché sorgono (o esistono) nel contesto sociale gruppi di soggetti diversi dai devianti che esprimono sub-culture di sostegno nei confronti dei devianti; cioè gruppi i quali pur non realizzando deviamenti attuali (come quelli dei devianti) pongono in essere forme di potere deviante (usando i ruoli pubblici, di cui sono titolari, a favore dei devianti) o realizzando, più in generale, forme di deviamento potenziale rispetto al contesto istituzionalizzato di cui fanno parte.»(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, pp. 31-32)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], pp. 31-32)
9/40«When a subculture in support to deviation exists (and the code of silence, where widespread, is an important social indicator of it), institutionalized prevention-oriented regulatory action is unlikely to achieve generalized deterrent effects, and it is equally unlikely that the announced punishment will have deterrent effects.» IT
Original text
«Se esiste una sub-cultura di sostegno (che trova nell’omertà diffusa un indicatore sociale importante) è difficile che una azione normativa istituzionalizzata orientata alla prevenzione possa realizzare effetti dissuasivi generalizzati; ed è altrettanto difficile che possano aversi effetti dissuasivi derivanti dalla pena annunciata.»(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, pp. 36-37)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], pp. 36-37)
10/40«The normative schema (static, by definition) unifies and standardizes all types of deviations, differentiating them only in terms of penalty measures (amount of punishment) to inflict. Instead, all deviations are profoundly different from each other (even those belonging to the same typology, as with kidnapping) because they depend on non-comparable social and psychological contexts.
Understanding the social variables of each specific deviation is indispensable to control the deviation not only through criminal and punitive measures and to eliminate the deviation through the elimination of its actual causes. It is indispensable not to delude oneself into eliminating the deviation by operating within simple formalistic homogenizations of a punitive type.» IT
Original text
«Lo schema normativo (per definizione statico) unifica e uniforma tutte le tipologie di deviamento, differenziandole solo con riferimento alle quantità di pena da erogare. In realtà i deviamenti sono tutti fra loro profondamente diversi (anche quelli che appartengono alla stessa tipologia, come nel caso del sequestro) in quanto causati da contesti sociali e psicologici non comparabili.
Capire le variabili sociali di ogni deviamento è quindi indispensabile per poter controllare il deviamento anche con mezzi che non sono esclusivamente penali e punitivi; per poterlo eliminare nelle sue cause reali e non per illudersi di eliminarlo sul piano delle semplici omologazioni formalistiche di tipo punitivo.»
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, p. 38)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], p. 38)
11/40«Social facts involve everyone because each individual is a product of those facts. They involve everyone because attitudes and propensities may persist in each individual's personality, although difficult to perceive, which are residual aspects of an endogenous culture marginalized by the stratification of successive cultures but still present to some extent in the social environment.» IT
Original text
«I fatti sociali coinvolgono tutti, perché ciascun soggetto è un loro prodotto; coinvolgono perché nella personalità di ciascuno possono permanere atteggiamenti e propensioni difficilmente percepibili, che costituiscono aspetti residuali di una cultura endogena marginalizzata dalle stratificazioni di successive culture, ma pur sempre presente in qualche misura nell’ambiente sociale.»(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, pp. 39-40)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], pp. 39-40)
12/40«Kidnapping is a type of deviant behavior that, due to its structural characteristics, needs generalized and continuous support during the entire implementation process. That is especially true when the kidnapping takes place in environments and groups where social interactions commonly involve, albeit in different times and spaces, the community at large. [...]
It does not mean that all individuals are accomplices of the kidnappers. It just means that larger social groups tend not to see and not to hear because they have internalized the code of silence (omertà) aimed at safeguarding the endogenous cultural identity, and the principles of its ethics, from behavioral models imposed from outside (from the state). The code of silence is seen not as a harmful fact for the community, but as a behavior due to the community, aimed at preserving its values and image against the exogenous cultures questioning them.» IT
Original text
«Il sequestro è un tipo di comportamento deviante che per il suoi caratteri strutturali ha bisogno, durante l’intero iter di realizzazione, di un sostegno generalizzato e continuo, soprattutto quando si svolge in ambienti e gruppi caratterizzati da interazioni sociali che normalmente coinvolgono, sia pure in tempi e spazi diversi, la collettività nel suo complesso. [...]
Questo non significa che tutti i soggetti siano complici dei sequestratori; significa solo che gruppi sociali allargati tendono a non vedere e a non sentire perché hanno interiorizzato la legge dell'omertà; volta appunto a salvaguardare, nei confronti dei modelli di comportamento imposti dall'esterno (cioè dallo stato), la identità culturale endogena e i principi della sua etica. Una omertà percepita non come fatto dannoso per la collettività, ma come comportamento dovuto alla collettività per preservarne i valori e l'immagine, contro le culture esogene che li mettono in discussione.»
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, pp. 40-41)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], pp. 40-41)
13/40«In its most abstract form, a society founded on the principle of retaliation regulates all relations between individuals in terms of conformity or non-conformity with the static equilibrium, which is identified in the tendency to preserve a traditionally defined social context. Any alteration of this context, either in terms of wealth imbalance between individuals or imbalance in social interactions, must be recomposed by administering to the individual who breaches the norm a penalty equal and contrary (antithetical) to the violation.» IT
Original text
«La società fondata sul principio del contrappasso, nella sua forma più astratta, regola quindi tutti i tipi di rapporti tra i soggetti in termini di conformità o difformità (violazione) rispetto all’equilibrio statico, che si identifica nella tendenziale conservazione di un contesto sociale tradizionalmente definito. Qualsiasi alterazione di questo contesto, sia sul piano degli equilibri patrimoniali tra i soggetti, sia sul piano degli equilibri personali, deve essere ricomposta somministrando al soggetto che ha violato la norma una sanzione eguale e contraria alla violazione.»(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, p. 45)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], p. 45)
14/40«Both the evolutionary social dynamics (i.e., the historical dynamics) and the structural social dynamics develop within the pre-institutional social space through continuous increasing or decreasing of the groups of individuals who recognize their interests within one or the other of the two sets of positively involved interests: institutionalized interests and opposed potentially deviant interests.» IT
Original text
«Tanto la dinamica sociale evolutiva (cioè la dinamica storica) quanto la dinamica sociale strutturale si sviluppano, nello spazio sociale pre-istituzionale, mediante continui ampliamenti o riduzioni dei gruppi di soggetti che riconoscono i propri interessi nell’uno o nell’altro dei due insiemi di interessi positivamente coinvolti: gli interessi istituzionalizzati e gli interessi contrapposti, potenzialmente devianti.»(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, p. 56)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], p. 56)
15/40«If the positive involvement occurs between high intensity-level deviant interests (e.g., when a social group is quite sensitive to criteria of equity or distributive justice defined according to the cultural paradigms typical of that group), if the institutionalized interests defined by the power élite do not change according to the social needs emerging from the pre-institutional space, and if the deviant interests have a broad (or a very broad) base of acceptance, then maybe that potential deviation transcends the boundaries of the pre-institutional space and turns into actual deviation, which results in behaviors in open conflict with institutionalized interests. Here, the institutionalized sanctioning power is no longer effective against deviant interests.» IT
Original text
«Se il coinvolgimento positivo si realizza con riferimento a interessi devianti che hanno alto livello di intensità (come, ad esempio, nel caso in cui un gruppo sociale sia particolarmente sensibile a criteri di equità o giustizia distributiva definiti ovviamente secondo i paradigmi culturali tipici del gruppo), se gli interessi istituzionalizzati definiti dall’élite del potere non si modificano conformemente alle istanze sociali che emergono nel pre-istituzionale e se gli interessi devianti hanno una base di accettazione tendenzialmente ampia o molto ampia, allora può darsi che il deviamento potenziale superi i confini del pre-isituzionale e si trasformi in deviamento attuale, dando luogo a comportamenti in aperto conflitto con gli interessi istituzionalizzati. In tal caso il potere sanzionatorio istituzionalizzato non è più efficace nei confronti degli interessi devianti.»(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, pp. 56-57)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], pp. 56-57)
16/40«The state can satisfy the public interest in the prevention of deviation in four ways, two of which are direct and two indirect:
1. by carrying out operational sequences aimed at modifying the social context within which deviant behavior is learned;
2. by carrying out operational sequences aimed at protecting the subjects against whom deviant behaviors may be directed;
3. by carrying out operational sequences of a purely punitive type;
4. by carrying out operational sequences achieving a generalized deterrent effect via the implementation of punishment as subtraction (or impediment to the acquisition) of an advantage (resource), not as administration of a sanction.» IT
Original text
«L’interesse pubblico alla prevenzione del deviamento può essere soddisfatto dallo stato in quattro modi, due diretti e due indiretti, mediante:
1. sequenze operative orientate alla modificazione del contesto sociale entro cui il comportamento deviante è appreso;
2. sequenze operative orientate a proteggere i soggetti contro i quali può essere indirizzato un comportamento deviante;
3. sequenze operative di tipo meramente punitivo;
4. sequenze operative che realizzano una forza dissuasiva generalizzata non collegata alla punizione intesa come somministrazione di una pena, ma intesa come sottrazione (o impedimento nell’acquisizione) di un vantaggio (di una risorsa).»
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, p. 60)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], p. 60)
17/40«The elimination of conflict by the power and resultant penal norm is not a real elimination; it cannot be deemed equivalent to a change in culture, but rather to a semblance of change, an illusion deriving from common sense, which considers punishment to be the sole means to change behaviors. The punitive approach does not change the personality of individuals; much less does it change cultures or social behaviors.» IT
Original text
«L’eliminazione del conflitto mediante il potere e la conseguente norma penale, non è una eliminazione reale, assimilabile a un cambiamento della cultura, quanto piuttosto una parvenza di cambiamento, una illusione derivante dal senso comune che considera la punizione come l’unico strumento per modificare i comportamenti. La logica punitiva non modifica la personalità dei singoli individui; ancora meno modifica le culture, i comportamenti sociali.»(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, p. 63)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], p. 63)
18/40«Conflicts between diverse cultures are not and cannot be overcome only through the instruments of power (especially criminal law). Only a conflict between the state and single deviations, at most, could be (badly) resolved through the criminal law. However, when the deviation is deeply rooted in the social context, it would be better to ask why the deviation is such only for the state and not also for the endogenous culture.» IT
Original text
«I conflitti fra diverse culture non si risolvono e non si possono risolvere usando solo gli strumenti del potere (in particolare del potere penale). Al massimo col potere penale si può risolvere (male) un conflitto tra stato e deviamento singolo; ma quando il deviamento è radicato profondamente in un contesto sociale, sarebbe opportuno chiedersi perché mai il deviamento sia tale solo per lo stato e non anche per la cultura endogena.»(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, pp. 63-64)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], pp. 63-64)
19/40«The generalized deterrent effect of punishment can tend to zero if what the state considers deviant behavior is deeply rooted in a culture that expresses a set of interests negatively involved with the institutionalized interests. In this case, the behavior is legitimate for the non-institutionalized (endogenous) culture, albeit deviant for the institutionalized culture. In contrast, the state-protected interest is considered unlawful by the endogenous culture.» IT
Original text
«La forza dissuasiva generalizzata della punizione può tendere a zero se il comportamento che lo stato considera deviante è profondamente radicato in una cultura che esprime un insieme di interessi negativamente coinvolti con gli interessi istituzionalizzati. In questo caso il comportamento che per la cultura istituzionalizzata è deviante viene considerato addirittura legittimo dalla cultura non istituzionalizzata (endogena) e l’interesse che lo stato protegge viene considerato antigiuridico dalla cultura endogena.»(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, p. 67)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], p. 67)
20/40«In establishing an abstract norm, the legislature presupposes, by definition, the formal equality of social contexts. Namely, the legislature assumes for reasons of power that the whole (Italian) society is characterized by an indisputable cultural uniformity, imposed as the only reference paradigm in the interpretation and implementation of the norm.
Perhaps this happens in a large number of cases, but the federalist and separatist claims do not seem to confirm that fact.» IT
Original text
«Il legislatore, per definizione, nello stabilire una norma astratta, suppone l’eguaglianza formale dei contesti sociali, cioè assume per ragioni di potere che tutta la società (italiana) sia caratterizzata da una uniformità culturale non discutibile, imposta come unico paradigma di riferimento nella interpretazione e nell’attuazione della norma.
Può darsi che questo avvenga in un elevato numero di casi; ma le istanza federalistiche e separatistiche non sembra lo confermino.»
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, p. 71)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], p. 71)
21/40«Kidnapping for ransom is a crime that puts the consistency of the founding principles of criminal law to the test. Given that every penal norm must rest on some public interest (i.e., an interest recognized and embraced by each individual who belongs to a specific state community), what public interest is sacrificed in the event of a kidnapping?
If the latter did not entail the “kidnapee-against-ransom” negotiation, there would be no problem: kidnapping would be a fully-fledged crime against the person. However, given that the kidnapping entails the release of the kidnapee upon the ransom payment, the crime’s object is not the person but the property; the deprivation of personal liberty to the detriment of the kidnapee (the hostage) is only a means for kidnappers to get an economic advantage.» IT
Original text
«In realtà il sequestro a scopo di estorsione è un reato che mette a dura prova la coerenza dei principi su cui si fonda l’ordinamento penale. Posto che ogni norma penale deve essere fondata su un interesse pubblico, cioè su un interesse riconosciuto e accettato come proprio da ciascun soggetto appartenente a una data collettività statuale, quale interesse pubblico viene sacrificato nel caso del sequestro?
Se quest’ultimo non implicasse la negoziazione “sequestrato contro riscatto” nulla questio, nessun problema: il sequestro sarebbe a pieno titolo un reato contro la persona. Ma siccome il sequestro (quello a scopo di estorsione) implica che la liberazione del sequestrato sia subordinata al versamento del riscatto, si realizza uno spostamento dell’oggetto del reato dalla persona al patrimonio; infatti la privazione della libertà personale ai danni del sequestrato è solo uno strumento per l’acquisizione di un vantaggio patrimoniale da parte dei sequestratori.»
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, pp. 75-76)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], pp. 75-76)
22/40«The penal norm is of limited usefulness within a culture with no social deviation but only single deviations (given the uncertain relevance of the punishment in case of high intensity-level deviant interests). The penal norm is useless when one tries to enforce it within a culture heterogeneous to it, where the norm is used against social deviation.» IT
Original text
«La norma penale serve limitatamente (data la incerta rilevanza della punizione in presenza di interessi devianti aventi alti livelli di intensità) entro una cultura in cui non esiste deviamento sociale, ma solo deviamento singolo; non serve se si tenta di imporla a una cultura ad essa eterogenea, in cui la norma venga usata contro il deviamento sociale.»(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, p. 89)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], p. 89)
23/40«It is difficult to bring about changes in cultures by intervening through exogenous variables which are not of a normative-punitive type, especially when the political order is pluralistic and democratic. Here, the political class tends to adjust to the interests belonging to the basis of consent (consensus basis), excluding any intervention that could change existing social situations from the inventory of public interests.» IT
Original text
«Determinare cambiamenti nelle culture intervenendo sulle stesse mediante variabili esogene che non siano di tipo normativo-punitivo non è facile, soprattutto quando l’ordinamento politico è pluralistico e democratico; la classe politica tende infatti ad adeguarsi agli interessi della base del consenso, escludendo dal repertorio degli interessi pubblici qualsiasi atto che possa modificare le situazioni sociali esistenti.»(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, p. 100)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], p. 100)
24/40«In short, both social preconditions and economic preconditions for development were lacking. More to the point, a misrepresented choice was made, expressing a form of deviant power typical of the political class. The latter set its consent maximization, instead of the economic (and social) development, as its goal, thereby subordinating the effectiveness of public interventions to its persistence in exercising power.
In pluralistic systems (given the weak conditioning force of ideologies), many forms of deviant power by the political class tend to resort to public welfarist interventions.» IT
Original text
«In sintesi sono mancate tanto le pre-condizioni sociali, quanto le pre-condizioni economiche dello sviluppo; più correttamente, c’è stata una scelta distorta esprimente una caratteristica forma di potere deviante della classe politica; quest’ultima, anziché porsi come obiettivo lo sviluppo economico (e sociale), si è posta come obiettivo la massimizzazione della propria base del consenso, subordinando l’efficacia degli interventi pubblici alla persistenza nella gestione del potere.
Molte forme di potere deviante della classe politica tendono, nei sistemi pluralistici (data la debole forza condizionante delle ideologie), a utilizzare interventi pubblici di tipo assistenzialistico.»
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, pp. 102-103)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], pp. 102-103)
25/40«The crisis that hit the industrial sites in recent decades has worsened an already precarious situation, resulting in a strongly weakened industrial market culture. From the beginning, the severe dysfunctions of the political organization in terms of deviant power have spoiled the latter. Moreover, it could not be expected to superimpose the new industrialism on the endogenous culture, sic et simpliciter, without trying to change the latter contextually.
The result has been the industry crisis on the one hand and the endemic crisis of the agropastoral sector on the other; besides, the endogenous culture has not changed in front of these crises. This situation has led to severe consequences in the social context, which find in the malaise of large regional areas (i.e., in the potential or actual deviation generalized in those areas), one of the most relevant expressions.» IT
Original text
«La crisi che ha colpito negli ultimi decenni le localizzazioni industriali ha reso ancora più grave la già precaria situazione, determinando un forte depotenziamento della cultura industriale di mercato, viziata fin dall’origine dalle gravi disfunzioni dell’organizzazione politica in termini di potere deviante e dal fatto che non si poteva pretendere di sovrapporre sic et simpliciter il nuovo industrialismo alla cultura endogena, senza tentare contestualmente di modificare quest’ultima.
Il risultato di tutte queste operazioni è stato che, in presenza della crisi dell’industria da un lato e dell’endemica crisi del settore agro-pastorale dall’altro lato, la cultura endogena non si è modificata, con gravi conseguenze sul contesto sociale, che trovano nello stato di malessere di vaste aree, cioè nel deviamento potenziale o attuale generalizzato che in esse si riscontra, una delle espressioni più significative.»
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, p. 103)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], p. 103)
26/40«From the naïve but generalized commonsense perspective, all social issues related to deviation are exclusively criminal matters; it necessarily follows the broad role of the judiciary and magistracy. Many are today surprised by the near-total absence of boundaries for such a role. Indeed, it is only the consequence of a premise that almost everyone accepts: behavior can only be good or bad, lawful or unlawful.
As a matter of fact, humans' direct experience contributes to establishing easy-to-understand reference points. Separating good from evil is the most essential and rewarding thing to do because it would make it possible to put order into a world that appears very disordered, and people always perceive deviation as a disorder.» IT
Original text
«Tutti i problemi sociali del deviamento, nella prospettiva ingenua ma generalizzata del senso comune, diventano esclusivamente problemi penali. Di qui il ruolo della magistratura, necessariamente ampio. Molti si stupiscono oggi di questo ruolo tendenzialmente senza confini; ma esso è solo la conseguenza di una premessa quasi da tutti accettata: quella secondo cui i comportamenti possono essere soltanto buoni o cattivi, leciti o illeciti.
L’esperienza più immediata dell’uomo tende infatti a costruire punti di riferimento di facile comprensione. Separare il bene da male è la cosa più essenziale e gratificante, perché consente di mettere ordine in un mondo che appare molto disordinato; e il deviamento è sempre percepito come disordine.»
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, pp. 120-121)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], pp. 120-121)
27/40«Alas, it has not yet been understood that it is not that every social phenomenon comes out of nowhere as if it were an extemporaneous manifestation of isolated personalities. It has not yet been understood that every social phenomenon is the effect of causes we must seek in the interaction processes. In short, every human behavior is the direct or indirect effect of social variables that determine it, namely, other coexisting behaviors with which it interacts.
That every human is a sort of monad, free in its choices and judgments, able to answer to nobody but itself, its conscience, or some transcendent reality representing its reference point and goal, is a very reassuring and engaging metaphysical notion. However, it is too simplistic and completely lacking in explicative capacity. It explains nothing yet comforts everyone, because it shifts the problem from a search for causes to an alleged elimination of effects.» IT
Original text
«Purtroppo non si riesce ancora a capire che ogni fenomeno sociale non nasce dal nulla, quasi fosse una manifestazione estemporanea di personalità isolate, ma è l’effetto di cause che bisogna ricercare nei processi interattivi; in breve, ogni comportamento umano è l’effetto diretto o indiretto di variabili sociali che lo determinano, cioè di altri comportamenti coi quali coesiste e interagisce.
L’idea che l’uomo sia una specie di monade, libera nelle sue scelte e nelle sue valutazioni, capace di rispondere solo a sé stessa, alla propria coscienza, o a una qualche realtà trascendente che ne costituisca il punto di riferimento e il traguardo, è un’idea metafisica molto rassicurante e coinvolgente, ma troppo semplicistica e del tutto priva di capacità esplicativa. Non spiega niente, ma tranquillizza tutti, perché sposta il problema della ricerca delle cause alla presunta eliminazione degli effetti.»
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, p. 122)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], p. 122)
28/40«The process of national unification that has forcibly superimposed a hegemonic regional culture on a multiplicity of other cultures, also regional but less innovative, has always been set in repressive and punitive terms and has always tried to impose a unification between radically different social contexts, primary through precisely that juridical formalism which can be seen as the arrival point of a unification process, but never as a starting point or a means to achieve any unification.» IT
Original text
«Il processo di unificazione nazionale che ha sovrapposto con la forza una cultura regionale egemone a una molteplicità di altre culture, anch’esse regionali ma meno innovative, è sempre stato impostato in termini repressivi e punitivi e ha sempre preteso di imporre una unificazione tra contesti sociali radicalmente diversi, servendosi proprio, come strumento primario, di quel formalismo giuridico che può essere visto come punto di arrivo di un processo di unificazione, ma mai, come punto di partenza o come strumento per ottenere una qualche unificazione.»(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, p. 125)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], p. 125)
29/40«Cultural relativism is one of the most typical aspects representing today’s society. Faced with the plurality of attitudes and values that diversify social groups and specify their generalized models of behavior and organization, one should look at the problem of amalgamating or assimilating the various systems of social interaction from a perspective of mutual respect. The latter is, ultimately, the perspective on which the very concept of autonomy rests.
Respect for the various cultures finds an insuperable boundary: the need for amalgamation or assimilation. If the Sardinian endogenous social order were assimilated into the state culture, it would perforce have to be modified. If it were modified, somehow, it would be destroyed. Is it acceptable to destroy an endogenous social order without the generalized awareness of the social groups that internalize and express it? How could this awareness be attained?» IT
Original text
«Il relativismo culturale costituisce uno degli aspetti più rappresentativi della società attuale. Di fronte alla pluralità degli atteggiamenti e dei valori, che rendono diversi i gruppi sociali e ne specificano i modelli di comportamento e di organizzazione generalizzati, bisognerebbe porsi il problema della integrazione dei molteplici sistemi di interazione sociale in una prospettiva di reciproco rispetto; che è poi la prospettiva su cui si fonda il concetto stesso di autonomia.
Il rispetto delle diverse culture trova appunto nella esigenza di integrazione un limite non superabile. Se si integra l’ordinamento sociale endogeno sardo con la cultura statuale, bisogna necessariamente modificarlo. Se viene modificato, in qualche modo viene distrutto. È legittimo distruggerlo senza la consapevolezza generalizzata dei gruppi sociali che lo interiorizzano e lo rappresentano? E come fare per ottenere questa consapevolezza?»
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, pp. 126-127)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], pp. 126-127)
30/40«The unspoken dogma underlying the prescriptive paradigm and the very concept of legal norm, in its punitive acceptation, is to consider conflict as an ineliminable characteristic of human interaction, both on the knowledge level and the social level.
The dogma of punishment follows from the dogma of conflict. It finds in (natural and positive) law an ennobling framework, to which one usually refers when dealing with the problem of order. The latter was addressed by Hobbes, who solved it most radically by postulating the Leviathan, and Parsons, who attempted to solve it in functionalist terms.» IT
Original text
«Il dogma inespresso che sta a fondamento del paradigma prescrittivo e del concetto stesso di norma giuridica, nella sua accezione punitiva, consiste nel considerare il conflitto, tanto sul piano conoscitivo, quanto sul piano sociale, come una caratteristica ineliminabile dell’interazione umana.
Al dogma della conflittualità consegue il dogma della punizione, che trova nel diritto (naturale e positivo) un quadro di riferimento nobilitante, al quale normalmente ci si riferisce quando si parla del problema dell’ordine, che Hobbes ha risolto nel modo più radicale, postulando il Leviatano, e che Parsons ha tentato di risolvere in termini funzionalistici.»
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, p. 141)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], p. 141)
31/40«Institutionalized power becomes deviant power when it is used to obtain the persistence of a given political class, namely when the latter uses it to make its basis of consent static (on the structural level) and stationary (on the evolutionary level).» IT
Original text
«Il potere istituzionalizzato si trasforma in potere deviante quando viene usato in funzione della persistenza di una data classe politica, cioè viene usato da quest’ultima per rendere statica (sul piano strutturale) e stazionaria (sul piano evolutivo) la propria base del consenso.»(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, p. 144)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], p. 144)
32/40«The past history, here considered with reference to the structural dynamics (hence, as a parameter) and not to the evolutionary dynamics, has been characterized not only by the persisting negative involvement between the interests of the endogenous culture and the interests of the exogenous state cultures (grounded on power) but also by the coexisting attitude to total acquiescence towards external domination exhibited by the local élites. The past history has also been characterized by the fact that the endogenous culture has never been able to express innovatively any normative state-type system manifesting an autonomous organizational capacity of the social context; it only expressed primitive forms of organization, which never went beyond the narrow confines of the extended family and clan.
Given such a situation, characterized, among other things, by a tendency toward social and economic stationariness, the endogenous society could only reaffirm in anomalous and hidden forms its egalitarian values and try to realize them.» IT
Original text
«La storia passata, che qui viene presa in considerazione con riferimento alla dinamica strutturale (rispetto alla quale è considerata come parametro) e non alla dinamica evolutiva, è stata caratterizzata non solo dal persistente coinvolgimento negativo tra gli interessi della cultura endogena e quelli delle culture statuali esogene (di potere), ma anche dal contestuale atteggiamento di totale acquiescenza al dominio esterno da parte delle élites locali; e, inoltre, dal fatto che la stessa cultura endogena non è mai riuscita a esprimere in modo innovativo alcun ordinamento normativo di tipo statuale che manifestasse un’autonoma capacità organizzativa del contesto sociale, ma ha espresso solo forme primitive di organizzazione che non sono mai riuscite a superare i ristretti confini della famiglia estesa e del clan.
In questa situazione, caratterizzata tra l’altro da una tendenziale stazionarietà sociale ed economica, la società endogena non poteva che riproporre e tentare di realizzare i propri valori egualitaristici in forme del tutto anomale e nascoste.»
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, p. 146)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], p. 146)
33/40«The statehood of any culture is expressed not only by its organizational form but also by the principle of legitimacy underlying the organizational form being truly endogenous, namely, by the basis of consent related to the political élite identifying with the endogenous culture the élite expresses. If this does not happen, one can observe a form or semblance of a state, not a state properly speaking, because the reference points of such an organization differ from those compatible with the endogenous culture in terms of both contents and the proposed normative model.» IT
Original text
«La statualità di una cultura non è espressa solo dalla forma organizzativa, ma dal fatto che il principio di legittimazione che fonda la forma organizzativa sia realmente endogeno, cioè dal fatto che l’élite politica abbia una base del consenso che si identifichi nella cultura endogena che l’élite esprime. Se ciò non accade si può avere forma o parvenza di stato, ma non in senso proprio stato, in quanto i punti di riferimento di una tale organizzazione sono diversi da quelli compatibili con la cultura endogena, tanto nei contenuti, quanto nel modello normativo proposto.»(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, p. 147)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], p. 147)
34/40«Indeed, if a system institutionalizes some socializing ethics, it must give (for the sake of consistency) a social and economic role to each individual. That is not usually the case, as the legitimized (or institutionalized) forms of acquiring roles in the social context do not guarantee equal conditions among all individuals, given the inequality in resource distribution determined by the proprietary system and the accumulation dynamics in the market system.
For the purpose of a not strictly punitive control of deviation, usually, the groups that base their institutionalized socializing ethics on social and economic roles (with particular reference to private property and the market) institutionalize the principles of individualizing ethics, too, aimed at attributing an intrinsic value to each individual. This attribution leads to inconsistencies and contradictions, particularly relevant in the kidnapping case.» IT
Original text
«Se l’ordinamento istituzionalizza l’etica socializzante deve per coerenza dare realmente a ciascun soggetto un ruolo sociale ed economico. Di solito ciò non avviene, in quanto le modalità di acquisizione dei ruoli, legittimate (o istituzionalizzate) nel contesto sociale, non garantiscono situazioni paritetiche tra tutti i soggetti, data la diseguaglianza nella distribuzione delle risorse determinata dal sistema proprietario e dalla dinamica dell’accumulazione nel mercato.
Per esigenze di controllo non strettamente punitivo del deviamento, i gruppi che fondano la propria etica socializzante istituzionalizzata sui ruoli sociali ed economici (particolarmente riferiti alla proprietà privata e al mercato) di solito istituzionalizzano anche principi di etica individualizzante volti ad attribuire a ciascun soggetto un valore intrinseco; tale attribuzione, come si è detto, determina incoerenze e contraddizioni, che sono particolarmente rilevanti nel caso del sequestro.»
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, pp. 157-158)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], pp. 157-158)
35/40«The attempt to rewrite history (Sardinian and Italian history) based on a formalistic-juridical notion of state realizes an arbitrary separation, a split between state-form and state-culture. In Sardinia, the state form has never been related to an endogenous state culture but always to exogenous state cultures. For this reason, the Kingdom of Sardinia in 1324 and, more recently, the Kingdom of Italy did not express evolutionary stages of the same state; instead, they connoted radically different state cultures and, therefore, different states.
The evolutionary stages of a state form do not always go along with the corresponding evolutionary stages of the state culture. It may happen, on the contrary, that an original state form becomes related to some different and new state culture. In that event, the state (meant as the contextual expression of a state form and a state culture) changes.» IT
Original text
«Il tentativo di riscrivere la storia (sarda e italiana) fondandola su un concetto formalistico-giuridico di stato realizza un’arbitraria separazione tra forma-stato e cultura-stato. In Sardegna la forma-stato non è mai stata collegata a una cultura-stato endogena, ma sempre a culture-stato esogene. Per questo motivo il Regno di Sardegna del 1324 e, più recentemente, il Regno d’Italia non esprimono fasi evolutive del medesimo stato, ma connotano culture statuali radicalmente differenti, e quindi stati diversi.
Le fasi evolutive di una forma-stato non sempre si accompagnano a corrispondenti fasi evolutive della cultura-stato iniziale; anzi può accadere che la forma-stato iniziale si colleghi a una diversa e nuova cultura-stato. In questo caso cambia lo stato, come espressione contestuale di una forma-stato e di una cultura-stato.»
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, pp. 161-162)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], pp. 161-162)
36/40«The modification of interests (and the modification of the relations between interests) expresses the changes legitimated within the social context that make a dynamic equilibrium. When these changes are not allowed, the equilibrium is static (it can be altered by the deviation and recomposed by the punishment). The legal norm and the principle of retaliation, by definition, presuppose a static equilibrium (which the interpretation of the law attempts to adapt to social dynamics).» IT
Original text
«La modificazione degli interessi (e delle relazioni tra gli stessi) esprime i cambiamenti legittimati nel contesto sociale, che configurano un equilibrio dinamico; quando questi cambiamenti non sono ammessi si ha un equilibrio statico (il quale può essere alterato dal deviamento e ricomposto dalla punizione). La norma giuridica e il principio del contrappasso presuppongono per definizione un equilibrio statico (che l’interpretazione della norma tenta di adeguare alla dinamica sociale).»(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, p. 164)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], p. 164)
37/40«Punishment takes on different connotations and produces different effects, depending on the paradigm of reference according to which it is implemented. In principle, it could be instrumental to retaliation, social control, or educational objectives. However, that the punishment is taken into consideration (and administered) without an explicitly determined paradigm of reference does not mean that such a reference paradigm is not logically presupposed, albeit latently; otherwise, one could not even speak of punishment. It means, instead, that retaliation, social control, and education objectives are undifferentiated. The reason is that the principle of retaliation (as transposed into the legal norm, particularly the criminal law) is usually assumed as the sole paradigm of reference for punishment (and the sole objective to which punishment can be instrumental).» IT
Original text
«A seconda del quadro di riferimento in cui opera, la punizione assume connotazioni e produce effetti diversi. Essa può essere resa strumentale, in linea di principio, a obiettivi di contrappasso, a obiettivi di controllo sociale e a obiettivi educativi. Il fatto che la punizione venga presa in considerazione (e somministrata) senza un quadro di riferimento esplicitamente determinato non significa, comunque, che questo riferimento non sia logicamente presupposto, sia pure in modo latente, non potendosi altrimenti parlare di punizione; significa piuttosto che gli obiettivi del contrappasso, del controllo sociale e dell’educazione non vengono differenziati, in quanto normalmente si assume che l’unico quadro di riferimento della punizione (e l’unico obiettivo al quale la punizione possa essere resa strumentale) sia il principio del contrappasso (così come è recepito nella norma giuridica e, in particolare, nella norma penale).»
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, p. 194)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], p. 194)
38/40«Rehabilitation has very high social costs compared to the benefits it brings. For this reason, deprivation of personal freedom can be accepted, even leaving aside the rehabilitation, not as a punishment but simply as a prevention and social protection measure related to a behavior’s pathology resulting from an anomalous socialization process; but this requires renouncing to interpret punishment through the principle of retaliation.» IT
Original text
«La riabilitazione ha costi sociali molto elevati rispetto ai benefici che determina; per questo motivo la privazione della libertà personale può essere ammessa, anche prescindendo dalla riabilitazione, non come pena ma come pura e semplice misura di prevenzione e tutela sociale, collegata a una patologia del comportamento derivante da un processo di socializzazione anomalo; ma per far questo bisogna rinunciare a interpretare la pena mediante il principio del contrappasso.»(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, pp. 196-197)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], pp. 196-197)
39/40«If the deviation is associated with rehabilitation, then the punishment must be interpreted and used in a framework of social control and not retaliation. In this regard, the antinomy of punishment suffers from the confusion between retaliation and social control.
It is difficult to change an established situation, although the debates on punishment and punishment-related rehabilitation (despite the conceptual misunderstanding they suffer) show a gradual weakening of the ideology of retaliation on the cultural (historical) level (a weakening that cannot be fully expressed from Kelsen’s formalistic perspective). However, punishment and rehabilitation are mutually exclusive concepts, as they postulate incompatible reference frameworks.» IT
Original text
«Se al deviamento viene associata la riabilitazione, la punizione deve essere necessariamente interpretata e usata entro una logica di controllo sociale e non di contrappasso. In questo senso l’antinomia della pena risente della confusione tra contrappasso e controllo sociale.
È difficile modificare una situazione consolidata, anche se i dibattiti sulla pena e sulla rieducazione associata alla pena, pur nell’equivoco concettuale che manifestano, mostrano un progressivo depotenziamento, sul piano culturale (storico), dell’ideologia del contrappasso (depotenziamento che non può essere espresso compiutamente nella prospettiva formalistica di Kelsen). Pena e riabilitazione sono, comunque, concetti mutuamente esclusivi, in quanto postulano quadri di riferimento non compatibili.»
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, pp. 197-198)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], pp. 197-198)
40/40«The lack of a deterrent effect shows that punishment has not worked as an independent variable for interrupting the deviant instrumental behavior and, with a very high probability, will not work in the future under equivalent situations.
From this perspective, given that the behavioristic relevance of the punishment is not the expiation but the interruption of the instrumental operants that realize deviation, the operativeness of punishment in relation to deviation is nil. However, although useless for the deviant, administering the punishment is useful to give real meaning to the announced punishment, namely to prevent future deviations by individuals with potential attitudes towards deviation compared to those of the actual deviant.» IT
Original text
«Il mancato effetto dissuasivo indica che la punizione non ha funzionato come variabile indipendente rispetto all’interruzione dei comportamenti strumentali devianti e che, con probabilità molto alta, in situazioni equivalenti, non funzionerà per il futuro.
In questa prospettiva, poiché il significato comportamentistico della pena non è l’espiazione, ma l’interruzione degli operanti strumentali che realizzano il deviamento, la operatività della pena rispetto al deviamento è nulla. Tuttavia la sua somministrazione, ancorché inutile per il deviante, è utile per conferire significato reale alla pena annunciata, cioè per impedire futuri deviamenti in soggetti che abbiano atteggiamenti devianti potenziali rispetto a quelli del deviante attuale.»
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale, pp. 199-200)
(G. Bolacchi, Il sequestro come fatto sociale [The kidnapping as a social fact], pp. 199-200)