«One may wonder why a Galilean-type revolution took so long to manifest in the field of human behavior analysis compared to what happened in the field of natural sciences. One may also wonder why the achievements of the scholars who initiated the experimental research on human behavior, laying the foundations for a scientific theory of psychological and social phenomena, have not become part of the field of experience and the common language of ordinary people, in contrast to what happened with natural sciences.
One first answer to these questions is that behavior science, founded on controlled (laboratory) experiments, contrasts with the subjective interpretations of human behavior, i.e., the intuitive stances resulting from emotional situations on which current social structures rest. A second answer is that subjective interpretations give rise to class differentiation, class conflict, and consequently, power relations. Therefore, the social space for a scientific (i.e., intersubjective) consideration of human behavior is very narrow. […]
The dissemination of human sciences is hindered not only by the structures of power but also by incorrect theoretical approaches originating both in traditional metaphysics and the Weberian philosophical method of the social sciences and, broadly speaking, in the thought of philosophers belonging to the so-called school of contemporary German historicism. Many scholars still consider the latter an unsurpassed culmination of methodological reflections on human behavior due to its contrast with traditional metaphysics and openness in terms of cultural relativism.» IT
Original text
«Ci si può chiedere perché mai una rivoluzione di tipo galileiano per quanto concerne l’analisi del comportamento umano abbia tardato tanto a manifestarsi rispetto a ciò che è avvenuto nelle scienze naturali e per quale motivo le conclusioni di coloro che hanno avviato la ricerca sperimentale del comportamento umano ponendo le basi per la costruzione di una teoria scientifica dei fenomeni psicologici e sociali non siano entrate a far parte del linguaggio comune e del campo delle esperienze dell’uomo medio così come avviene per le scienze naturali.
Una prima risposta a queste domande è data dal fatto che la scienza sperimentale del comportamento contrasta con le interpretazioni soggettive del comportamento umano che consistono in atteggiamenti intuitivi derivanti da situazioni emotive e sulle quali si fondano le attuali strutture sociali. Una seconda risposta consiste nel fatto che queste interpretazioni soggettive danno luogo alla differenziazione e al conflitto di classe e, in conseguenza, ai rapporti di potere; pertanto lo spazio sociale riservato a una considerazione scientifica, cioè espressa in termini intersoggettivi, del comportamento umano è molto ristretto. […]
La diffusione delle scienze dell’uomo è ostacolata non solo dalle strutture di potere ma anche da errate impostazioni teoriche che hanno la loro origine, sia nella metafisica di tipo tradizionale, sia nella metodologia filosofica delle scienze sociali di Weber e in genere nel pensiero dei filosofi appartenenti alla cosiddetta scuola dello storicismo tedesco contemporaneo; pensiero che da molti, per via della sua contrapposizione con la metafisica tradizionale e delle sue aperture in termini di relativismo culturale, è tuttora considerato come un punto di arrivo insuperato della riflessione metodologica sul comportamento umano.»
(Il problema del metodo nella sociologia, pp. 3-4)
(Il problema del metodo nella sociologia [The problem of method in sociology], pp. 3-4)
Il problema del metodo nella sociologia (Critica di alcune prospettive metafisiche)
[The problem of method in sociology (Criticism of some metaphysical perspectives)]
[The problem of method in sociology (Criticism of some metaphysical perspectives)]
- Gli ostacoli alla comprensione scientifica del comportamento umano.
[Obstacles to scientific understanding of human behavior] - La prospettiva di Max Weber.
[Max Weber’s perspective] - La distinzione tra scienze storico-sociali e scienze naturali.
[The distinction between historical-social sciences and natural science] - La confusione tra prospettiva evoluzionistica e prospettiva strutturale.
[Confusion between evolutionary versus structural perspective] - La spiegazione causale.
[The causal explanation] - Prospettiva strutturale e prospettiva evoluzionistica con riferimento all’ordine seriale.
[Structural perspective versus evolutionary perspective in relation to serial order] - L’inconsistenza del concetto di comprensione scientifica dei fenomeni nel loro divenire storico.
[The inconsistency of the concept of scientific understanding of phenomena in their historical becoming] - Verifica e imputazione causale.
[Verification and causal attribution] - Critica del metodo della spiegazione condizionale.
[Criticism of the conditional (counterfactual) explanation method] - Osservazioni sulla struttura del linguaggio scientifico.
[Remarks about the structure of scientific language] - Un esempio di relazione funzionale.
[An example of functional relation] - Relazione funzionale e ordine seriale: analisi dinamica e analisi statica.
[Functional relation and serial order: dynamics analysis and statics analysis] - Il tempo come ordine (dinamica strutturale) e il tempo come direzione (dinamica cumulativa).
[The order of time (structural dynamics) and the direction of time (cumulative dynamics)] - Le analisi sociali in termini di equilibrio e di forze.
[Social analyses in terms of equilibrium and forces] - La prospettiva di Talcott Parsons.
[Talcot Parsons’s perspective] - I modi di organizzazione degli elementi dell’azione.
[Modes of organizing action elements] - Predicati sperimentali e predicati teorici. Il livello di astrazione dei predicati.
[Experimental predicates and theoretical predicates. The abstraction level of predicates] - La relazione di interscambio, la relazione di appartenenza e la relazione di controllo.
[The interchange relation, the belong-to relation, the controlling relation] - Le dicotomie neutralità-affettività e specificità-generalità e l’uso della relazione combinatoria.
[The dicotomies neutrality-affectivity and specificity-diffuseness and the combinatorial relation] - Il distacco tra la prospettiva metafisica di Parsons e la prospettiva scientifica.
[The disconnect between Parsons’s metaphysical perspective and scientific perspective] - La distinzione tra processi di confine e processi interni.
[The distinction between boundary processes and internal processes] - I concetti di personalità e need-disposition.
[The concepts of personality and need-disposition] - Le relazioni di interscambio tra il sistema psicologico e gli altri sistemi.
[The interchange relations between the psychological system and other systems] - Considerazioni critiche conclusive sul metodo di Parsons.
[Final critical remarks on Parsons’s method]
Faggiani D., La struttura logica della fisica, Torino, 1957
Homans G.C., Social behavior: its elementary forms, London, 1961
Mach E., La meccanica nel suo sviluppo storico-critico, Torino, 1968
Pareto V., Corso di economia politica, Torino, 1948
Parsons T., An approach to psychological theory in terms of the theory of action, in: S. Koch (ed.), Psychology: a study of a science, N.Y., 1959, vol. III
Parsons T., La struttura dell’azione sociale, Bologna, 1962
Parsons T., Pattern variables revisited: a response to Robert Dubin, in: T. Parsons, Sociological theory and modern society, N.Y., 1967
Parsons T., Shils E.A. et al., Some fundamental categories of the theory of action: a general statement, in: T. parsons, E.A. Shils (eds.), Toward a general theory of action, Cambridge, Mass, 1951
Parsons T., Shils E.A., Values, motives, and systems of action, in: T. parsons, E.A. Shils (eds.), Toward a general theory of action, Cambridge, Mass, 1951
Rossi P., Lo storicismo tedesco contemporaneo, Torino, 1956
Weber M., Il metodo delle scienze storico sociali, Torino, 1958
Short excerpts
1/20«The Weberian argument founding the value-freedom of historical-social sciences can be interpreted just in the opposite way due to its intrinsic contradiction; in fact, it strengthened all metaphysical theories which deny the possibility of a scientific, hence intersubjective, analysis of human behavior. This denial also extended to the scientific discourse at large, which accordingly would be characterized by the evaluative attitude of the researcher, whose choice among the infinite perspectives of analysis would be arbitrary, although justified by the cultural values at that given historical time.» IT
Original text
«In definitiva la problematica weberiana volta a fondare la avalutatività delle scienze storico-sociali, per la intrinseca contraddizione che la caratterizza, si presta ad essere interpretata esattamente nel modo contrario; ed infatti essa ha rinforzato positivamente tutte le teorie metafisiche che negano la possibilità di un’analisi scientifica e quindi intersoggettiva del comportamento umano. Negazione che è stata estesa anche al discorso scientifico in generale, il quale risulterebbe in tal modo caratterizzato dall’atteggiamento valutativo del ricercatore che tra le infinite prospettive di analisi opererebbe una scelta arbitraria ancorché giustificata dai valori culturali esistenti in un dato momento storico.»
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia, pp. 6-7)
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia [The problem of method in sociology], pp. 6-7)
2/20«The causal relation, in science, entails that the analysis concerns a specified but not an individualized phenomenon, given that repeatability characterizes the causal relation. Repeatability excludes the possibility of speaking of the researcher’s choice, referring to the determination of the experimental predicates of scientific discourse, in the sense as Weber spoke of the selection of some of the infinite multiplicity of causes to establish a causal relation. The researcher’s activity is not a matter of choice, as identifying variables and (hypotheses of) relations between variables cannot be arbitrary. On the contrary, it is constrained by the hypothesized relations explicating the phenomena, namely, systematizing the phenomena within increasingly comprehensive schemata (which explain increasingly large classes of phenomena) with an increasingly high abstraction level and allowing for the verification of these schemes at the operational level.» IT
Original text
«La relazione di causalità della scienza implica che il fenomeno analizzato sia determinato ma non individualizzato; la relazione causale ha infatti carattere di ripetibilità. Ma la ripetibilità esclude che, con riferimento alla determinazione dei predicati sperimentali del discorso scientifico, si possa parlare di scelta da parte del ricercatore, nello stesso senso in cui, tra la molteplicità infinita di cause di cui parla Weber, se ne trascelgono alcune per costruire la relazione di causalità. L’attività del ricercatore non è attività di scelta, in quanto l’individuazione delle variabili e delle relazioni (ipotesi) che le collegano non può essere arbitraria, ma è condizionata dal fatto che le relazioni postulate esplichino i fenomeni, cioè li inquadrino entro schemi sempre più comprensivi (che esplicano classi di fenomeni sempre più ampi) aventi un livello di astrazione sempre più elevato, e consentano una verifica di questi schemi sul piano operativo.»
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia, pp. 7-8)
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia [The problem of method in sociology], pp. 7-8)
3/20«The historicalness of the motives and social values that guided and pushed the researcher to undertake specific research does not imply the subjectivity of the scientific discourse. On the contrary, the scientific discourse is intersubjective in that it can be operationalized and expresses properties typical of classes of phenomena rather than individualized phenomena. Scientific intersubjectiveness survives (so to speak) the cultural context within which the scientific discourse is formulated. Subsequent enlargements of the scientific discourse are not the product of new choices in a new historical context, which involve the rejection of the previous choices; instead, these enlargements represent a widening of the applicability of scientific discourse to phenomena not explained by the previous narrower formulation.» IT
Original text
«La storicità delle motivazioni che hanno orientato il ricercatore e dei valori sociali che lo hanno spinto a intraprendere una data ricerca non implica che il discorso scientifico formulato sia soggettivo; al contrario esso è intersoggettivo in quanto è operativizzabile ed esprime proprietà tipiche di classi di fenomeni e non di fenomeni individualizzati. Questa intersoggettività sopravvive per così dire alla cultura nell’ambito della quale il discorso scientifico viene formulato e i successivi ampliamenti del discorso scientifico non sono il prodotto di nuove scelte effettuate in un nuovo contesto storico implicanti un rifiuto delle scelte precedenti, ma costituiscono invece un ampliamento dell’applicabilità del discorso scientifico a fenomeni che non potevano essere esplicati utilizzando la precedente formulazione più ristretta.»
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia, p. 8)
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia [The problem of method in sociology], p. 8)
4/20«When the scientific discourse is considered in its intersubjectiveness, the discourse predicates are taken into account without reference to any concrete set of historically determined behaviors, such as those carried out by researchers in their research activity. The successive stages that mark the historical diversification of the scientific discourse are analyzed with reference to the abstraction levels of the fundamental postulates and of the new postulates whose insertion, replacing the previous ones, results in the widening of the domain of application of the discourse. The new postulates have a higher level of abstraction than the previous ones, which always belong to scientific discourse as special cases of a more comprehensive system; this is the case, in physics, of Newton’s theory compared to Einstein’s.» IT
Original text
«Quando si considera il discorso della scienza nella sua intersoggettività, i predicati di tale discorso vengono presi in considerazione senza alcun riferimento a un concreto insieme di comportamenti storicamente determinati quali quelli posti in essere dal ricercatore nella sua attività di ricerca; e i successivi stadi in cui storicamente si diversifica il discorso della scienza vengono analizzati con riferimento ai livelli di astrazione dei postulati fondamentali e dei nuovi postulati la cui inserzione in sostituzione dei precedenti determina un ampliamento di significatività del discorso. I nuovi postulati hanno un livello di astrazione più elevato dei precedenti, per cui questi ultimi appartengono sempre al discorso della scienza come casi particolari di un sistema più comprensivo; è questo il caso, nella fisica, della teoria di Newton rispetto a quella di Einstein.»
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia, p. 8)
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia [The problem of method in sociology], p. 8)
5/20«According to Weber, the difference should consist in the orientation of the historical-social sciences to singularity (individuality), whereas the natural sciences would be oriented to generality. Therefore, there would be two types of causal schemata: an individualizing causal schema and a generalizing causal schema; that is, causality pertaining to non-repeatable and individualized phenomena (i.e., phenomena inserted in irreversible evolutionary dynamics) and causality pertaining to classes of phenomena (i.e., a repeatable and generalized relation between phenomena expressing reversible dynamics). It goes without saying that the concept of causality is completely misrepresented compared to its explicandum within the methodological language of science.» IT
Original text
«Per Weber la differenza dovrebbe consistere nel fatto che le scienze storico-sociali sarebbero orientate verso l’individualità, mentre le scienze naturali sarebbero orientate verso la generalità. Si avrebbero pertanto due tipi di schemi causali: uno schema causale individualizzante e uno schema causale generalizzante, una causalità riferita a fenomeni non ripetibili e individualizzati (cioè inseriti in una dinamica irreversibile evolutiva) e una causalità riferita a classi di fenomeni, cioè a un rapporto ripetibile e generalizzato tra fenomeni esprimenti una dinamica reversibile. È evidente che in tal modo il concetto di causalità risulta del tutto travisato rispetto all’explicandum che è preso in considerazione nel linguaggio metodologico della scienza.»
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia, p. 11)
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia [The problem of method in sociology], p. 11)
6/20«Weber’s thought is vitiated by a methodological confusion between the historical perspective, regarded as an orientation to singularity (individuality), and the scientific (structural) perspective, oriented to determining a system of laws. From a commonsense perspective, social phenomena appear in their continuous flux, undergoing an irreversible change. However, this does not entail the impossibility of constructing a structural perspective comparable (at the methodological level) to the perspective of natural sciences, based on which it is possible to find out relations between social phenomena not reducing to the mere chronological order defined in terms of irreversibility. Within commonsense language (i.e., in everyday experience), the two aspects are not always consciously distinguished; however, this should not lead one to believe that it is impossible to distinguish precisely the two perspectives on the level of social theory. The sciential interest can orient the research activity towards either a structural perspective or a historical perspective (i.e., an analysis circumscribed in evolutionary terms). Therefore, albeit the two phenomena may appear indistinct to common sense, the scientific methodology allows us to identify two specific viewpoints which characterize two different types of knowledge.» IT
Original text
«Tutto il pensiero di Weber è viziato dalla confusione che egli opera sul piano metodologico tra momento storico considerato come orientamento verso l’individualità e momento scientifico o strutturale mirante alla determinazione di un sistema di leggi. È evidente come dal punto di vista del senso comune i fenomeni sociali ci si presentino nel loro continuo flusso, cioè come sottoposti a un mutamento di tipo irreversibile. Questo non implica però l’impossibilità di costruire una prospettiva strutturale, analoga (metodologicamente) a quella delle scienze naturali, in base alla quale sia possibile individuare relazioni tra fenomeni sociali non riducentisi al mero ordine temporale definito in termini di irreversibilità. Il fatto che nel linguaggio comune, cioè nell’esperienza comune, questi due momenti non vengano sempre consapevolmente distinti non deve far credere che non sia possibile sul piano della teoria sociale distinguere esattamente le due prospettive. L’interesse conoscitivo della ricerca può essere infatti orientato, sia verso una prospettiva strutturale, sia verso una prospettiva storica, cioè verso una delimitazione dell’analisi in termini evoluzionistici. Ecco quindi che mentre per il senso comune i due fenomeni possono apparire anche indistinti, la metodologia della scienza ci consente di individuare due specifici punti di vista che caratterizzano due differenti tipi di conoscenza.»
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia, p. 12)
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia [The problem of method in sociology], p. 12)
7/20«Thinking about the causal explanation as identification of the total number of causes that determine a given phenomenon means considering causality in metaphysical terms. Weber did not realize this fact and, hence, did not understand that the schema of the functional explanation is valid in both social and natural sciences. It is evident, in fact, that the two concepts of causality -the metaphysical one relating to the classical model of causal explanation and the functional one- are radically different. On the one hand, the classic concept of causality is meant as a necessary relation between phenomena, namely, as an explanation intended to trace the endless number of causal relations reflecting an ontological structure of reality, which would implicate a system of general laws; it expresses a necessary determinism that translates into a system of principles which are unconditionally valid. On the other hand, the concept of functional schema presupposes the impossibility of tracing the totality of factors determining a given phenomenon; therefore, it turns out to be incompatible with a concept of causality understood as a necessary relation between phenomena.» IT
Original text
«Ora concepire la spiegazione causale come individuazione della totalità delle cause che determinano un dato fenomeno significa appunto considerare la causalità in termini metafisici. Weber non si è reso conto di questo fatto e non ha pertanto compreso che lo schema di spiegazione funzionale è valido tanto nell’ambito delle scienze sociali quanto in quello delle scienze naturali. È evidente infatti come i due concetti di causalità, quello metafisico concernente il modello classico di spiegazione causale e quello funzionale, siano radicalmente diversi. Da un lato il concetto classico di causalità come rapporto necessario tra fenomeni, cioè come spiegazione volta a risalire alla infinità dei rapporti causali la quale riflette una struttura ontologica della realtà implicante un sistema di leggi generali cioè un determinismo necessario che si traduce in un sistema di principi forniti di validità incondizionata; dall’altro lato il concetto di schema funzionale il quale ovviamente risulta incompatibile con il concetto di causalità come rapporto necessario tra i fenomeni, in quanto presuppone l’impossibilità di risalire alla totalità dei fattori che hanno contribuito a produrre un dato fenomeno.»
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia, pp. 13-14)
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia [The problem of method in sociology], pp. 13-14)
8/20«The metaphysical concept of causality as a relation between phenomena characterized in terms of universal order and necessity (i.e., a relation between countless factors and a given phenomenon) is an erroneous characterization of the scientific discourse (be it natural or social sciences). The structure of scientific discourse consists, in fact, of functional relations. It means methodological determinism is valid in the scientific discourse, not metaphysical determinism. Methodological determinism does not entail the attribution of a truth-value to the alternative between determinism and indeterminism as to real processes, which is a metaphysical perspective; it only expresses an adequacy condition for scientific discourse, such that the latter must be characterized by functional relations and serial order to be considered scientific. It is thereby excluded from the domain of scientific methodology any metaphysical characterization about the existence or non-existence of a necessary order among phenomena.» IT
Original text
«La concezione metafisica della causalità come rapporto tra fenomeni caratterizzati in termini di ordine universale e di necessarietà ovvero come rapporto tra una molteplicità infinita di fattori e un fenomeno dato costituisce una caratterizzazione erronea del discorso scientifico, sia che si tratti delle scienze naturali che delle scienze sociali, in quanto la struttura del discorso scientifico è costituita da relazioni funzionali. Questo significa che il determinismo valido all’interno del discorso scientifico non è un determinismo metafisico ma un determinismo metodologico. Esso non implica l’attribuzione di un qualche valore di verità all’alternativa tra determinismo e indeterminismo con riferimento ai processi reali, cioè con riferimento a una prospettiva metafisica; il determinismo metodologico esprime solo una condizione di adeguatezza del discorso scientifico, nel senso che quest’ultimo, per poter essere considerato scientifico, deve essere qualificato in termini di relazioni funzionali e di ordine seriale. Viene in tal modo esclusa dall’ambito della metodologia scientifica qualsiasi caratterizzazione metafisica concernente l’esistenza o l’inesistenza di un ordine necessario tra i fenomeni.»
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia, p. 15)
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia [The problem of method in sociology], p. 15)
9/20«A radical difference exists on the level of scientific methodology between the evolutionary perspective, which considers phenomena in terms of irreversibility, and the structural perspective, which considers phenomena in terms of an indeterminate serial order as to the change in the content of states (reversibility). Not seeing this difference led Weber to several contradictions, which are ultimately reflected in the ideal-type theory and the definition of the object of sociology.» IT
Original text
«Vi è quindi una radicale distinzione sul piano della metodologia della scienza tra la prospettiva evoluzionistica che considera i fenomeni in termini di irreversibilità e la prospettiva strutturale che considera i fenomeni sulla base di un ordine seriale indeterminato rispetto alle modificazioni nel contenuto degli stati (reversibilità). Il non aver visto questa distinzione ha determinato in Weber una serie di contraddizioni che sostanzialmente si riflettono nella teoria del tipo ideale e nella determinazione dell’oggetto della sociologia.»
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia, pp. 17-18)
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia [The problem of method in sociology], pp. 17-18)
10/20«Overcoming the perspective of historicist metaphysics and analyzing the behavior in structural terms make it possible to explicate human phenomena regardless of history. The latter ceases to be what Weber presumably believed it to be: the great laboratory in which the social scientist should work a posteriori. The irrelevance of the historical viewpoint for the construction of social science does not imply that events that have already occurred cannot be scientifically explicated. However, the explication is based on laws verified in the laboratory and expressed in functional terms, which is why the fact to be explicated is no longer characterized in terms of individuality (singularity) but of repeatability or reproducibility.» IT
Original text
«Se si supera la prospettiva metafisica storicistica e si analizza il comportamento in termini strutturali, allora l’esplicazione dei fenomeni umani può avvenire prescindendo completamente dalla storia la quale cessa di essere, come invece credeva presumibilmente Weber, il grande laboratorio in cui dovrebbe operare a posteriori lo scienziato sociale. L’irrilevanza della considerazione storica per la costruzione di una scienza sociale non implica ovviamente che i fatti già avvenuti non possano essere esplicati scientificamente. La spiegazione avviene tuttavia in base a leggi verificate in laboratorio ed espresse in termini funzionali per cui il fatto da esplicare viene caratterizzato non più in termini di individualità bensì in termini di ripetibilità o riproducibilità.»
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia, p. 23)
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia [The problem of method in sociology], p. 23)
11/20«The scientific explanation of phenomena consists in identifying a set of variables and the relations between these variables. The reason why some variables are assumed as typical variables is not a problem within the language of science, as the field is always open to the identification of new variables with a lower abstraction level (restrictive predicates) or with a higher abstraction level than the abstraction level of the fundamental predicates characterizing the scientific discourse at any given time.
The only condition for introducing new predicates is that these predicates must always be related to each other according to the rules characterizing the structure of the language of science. This structure is given by the functional relation between three types of variables (dependent and independent variable, parameters) at the level of both experimental predicates and more abstract predicates: Rf (x, y; p1, p2, …, pn).» IT
Original text
«L’esplicazione scientifica dei fenomeni consiste nell’individuazione di un insieme di variabili e delle relazioni che sussistono tra queste variabili. Il perché certe variabili vengano assunte come variabili tipiche non costituisce un problema all’interno del linguaggio della scienza in quanto resta sempre aperto il campo all’individuazione di nuove variabili aventi un livello di astrazione meno elevato (predicati limitativi) o un livello di astrazione più elevato dei predicati fondamentali che a un dato tempo caratterizzano il discorso scientifico.
L’unica condizione posta all’introduzione di nuovi predicati è data dal fatto che i predicati introdotti debbono essere sempre tra loro collegati secondo le regole che caratterizzano la struttura del linguaggio della scienza. Questa struttura è data dalla relazione funzionale tra tre tipi di variabili (dipendente, indipendente e parametri) che si ritrova tanto al livello dei predicati sperimentali quanto al livello dei predicati più astratti: Rf (x, y; p1, p2, …, pn).»
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia, p. 24)
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia [The problem of method in sociology], p. 24)
12/20«Whether designed from the perspective of statics or dynamics, scientific analyses are always based on the fundamental relation Rf (x, y; p1, p2, …, pn). In one case, the relation is seen as an asymmetric relation expressing an interdependence between the factors taken into consideration, pure and simple; no (temporal) order of states can be derived from it. In the other case, the relation contains time as an independent implicit variable; hence, it is also seen as an order relation from which a (temporal) sequence of states can be derived.» IT
Original text
«Le analisi scientifiche formulate dal punto di vista della statica o dal punto di vista della dinamica si fondano, quindi, entrambe sulla relazione fondamentale Rf (x, y; p1, p2, …, pn) che in un caso è vista solo come pura e semplice relazione asimmetrica esprimente una interdipendenza tra i fattori che si considerano e dalla quale non è ricavabile un ordine (temporale) degli stati; mentre nell’altro caso, poiché contiene il tempo come variabile indipendente implicita, è vista anche come relazione d’ordine dalla quale si ricava una successione (temporale) degli stati.»
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia, p. 26)
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia [The problem of method in sociology], p. 26)
13/20«We can observe that an explanatory schema of history, i.e., cumulative (evolutionary) dynamics, cannot be constructed by considering the order of time. Cumulative (evolutionary) dynamics consists of a sequence of serially ordered states, where time is considered not as an order but as a direction. Here, the states of the system are ordered by referring to the change in the content of states; namely, change is characterized in terms of evolution (cumulative process).» IT
Original text
«Possiamo osservare a questo punto che sulla considerazione del tempo come ordine non può fondarsi uno schema esplicativo della storia, cioè della dinamica cumulativa (o evolutiva). Quest’ultima infatti consiste in una successione di stati ordinati serialmente nella quale il tempo è considerato non come ordine ma come direzione. In questo caso gli stati del sistema sono ordinati con riferimento al mutamento nel contenuto degli stati; il mutamento è cioè caratterizzato in termini di evoluzione (processo cumulativo).»
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia, p. 27)
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia [The problem of method in sociology], p. 27)
14/20«An inverse description of the process is conceivable in both the reversibility and irreversibility cases. In the reversibility case, however, the two descriptions are structurally identical because the meaning of the relation remains unchanged in the two descriptions (it is possible to describe the process in reverse order). In the irreversibility case, on the contrary, the inverse description (description in negative time, -t) is structurally different from the original one (description in positive time, +t); i.e., the meaning of the relation differs in the two descriptions because the process can only be described in the original order (direction).» IT
Original text
«Tanto nel caso della reversibilità quanto nel caso dell’irreversibilità è ipotizzabile una descrizione inversa del processo. Ma mentre nel caso della reversibilità le due descrizioni sono strutturalmente identiche in quanto il significato della relazione permane invariato nelle due descrizioni (possibilità di descrizione del processo nel verso contrario), nel caso dell’irreversibilità la descrizione inversa (descrizione nel tempo negativo) è strutturalmente diversa da quella originaria (descrizione nel tempo positivo), cioè il significato della relazione è diverso nelle due descrizioni in quanto il processo può essere descritto solo nel verso originario.»
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia, p. 28)
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia [The problem of method in sociology], p. 28)
15/20«In the field of social sciences, the relation Rf (x, y; p1, p2, …, pn) can refer to time as an implicit independent variable, but this does not entail that the social laws can be expressed in terms analogous to dynamics in physics.
In this regard, it should be pointed out the methodological character of our analyses on the structure of scientific discourse: they concern the identification, at the semantic level, of the most abstract relations that characterize any domain of scientific discourse; hence, not only the social-sciences discourse but also the natural-sciences discourse. However, this consideration should not lead to the erroneous conclusion that it is possible to construct the discourse of the social sciences based on naïve analogies with the discourse of physics.» IT
Original text
«Il fatto che, nell’ambito delle scienze sociali, la relazione Rf (x, y; p1, p2, ..., pn) possa contenere un riferimento al tempo come variabile indipendente implicita non implica che le leggi sociali possano essere espresse in termini analoghi a quelli della dinamica nella fisica.
A questo proposito è necessario, anzitutto, precisare che le analisi da noi svolte sulla struttura del discorso della scienza hanno carattere metodologico, cioè concernono l’individuazione su un piano semantico delle relazioni più astratte che caratterizzano qualsiasi tipo di discorso scientifico e quindi non solo il discorso delle scienze sociali ma anche quello delle scienze naturali. Questo fatto però non deve far erroneamente supporre che il discorso delle scienze sociali possa essere costruito sulla base di ingenue analogie con quello della fisica.»
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia, p. 29)
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia [The problem of method in sociology], p. 29)
16/20«The above allows us to point out that it is possible to speak of dynamics analysis in the social sciences when the relation Rf (x, y; p1, p2, …, pn) contains time as an implicit independent variable; but one should be aware that such a dynamics analysis has nothing to do with mechanics. Even if, on a methodological level, the functional relation is used (as in physics), it acquires a radically different meaning and relates radically different predicates (variables).
Conceiving the social dynamics in terms of equilibria and forces is sterile from the scientific perspective because these concepts have no explanatory capacity for social phenomena.» IT
Original text
«Quanto abbiamo detto ci consente di precisare che, nell’ambito delle scienze sociali, quando la relazione Rf (x, y; p1, p2, ..., pn) contiene la variabile tempo come variabile indipendente implicita possiamo parlare di analisi dinamica, ma dobbiamo tener presente che si tratta di un’analisi dinamica che non ha niente a che vedere con la meccanica. Infatti, pur utilizzando sul piano metodologico la relazione funzionale (allo stesso modo della fisica), questa relazione assume un significato radicalmente diverso e si pone tra predicati (variabili) radicalmente diversi.
Concepire la dinamica sociale in termini di equilibri e di forze è del tutto sterile dal punto di vista scientifico in quanto tali concetti non possiedono alcuna capacità esplicativa dei fenomeni sociali.»
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia, p. 31)
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia [The problem of method in sociology], p. 31)
17/20«The search for abstract predicates that unify different experimental predicates forces us to abandon the empirical meanings of ordinary language and to look for concepts that, in most cases, can seem incompatible with the concepts drawn from everyday experience. How does this happen? Let us dwell on an example of great methodological importance, that of mechanics, and analyze the first step (taken by Galileo) to unify the motion of celestial bodies and the motion of bodies on earth using more abstract predicates.
Galileo made this unification possible by formulating the law of inertia, which states that an object preserves its state of rest or keeps moving in a straight line at a constant speed when no forces act upon it. We can observe that this hypothesis is surprisingly distant from the commonsense experience because it postulates that uniform motion in a right line does not require any force. Galileo’s hypothesis, which allowed Newton to find out even more abstract predicates on which to establish laws valid for every type of motion, is an example of the insertion in the scientific language of a theoretical predicate whose abstraction level is such as to enable the unification of several experimental predicates.» IT
Original text
«La ricerca di predicati astratti che unificano differenti predicati sperimentali ci costringe ad abbandonare i significati empirici del linguaggio comune e a ricercare concetti che spesso possono sembrare molto poco compatibili con i concetti tratti dall’esperienza comune. Come avviene questo passaggio? Soffermiamoci ancora sull’esempio della meccanica, che ha un grande significato metodologico, analizzando il primo passo (compiuto da Galileo) per arrivare alla unificazione del moto dei corpi celesti e di quello dei corpi sulla terra utilizzando predicati più astratti.
Galileo rese possibile questa unificazione formulando la sua legge di inerzia che dice: quando nessuna forza agisce su un corpo questo resta fermo o si muove in linea retta con velocità costante. Come si vede questa ipotesi è sorprendentemente lontana dall’esperienza del senso comune in quanto postula che un moto rettilineo uniforme non richieda nessuna forza. L’ipotesi di Galileo, che consentì poi a Newton di scoprire i predicati ancora più astratti su cui fondare le leggi valide per ogni tipo di moto, costituisce un esempio di inserimento nel linguaggio della scienza di un predicato teorico avente un livello di astrazione tale da consentirgli di unificare differenti predicati sperimentali.»
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia, p. 37)
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia [The problem of method in sociology], p. 37)
18/20«The cultural obstacles that interfere with the development of social sciences are of the same type as those that even Galileo had to overcome. Even back then, a prescientific kind of physics (i.e., Aristotelian physics) was institutionalized and characterized social structures. Namely, the domain of social interests was so vast that it also included the acceptance of some philosophical presuppositions about physical phenomena.» IT
Original text
«Gli ostacoli culturali che interferiscono sullo sviluppo delle scienze sociali sono dello stesso tipo di quelli che anche Galileo dovette superare. Anche allora un certo tipo di fisica prescientifica, cioè la fisica aristotelica, era istituzionalizzata e caratterizzava le strutture sociali, nel senso che l’ambito degli interessi sociali era così vasto da ricomprendere anche l’accettazione di certi presupposti filosofici concernenti i fenomeni fisici.»
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia, p. 44)
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia [The problem of method in sociology], p. 44)
19/20«This crucial point has not been detected even by the most acute critics of Parsons, such as Homans. Although he is right when he states that Parsons’s theory is a purely taxonomic and non-explicative theory, he is wrong when he states that identifying categories is the first step in building a scientific discourse and that this step should be completed later by identifying the propositions (the relations between categories). The distinction between these two aspects (identifying categories and identifying relations between categories) does not conform to the scientific method. The aspect of the identification of categories is metaphysical, as it is not possible to identify functional relations between essences but only to connect essences through radically different relations.» IT
Original text
«Questo punto fondamentale non è stato rilevato neanche dai critici più acuti di Parsons come Homans, il quale sebbene affermi giustamente che la teoria di Parsons è meramente tassonomica e non ha valore esplicativo, sbaglia laddove afferma che la individuazione delle categorie è il primo passo della costruzione di una scienza, che deve successivamente essere completato dalla individuazione delle proposizioni (le relazioni tra le categorie). La distinzione tra questi due momenti (individuazione delle categorie e individuazione delle relazioni tra le categorie) è in contrasto col metodo scientifico. Il primo momento, cioè quello della individuazione delle categorie, è metafisico in quanto non è possibile individuare relazioni funzionali tra le essenze, ma è solo possibile collegare queste essenze con relazioni di tipo radicalmente diverso.»
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia, p. 46)
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia [The problem of method in sociology], p. 46)
20/20«The classification mentioned above of motions in pre-Galilean physics resembles Parsons’s classification. It is notable that physical science, as already observed, did not develop as long as it continued to establish relations between the metaphysical categories of Aristotelian physics for the very reason that the functional relation had not yet been identified. The functional relation marks the transition from the question of why to the question of how and disregards any prior definition of categories or essences, scientific predicates being defined within the functional relation.» IT
Original text
«La tipologia dei moti della fisica pre-galileiana, cui abbiamo in precedenza accennato, richiama la tipologia di Parsons; ma la scienza fisica, come pure si è osservato, non si sviluppò finché si continuò a porre in relazione le categorie metafisiche della fisica aristotelica, proprio perché non era stata ancora individuata la relazione funzionale che segna il passaggio dal problema del perché al problema del come e che prescinde da una previa definizione di categorie o essenze in quanto i predicati scientifici vengono definiti nella relazione funzionale.»
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia, p. 47)
(G. Bolacchi, Il problema del metodo nella sociologia [The problem of method in sociology], p. 47)