I sistemi misti
Abbiamo visto che nel sistema collettivistico l’azione dello stato come produttore si fonda su un insieme di interessi interrelati in modo congiunto. Ciò significa che in tale sistema ogni possibile interazione tra soggetti implica sempre interessi congiunti. Al contrario, nel sistema dello scambio si è visto come tutte le possibili interazioni implicano sempre interessi interrelati in modo disgiunto. Il sistema collettivistico e il sistema dello scambio, così definiti, costituiscono due casi limite. Un terzo tipo di sistema può essere definito facendo l’ipotesi che vi sia un insieme di interessi (identici per tutti i soggetti) i quali siano interrelati in modo congiunto e che inoltre i soggetti abbiano altri interessi, identici o differenti, tra i quali possano stabilirsi interrelazioni disgiunte o anche congiunte, ma senza che queste ultime coinvolgano tutti i soggetti (poiché se così fosse tali interessi apparterrebbero al primo insieme). Chiamiamo sistema misto questo terzo tipo di sistema.
Nel sistema misto il soddisfacimento degli interessi interrelati in modo congiunto avviene secondo le stesse regole che abbiamo individuato nell’analisi del sistema collettivistico. Tutti i soggetti, poiché hanno certi interessi identici e con uguale grado di intensità, stabiliscono unitariamente la quantità di risorse che debbono essere destinate al soddisfacimento di tali interessi.
In tali sistemi l’attività unitaria dei soggetti diretta al soddisfacimento degli interessi interrelati in modo congiunto si manifesta generalmente come attività della pubblica amministrazione, la quale è un organo che esprime le decisioni unitarie di tutti i soggetti relativamente al soddisfacimento degli interessi congiunti. Limitatamente alla sfera degli interessi congiunti la pubblica amministrazione svolge nel sistema misto la stessa funzione che l’ufficio centrale della pianificazione svolge nel sistema collettivistico con riferimento a tutti gli interessi dei soggetti (che sono gli stessi per tutti i soggetti e tutti interrelati in modo congiunto). Esempi di attività svolte dalla pub- [pag. 37] blica amministrazione sono la produzione dei cosiddetti servizi pubblici e l’organizzazione della giustizia.
L’attività della pubblica amministrazione non deve essere confusa con l’attività dello stato diretta a produrre beni per lo scambio. Se lo stato agisce come produttore è evidente che esso rappresenta tutta la collettività e che quindi alla base di tale attività si ha un interesse interrelato e congiunto. Sembrerebbe quindi che non vi sia alcuna differenza tra i due casi. Tuttavia, una differenza sussiste come ora mostreremo.
Supponiamo che tutti i soggetti abbiano come interesse interrelato e congiunto proprio l’interesse a che un certo bene X venga prodotto con la partecipazione di tutti e sotto il controllo di tutti, dallo stato. In tal caso tutti i soggetti designano un organo responsabile che deve produrre X. Supponiamo inoltre che non tutti i soggetti ma solo una parte di essi abbiano bisogno del bene X, e che i soggetti che l’hanno possano sentire il bisogno del bene X con diversa intensità. Accade allora che mentre tutti i soggetti hanno l’interesse, interrelato e congiunto, a che il bene X sia prodotto sotto il controllo della collettività (cioè dallo stato), non hanno tuttavia l’interesse interrelato e congiunto ad avere X. Se così fosse ciascun soggetto avrebbe interesse ad avere una certa quantità di X ed inoltre avrebbe interesse a che anche gli altri soggetti avessero una certa quantità di X.
Poiché invece quest’ultima interrelazione non sussiste, occorre distinguere due momenti fondamentali: il primo è quello in cui tutti soggetti decidono unitariamente di produrre il bene X (e quindi soddisfano un interesse interrelato e congiunto); il secondo è quello in cui si stabilisce un rapporto tra l’organo che produce X e che rappresenta la collettività e i singoli soggetti che hanno bisogno di X. Questo rapporto è un normale rapporto di scambio.
Se invece tutti i soggetti avessero come interesse interrelato e congiunto l’interesse ad avere X, allora il rapporto di scambio scomparirebbe e si avrebbe una decisione unitaria circa la quantità da produrre e la sua distribuzione. In questo caso l’aspetto collettivistico ricomprende anche il soddisfacimento dell’interesse ad avere X (che hanno tutti e con la stessa intensità), mentre nel primo caso il momento collettivistico è ristretto all’interesse a che X sia prodotto dalla collettività, mentre i singoli possono non avere tutti interesse ad avere X e, in ogni caso, si comportano in modo atomistico; cioè ogni soggetto non ha interesse a che gli altri possano avere X. In altre parole, in questo caso c’è accordo circa il fatto che lo stato deb- [pag. 38] ba intervenire in certi settori ma i bisogni soddisfatti dall’attività dello stato non sono comuni a tutti i soggetti e non esiste una interrelazione congiunta che si riferisca a tali bisogni.
Un esempio è dato dall’attività dello stato come produttore monopolista. Tutti i soggetti sono d’accordo sul fatto che solo lo stato debba produrre certi beni, ma non tutti hanno i bisogni che possono essere soddisfatti da quei beni, né hanno interesse a che i bisogni degli altri soggetti (soddisfacibili con quei beni) vengano soddisfatti. Non tutti i soggetti infatti sono fumatori, né tutti hanno interesse a che l’interesse degli altri fumatori venga soddisfatto. Inoltre il bisogno di fumare non ha la stessa intensità in tutti i soggetti (che hanno quel bisogno). L’incontro tra lo stato produttore e i soggetti avviene mediante lo scambio e l’attività dello stato non si differenzia, sul piano economico, da quella di un qualsiasi altro produttore, se non per il fatto che lo stato è un produttore monopolistico.
Un altro esempio è dato dalle aziende a partecipazione statale, le quali operano nel mercato. Vi è un interesse comune interrelato in modo congiunto a che lo stato controlli in una certa misura la produzione di certi beni, ma non vi è una interrelazione che concerne i bisogni che possono essere soddisfatti mediante quei beni. Cioè non tutti i soggetti hanno quei bisogni, e ogni soggetto che li ha non ha interesse a che gli altri soggetti (che pure hanno quei bisogni) li soddisfino. Altri esempi ancora sono forniti dalle aziende municipalizzate e dalle aziende nazionalizzate, come quella per la produzione della energia elettrica (queste ultime rientrano nel caso del monopolio).
In tutte queste ipotesi l’attività dello stato è volta alla produzione di beni e servizi per lo scambio, come conseguenza del fatto che tutti i soggetti sono d’accordo che la produzione diretta a soddisfare un dato bisogno debba essere effettuata dallo stato, ma non esiste una interrelazione congiunta concernente il soddisfacimento del bisogno. Perciò l’esistenza di un interesse comune e interrelato a che un dato bene sia prodotto dallo stato non implica l’esistenza di una interrelazione congiunta concernente il bisogno che può essere soddisfatto da quel bene. Al contrario se esiste quest’ultima interrelazione è evidente che deve sussistere anche la prima.
Quando sussistono entrambe le interrelazioni l’attività dello stato si configura come attività della pubblica amministrazione volta alla produzione di beni e servizi che non sono oggetto di scambio. In questa ipotesi tutti i soggetti hanno un certo bisogno e relativamente a questo esiste una interrelazione congiunta, per cui il bisogno soddisfatto da tutti soggetti direttamente attraverso l’attività dello sta- [pag. 39] to, senza cioè che si attui uno scambio tra i singoli soggetti e lo stato.
A proposito della distinzione tra i due tipi di interrelazione che danno luogo alle due forme dell’attività dello stato, produzione per lo scambio e attività della pubblica amministrazione, occorre osservare che nel sistema collettivistico tale distinzione perde il suo significato, in quanto tutti gli interessi dei soggetti sono comuni e interrelati modo congiunto; non può quindi parlarsi di attività produttiva dello stato diretta allo scambio. Riassumendo, possiamo distinguere:
(a) un settore privato, caratterizzato dal fatto che la produzione di beni e servizi per lo scambio è posta in essere da soggetti singoli;
(b) un settore pubblico, caratterizzato dal fatto che la produzione di beni e servizi per lo scambio è posta in essere dallo stato (monopolista o no);
(c) un settore della pubblica amministrazione, caratterizzato fatto che la produzione di beni e servizi è effettuata dallo stato e non è diretta allo scambio, in quanto soddisfa bisogni che sono comuni a tutti i soggetti e relativamente ai quali sussiste una interrelazione congiunta. [pag. 40]
Indice della pubblicazione
Concorrenza, collettivismo e pianificazione
G. Bolacchi
1. Il massimo di ofelimità collettivo secondo Pareto e Barone.
2. Il problema della produzione nel sistema della concorrenza e nel sistema collettivistico.
3. Il problema del consumo nel sistema della concorrenza e nel sistema collettivistico
4. Un errore di Pareto: nel sistema collettivistico le decisioni dell’ufficio della pianificazione coincidono con le preferenze dei soggetti.
5. I fondamenti sociali della concorrenza e del collettivismo. online
6. Il concetto di interrelazione congiunta.
7. Il concetto di interrelazione disgiunta.
8. Analisi strutturale e analisi operativa del comportamento con riferimento all’interrelazione congiunta e all’interrelazione disgiunta.
9. Il concetto di forza sociale e la relazione di potere.
10. La relazione di scambio.
11. L’esplicazione della competizione in termini di interrelazione disgiunta degli interessi.
12. I sistemi misti. online
13. Il concetto di pianificazione. online
14. Schemi teorici funzionali e schemi teorici cumulativi. online
15. Il modello di Leontief come schema interpretativo dell’economia del soggetto isolato e dell’economia collettivistica. online
16. Il problema della accumulazione. online