Il concetto di “interesse comune e interrelato”

Come si è detto, l’interesse comune che sta alla base del concetto di “classe” deve essere coscientemente condiviso da tutti i soggetti [42] (nel senso che ciascuno deve non solo conoscere gli interessi degli altri, ma sapere che essi sono conosciuti dagli altri) e può solo essere soddisfatto col comune concorso di tutti costoro. La intercognizione degli interessi si attua in via normale mediante l’utilizzazione di un comune linguaggio, al quale è connessa la esistenza di miti, tradizioni, scopi sociali, tutti fenomeni che costituiscono patrimonio comune alla generalità dei membri del gruppo e come tali acquistano un carattere impersonale; la integrazione sociale poggiante su una comunione di interessi determina pertanto non solo la esistenza di una classe, ma anche quella di un qualche valore sociale; “possiamo rappresentare questa situazione – dice Perry – come un sistema triadico, in cui A e B sono differenti soggetti e O il loro oggetto comune. La relazione di O nei confronti sia di A che di B, in quanto distinta dalla sua relazione verso A o B singolarmente considerati, fornisce il suo valore sociale. La relazione intercorrente tra A e B tramite O, loro oggetto comune, individua un tipo di società composta da due soggetti, integrati mediante l’oggetto dell’interesse”.[43] Tale comunione di interessi costituisce l’antecedente fondamentale sul quale poggia l’altro fenomeno che si è sopra ricordato: quello della  [pag. 130]  mutualità o interrelazione degli interessi, per cui un interesse ha ad oggetto un altro interesse, cioè un soggetto ha interesse a che un interesse di un altro soggetto venga soddisfatto od ostacolato (sacrificato).[44] “Il caso di cui principalmente ci occupiamo – continua Perry – e che rappresenta il culmine di questo tipo di integrazione sociale, è quello dell’interesse nell’interesse, ossia il caso in cui due interessi sono collegati dal fatto che ciascuno di essi costituisce un oggetto di interesse nei confronti dell’altro”.[45]

Per concludere, mentre sull’interesse comune si fondano le classi sociali ed i valori sociali, sull’interesse interrelato poggiano fondamentalmente i gruppi sociali organizzati e le corrispondenti istituzioni, cioè i sistemi di relazioni e di regole che determinano la struttura del gruppo. Ma l’esistenza di una classe postula qualcosa di più che una mera comunione di interessi: è infatti necessario che tutti gli individui siano coscienti di questa comunione ed è soprattutto indispensabile, ai fini del soddisfacimento degli interessi, il comune concorso di tutti i soggetti. La intercognizione ha appunto la sua ragion d’essere in questo elemento: poiché la stessa non deve essere considerata come pura e semplice coscienza degli altrui interessi, ma come coscienza del fatto che l’interesse comune non può essere soddisfatto senza il concorso di tutti coloro che singolarmente ne sono titolari. D’altra parte, tale elemento può porsi in senso proprio solo sul piano della mutualità o interrelazione infatti, la impossibilita di soddisfacimento senza il concorso di tutti i membri del gruppo, cioè la necessità di un comportamento immediato da parte di tutti i soggetti al fine del ristabilimento delle singole situazioni di soddisfacimento, determina in ciascun individuo un ulteriore interesse a che tutti gli altri si comportino in modo da soddisfare l’interesse che hanno in comune; e quindi, in generale, un interesse di ciascun soggetto a che l’interesse degli altri (che  [pag. 131]  tutti hanno in comune) venga soddisfatto quale condizione per il soddisfacimento del proprio; od ancora un interesse di ciascuno dei soggetti a che tutti gli altri soggetti si comportino in modo tale da soddisfare il proprio interesse comune.

Una mera comunione di interessi, senza una qualche interrelazione tra gli stessi, al di là di una pura e semplice intercognizione, non sarebbe infatti un fenomeno sociale, poiché non darebbe luogo ad azioni sociali da parte dei titolari degli interessi e, quindi, a disposizioni a rispondere in funzione del comportamento degli altri soggetti. D’altra parte, questo primo grado di interrelazione o mutualità degli interessi non comporta alcun sistema di norme coercitivamente fondate, proprio in quanto l’interesse di ciascuno nei confronti di tutti ha pur sempre per fine il soddisfacimento di un interesse a tutti comune.

Gli interessi di classe, anche se comuni e interrelati al minimo grado di interrelazione possibile, postulano di solito un accordo rappresentativo che consenta a uno o più individui di porsi quali portatori degli interessi medesimi, al fine di agevolarne il soddisfacimento che – come si è detto – non può ottenersi senza il comune concorso di tutti i soggetti. L’accordo rappresentativo in base al quale l’interesse di cui un soggetto si fa portatore è riconosciuto come proprio da un insieme di altri soggetti, che con ciò delegano il primo a rappresentarli in quanto hanno di comune e interrelato, ha appunto la sua base nella normale impossibilità tecnica del soddisfacimento di un interesse comune mediante il concorso di tutti gli appartenenti alla classe.  [pag. 132] 

Note

[42] Su questo punto cfr. R. Centers, The Psychology of Social Classes, pp. 27-28, il quale, pur considerando esattamente gli elementi della coscienza di classe e dell’interesse di gruppo come essenziali per la caratterizzazione del fenomeno della classe sociale, concepisce questi elementi come aventi natura psicologica, per cui la classe è riguardata «come un fenomeno psicologico nel pieno senso della parola» (p. 27).

[43] R. B. Perry, General Theory of Value, p. 476.

[44] «Per interrelazione degli interessi si intende l’interesse che un soggetto ha nei confronti dell’interesse di un altro soggetto» (Perry, id., p. 488).

[45] R. B. Perry, id., p. 491.

Indice della pubblicazione

Teoria delle classi sociali

Giulio Bolacchi


Capitolo I: Strutture teoriche e scienze sociali

1. Schemi teorici e scienze sociali

2. La prospettiva metodologica delle scienze sociali

3. Le strutture linguistiche astratte

4. Il problema dei concetti teorici

5. Linguaggio osservativo e linguaggio teorico

6. Empirismo, criteri di significatività e termini disposizionali

7. Assiomatizzazione e linguaggio teorico

8. Il concetto di «linguaggio teorico» in Carnap

9. Linguaggio teorico e livelli di astrazione

10. Verificabilità empirica delle strutture astratte; rapporti fra diverse strutture linguistiche

11. Il ruolo della teoria generale nelle scienze sociali

12. Rapporti tra teoria economica e scienza sociale; il problema del sottosviluppo

13. L’integrazione delle scienze sociali e la teoria generale del comportamento sociale

Note del capitolo I

 

Capitolo II: Alcune teorie sulle classi sociali

1. Le principali teorie sulle classi sociali online

2. Classe e situazione di classe in Weber

3. La classificazione dei gruppi e il problema delle classi sociali in Sorokin

4. Il problema dell’ordine e la stabilità dell’interazione sociale in Parsons

5. Sistema di valori e stratificazione sociale in Parsons

6. I limiti fondamentali della teoria generale di Parsons

7. Critiche al «sistema sociale» di Parsons

8. La teoria integrazionista e la teoria coercitiva della società nell’analisi di Dahrendorf

9. Gruppi di conflitto e associazioni coordinate da norme imperative in Dahrendorf

10. Autorità e potere condizionante nella dinamica sociale

11. Il rapporto di autorità e la dinamica reintegratrice o pendolare; l’avvicendamento del personale nelle posizioni di dominio in Dahrendorf

12. I tre stadi di analisi delle strutture sociali: dinamica pendolare, dinamica strutturale-funzionale, dinamica cumulativa

13. Il problema della dinamica nelle teorie di Parsons e Dahrendorf

14. Conclusioni critiche sulle teorie di Parsons e Dahrendorf

Note del capitolo II

 

Capitolo III: Premesse a una teoria generale delle classi sociali

1. Scienza del comportamento e scienza psicologica

2. Le teorie causali del significato

3. La struttura funzionale degli interessi

4. Il campo disposizionale

5. Intermediazione, comunione e mutualità degli interessi negli studi di Perry online

6. Il concetto di «disposizione a rispondere» online

7. Disposizione a rispondere e segno nella semiotica di Morris online

8. Classe sociale e categoria sociale online

9. Il concetto di «interesse comune e interrelato» online

10. L’interesse di classe online

11. L’azione sociale di accettazione e l’azione sociale di condizionamento online

12. Il potere condizionante: potere istituzionale e potere deviante online

13. I concetti di «potere» e «autorità» in alcune teorie sociologiche

14. La dinamica del potere condizionante online

15. Potere deviante e classe sociale online

16. Comunione di interessi, istituzionalizzazione, internalizzazione e potere online

17. Considerazioni conclusive sul concetto di «classe sociale» online

18. Classi sociali e dinamica sociale online

Note del capitolo III

 

Capitolo IV: Democrazia e classi sociali

1. La dottrina classica della democrazia online

2. Indeterminatezza e irrazionalità del comportamento politico; la critica di Schumpeter al concetto di «democrazia» online

3. Democrazia e volontà popolare online

4. La volontà popolare come risultante del processo politico online

5. La democrazia come lotta in concorrenza per il comando politico online

6. Il metodo democratico e la rilevazione degli interessi pubblici online

7. Democrazia come volontà popolare e democrazia come lotta in concorrenza online

8. L’istituto della rappresentanza politica online

9. La forza sociale del potere e il problema della maggioranza online

10. Le differenti caratterizzazioni del concetto di «libertà» online

11. La democrazia come commisurazione istituzionalizzata della forza sociale del potere istituzionale e del potere deviante online

Note del capitolo IV

 

Capitolo V: Un esempio storico: la borghesia

1. La borghesia rivoluzionaria e la polemica di Sieyes contro il privilegio

2. Una interpretazione della Rivoluzione secondo le prospettive di Toynbee

3. Equivoci teorici connessi al concetto di «borghesia» online

4. I valori borghesi e i princípi di perduranza dell’antico regime

5. Il proletariato contemporaneo e la mancata assimilazione dei valori borghesi

6. Il concetto di «borghesia» nel pensiero di Croce

7. Le caratterizzazioni della «borghesia» in termini di ceto medio

8. Gli interessi comuni della borghesia online

9. Classe borghese e potere deviante online

Note del capitolo V

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