Il distacco tra la prospettiva metafisica di Parsons e la prospettiva scientifica
Esaminiamo ora brevemente alcune definizioni formulate da Parsons con riferimento al sistema psicologico. Ciò che diremo può essere riferito, dal punto di vista metodologico, anche agli altri sistemi, in quanto la tecnica di Parsons consiste nell’applicare sempre gli stessi schemi-base a differenti concetti. La simmetria della sua costruzione richiede infatti che gli elementi o sistemi delle varie bipartizioni e quadripartizioni siano a loro volta scomponibili in altrettanti subsistemi e che le relazioni intercorrenti tra i vari sistemi, subsistemi sub-subsistemi siano, in linea di principio, sempre le stesse.
Il sistema psicologico viene definito da Parsons con riferimento al comportamento, come un insieme di relazioni tra un organismo vivente e gli oggetti del suo ambiente. «Un sistema psicologico è un sistema di comportamento appartenente a un organismo particolare. L’intero sistema di comportamento di un organismo è la sua personalità, ma una personalità, anche nell’animale subumano, è divisa in un complesso insieme di subsistemi di tipo differente»[24]. Anche in questo discorso si fa largo uso dei termini del linguaggio comune assunti nel loro significato vago e impreciso.
Parsons continua affermando che i sistemi psicologici «sono situati tra l’organismo e il sistema di oggetti presenti nel suo ambiente. Essi sono i sistemi generati dalle relazioni tra queste due entità»[25]. Ora, cosa significa «stare tra l’organismo e il sistema di oggetti», oppure «essere generato dalle relazioni tra queste due entità»? Il discorso è metafisico e rivela il tentativo di pervenire, utilizzando il metodo intuitivo, a una definizione di certe categorie al fine di rispondere alla domanda che cosa è e non come opera il fenomeno in esame. “Che cosa è il sistema psicologico?” si domanda Parsons, e risponde nel modo indicato sopra. Ma la risposta risulta ovviamente caratterizzata da questa impostazione iniziale del problema che non è compatibile col metodo scientifico. Il discorso di Parsons è sterile dal punto di vista scientifico. Esso non consente di ampliare il campo di significatività del linguaggio utilizzando le sole ipotesi teoriche in quanto le bipartizioni e le quadripartizioni sono sempre collegate fra loro mediante le stesse relazioni elementari.
È interessante, per comprendere meglio il distacco tra la prospet-[pag. 42] tiva metafisica di Parsons e la prospettiva scientifica, riportare quanto dice Mach a proposito del metodo usato da Galileo per provare l’ipotesi secondo cui la velocità cresce proporzionalmente al tempo. Poiché era difficile provare direttamente questa ipotesi «a Galileo sembrò meglio cercare secondo quale legge lo spazio percorso cresce in proporzione alla durata di caduta. Dedusse dunque dalla sua ipotesi la relazione tra spazio percorso e tempo impiegato a percorrerlo, e sottopose questa relazione alla prova sperimentale»[26]. «Per comprendere esattamente il metodo di Galileo bisogna tener presente che prima di affrontare l’esperimento egli si trovava già in possesso di conoscenze istintive: gli occhi seguono il corpo che cade con tanta maggiore difficoltà, quanta maggiore e stata l’altezza di caduta fino al momento considerato; e analogamente il colpo che esso dà alla mano che lo riceve diviene sempre più violento, e sempre più forte il rumore che producono cadendo gli oggetti. La velocità cresce con il tempo di caduta e la lunghezza del percorso. La scienza però esige che le riproduzioni mentali delle esperienze sensibili abbiano forma concettuale. Solo cosi infatti è possibile utilizzarle sia per raggiungere una conoscenza completa del fenomeno noto solo in parte, sia per trovare mediante un calcolo astratto altre proprietà dipendenti da quella già conosciuta che è stata classificata secondo un concetto di misura. Questo dar forma concettuale richiede che gli aspetti più importanti di un fenomeno siano messi in evidenza e gli altri trascurati, cioè richiede astrazione, idealizzazione. L’esperimento decide se la forma concettuale è o no adeguata ai fatti. Senza un’anticipazione dei risultati è assolutamente impossibile compiere un esperimento, giacché essa ne stabilisce il modo: cosa e come cerchiamo, se non siamo già arrivati almeno a una congettura? È da esperienze precedenti che parte l’esperimento completandole. L’esperimento conferma, modifica e confuta la previsione. Lo scienziato moderno pone la domanda in questi termini: di cosa è funzione v? Se v è funzione di t, qual è la forma di questa funzione? Galileo domanda nel suo modo più elementare: v è proporzionale ad s? v è proporzionale a t?»[27].
In un altro punto Mach fa osservare che nella maturità Galileo lasciò cadere il problema del perché (tipico della prospettiva aristotelica e in genere della prospettiva metafisica) e ricercò il come dei diversi movimenti che osservava [28].
Le considerazioni di Mach ci mostrano in modo sintetico e chiaro [pag. 43] le fondamentali caratteristiche del metodo scientifico. Queste caratteristiche non concernono ovviamente il solo discorso della fisica; esse infatti costituiscono dal punto di vista metodologico i presupposti di qualsiasi discorso scientifico. A meno che non si accetti il pregiudizio corrente secondo cui lo studio dell’uomo, dal punto di vista psicologico o dal punto di vista sociale, non sarebbe assimilabile a quello delle scienze naturali. È un pregiudizio che anche Parsons accetta acriticamente e che viene rinforzato dal fatto che un’impostazione scientifica dei fenomeni psicologici e sociali non è compatibile con le attuali strutture di potere istituzionalizzate, in quanto queste ultime si fondano su un contesto culturale di tipo ideologico.
Gli ostacoli culturali che interferiscono sullo sviluppo delle scienze sociali sono dello stesso tipo di quelli che anche Galileo dovette superare. Anche allora un certo tipo di fisica pre-scientifica, cioè la fisica aristotelica, era istituzionalizzata e caratterizzava le strutture sociali, nel senso che l’ambito degli interessi sociali era così vasto da ricomprendere anche l’accettazione di certi presupposti filosofici concernenti i fenomeni fisici.
Torniamo ora a Mach. Egli fa rilevare che il senso comune codificato nel linguaggio di tutti i giorni non è scienza. Abbiamo visto quali ostacoli può rappresentare per lo sviluppo della scienza l’uso acritico di concetti del linguaggio comune anche se questi concetti corrispondono in una certa misura all’esperienza empirica. Quest’uso acritico contrasta col postulato fondamentale dell’indagine scientifica secondo il quale cercare di esplicare i fenomeni col minor numero di ipotesi è preferibile alla costruzione di una singola ipotesi per ogni singolo fenomeno. Così l’ipotesi aristotelica che ogni cosa cerca il suo luogo naturale è valida solo in alcuni casi e non è perciò esauriente. «Se infatti si getta una pietra in aria, non si può dire che questa pietra cerca il suo luogo, giacché essa sale, mentre il suo luogo è in basso. Invece l’accelerazione verso la terra, il rallentamento nel moto ascensionale, che Galileo per primo ha visto, si verificano sempre. L’osservazione di Galileo è dunque vera in tutti i casi, e rispetto al principio del luogo naturale ha una validità più generale, abbraccia unitariamente un dominio assai più vasto»[29].
C’è un altro punto da sottolineare nel testo di Mach ed è quello in cui si afferma che i predicati teorici possono essere utilizzati non solo per raggiungere una conoscenza completa del fenomeno, ma anche «per trovare, mediante un calcolo astratto, altre proprietà dipendenti da quella già conosciuta». [pag. 44]
Come già abbiamo osservato quest’ultimo postulato metodologico del discorso scientifico non si può applicare alla costruzione di Parsons in quanto questa non è suscettibile di ampliamento mediante opportune regole di trasformazione, cioè non porta all’esplicazione di nuovi fenomeni; la sua struttura è infatti fondata su relazioni, quali quella combinatoria, che non consentono alcun ampliamento del discorso su basi scientifiche. Nella costruzione di Parsons non possono essere isolati predicati aventi diversi livelli di astrazione, cioè non possono essere individuati predicati fondamentali e predicati con livello di astrazione meno elevato costituenti la specificazione dei primi. Inoltre non essendo possibile isolare alcun postulato non possono essere dedotti nell’ambito del discorso di Parsons teoremi di alcun genere. La costruzione di Parsons è, dal punto di vista metodologico, usando le parole di Mach, un tentativo di rispondere al problema del perché e non al problema del come.[pag. 45]
Note
[24] T. Parsons, An approach to psychological theory in terms of the theory of action, op. cit. p. 645.
[25] T. Parsons, An approach to psychological theory in terms of the theory of action, op. cit. p. 645
[26] E. Mach, La meccanica nel suo sviluppo storico-critico, Torino, 1968, p. 154.
[27] E. Mach, La meccanica nel suo sviluppo storico-critico, op. cit., p. 156.
[28] E. Mach, La meccanica nel suo sviluppo storico-critico, op. cit., p. 151.
[29] E. Mach, La meccanica nel suo sviluppo storico-critico, op. cit., p. 163.
Indice della pubblicazione
Il problema del metodo nella sociologia
Giulio Bolacchi
1. Gli ostacoli alla comprensione scientifica del comportamento umano.
2. La prospettiva di Max Weber. online
3. La distinzione tra scienze storico-sociali e scienze naturali. online
4. La confusione tra prospettiva evoluzionistica e prospettiva strutturale. online
5. La spiegazione causale. online
6. Prospettiva strutturale e prospettiva evoluzionistica con riferimento all’ordine seriale.
7. L’inconsistenza del concetto di comprensione scientifica dei fenomeni nel loro divenire storico.
8. Verifica e imputazione causale.
9. Critica del metodo della spiegazione condizionale. online
10. Osservazioni sulla struttura del linguaggio scientifico. online
11. Un esempio di relazione funzionale.
12. Relazione funzionale e ordine seriale: analisi dinamica e analisi statica. online
13. Il tempo come ordine (dinamica strutturale) e il tempo come direzione (dinamica cumulativa). online
14. Le analisi sociali in termini di equilibrio e di forze. online
15. La prospettiva di Talcott Parsons.
16. I modi di organizzazione degli elementi dell’azione.
17. Predicati sperimentali e predicati teorici. Il livello di astrazione dei predicati. online
18. La relazione di interscambio, la relazione di appartenenza e la relazione di controllo.
19. Le dicotomie neutralità-affettività e specificità-generalità e l’uso della relazione combinatoria.
20. Il distacco tra la prospettiva metafisica di Parsons e la prospettiva scientifica. online
21. La distinzione tra processi di confine e processi interni.
22. I concetti di personalità e need-disposition.
23. Le relazioni di interscambio tra il sistema psicologico e gli altri sistemi.
24. Considerazioni critiche conclusive sul metodo di Parsons.