Il modello di Leontief come schema interpretativo dell’economia del soggetto isolato e dell’economia collettivistica

Come abbiamo precedentemente rilevato, a parte le differenze relative al modo in cui il consumo e la produzione sono determinati nel sistema collettivistico rispetto al sistema dello scambio, le condizioni di efficienza per la produzione sono le stesse nei due sistemi. Si tratta, in questo caso, del primo concetto di efficienza che si riassume nel principio del minimo costo. Ora è importante precisare che la definizione di efficienza nel primo senso può essere data solo nell’ambito della teoria walrasiana e non nell’ambito del modello di Leontief.

Il problema dell’efficienza della produzione in entrambi i sistemi è risolto allo stesso modo; le differenze si riferiscono al fatto che nell’impostazione walrasiana la domanda e l’offerta sono variabili distinte, mentre nel sistema collettivistico si identificano. Il modello di Leontief non può quindi essere considerato come uno schema rappresentativo anche del sistema dello scambio, ma esclusivamente dell’economia del soggetto isolato o del sistema collettivistico, nei quali come abbiamo dimostrato, il consumo è determinato a priori, è un dato.

Ciò spiega perché da un lato il modello di Leontief individua configurazioni paretiane (configurazioni di efficienza riferite al produttore), mentre da un altro lato si differenzia dall’impostazione walrasiana in quanto le quantità consumate sono un dato e non funzione dei prezzi. Perciò se il modello di Leontief vuole essere assunto come uno schema esplicativo dei fenomeni economici, allora esso non può essere utilizzato per spiegare il mercato concorrenziale, ma per spiegare l’attività produttiva di Robinson Crusoe o del sistema collettivistico.

La costruzione di modelli come quello di Leontief è connessa all’esigenza, che storicamente si è venuta formando, di dare una interpretazione del sistema collettivistico. Perciò il modello di Leontief non costituisce un superamento della teoria walrasiana, ma semplicemente uno schema che interpreta una realtà diversa da quella della concor-[pag. 46]renza. L’elemento comune ai due schemi è costituito dalla formulazione del principio di efficienza per la produzione che assume in entrambi la stessa forma. Ma la diversità di impostazione relativa al consumo esprime la differenza nelle strutture sociali cui i due schemi possono essere riferiti. Solo apparentemente il modello di Leontief non contiene alcuna ipotesi concernente le strutture sociali. In realtà se lo si vuole utilizzare come schema esplicativo, allora l’assunzione che il consumo sia dato riflette dal punto di vista sociologico l’esistenza di una interrelazione congiunta totale degli interessi dei soggetti.

Non si può quindi considerare il modello di Leontief come schema rappresentativo (diciamo meglio esplicativo) di una economia di scambio, per il fatto che in tale modello le configurazioni produttive sono configurazioni efficienti (nel senso paretiano). Ciò è dovuto solo alla circostanza che tanto nel sistema dello scambio quanto nel sistema collettivistico il principio dell’efficienza per la produzione è il medesimo (principio di minimizzazione dei costi).

Appare in tal modo chiara la differenza connessa alla diversa considerazione del consumo, per il fatto che nel modello di Leontief il rapporto tra i prezzi di due beni è uguale (in valore assoluto) al saggio marginale di trasformazione tra i due beni, e in esso non si fa alcun riferimento al saggio marginale di sostituzione dei due beni per ciascun soggetto, in quanto non vengono prese in considerazione le funzioni di utilità dei singoli soggetti.

Riassumendo, nella nostra prospettiva la teoria di Walras non contiene alcuna contraddizione intrinseca per il fatto che essa assume come dati i bisogni dei soggetti. Il modello di Leontief non può quindi sostituire la teoria di Walras. Esso fornisce una esplicazione dell’attività economica del soggetto isolato o del sistema collettivistico. Assumere i consumi come un dato nell’ambito del modello di Leontief significa postulare sul piano sociologico l’esistenza di una interrelazione congiunta; significa cioè fare riferimento a un sistema collettivistico (o a un soggetto isolato).[pag. 47]

Indice della pubblicazione

Concorrenza, collettivismo e pianificazione

G. Bolacchi


1. Il massimo di ofelimità collettivo secondo Pareto e Barone.

2. Il problema della produzione nel sistema della concorrenza e nel sistema collettivistico.

3. Il problema del consumo nel sistema della concorrenza e nel sistema collettivistico

4. Un errore di Pareto: nel sistema collettivistico le decisioni dell’ufficio della pianificazione coincidono con le preferenze dei soggetti.

5. I fondamenti sociali della concorrenza e del collettivismo. online

6. Il concetto di interrelazione congiunta.

7. Il concetto di interrelazione disgiunta.

8. Analisi strutturale e analisi operativa del comportamento con riferimento all’interrelazione congiunta e all’interrelazione disgiunta.

9. Il concetto di forza sociale e la relazione di potere.

10. La relazione di scambio.

11. L’esplicazione della competizione in termini di interrelazione disgiunta degli interessi.

12. I sistemi misti. online

13. Il concetto di pianificazione. online

14. Schemi teorici funzionali e schemi teorici cumulativi. online

15. Il modello di Leontief come schema interpretativo dell’economia del soggetto isolato e dell’economia collettivistica. online 

16. Il problema della accumulazione. online

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