Il problema della distinzione tra determinismo fisico e determinismo metodologico
È necessario, pertanto, distinguere il problema della causalità, nella interpretazione fisica di azione per contatto, da quello della causalità intesa come predicato metodologico; in quanto la traducibilità degli schemi fattuali in schemi operativi è esclusivamente connessa alla considerazione della causalità a [pag. 185] un livello più astratto, cioè alla causalità intesa come predicato metodologico. È possibile in tal modo spiegare la traducibilità operativa anche nell’ambito della microfisica, quantunque con riferimento a quest’ultima non possa ipotizzarsi azione per contatto; non può cioè ipotizzarsi una caratterizzazione al particolare livello di astrazione tipico del discorso fisico (causalità intesa come azione per contatto), ma può ipotizzarsi solo una caratterizzazione al più elevato livello di astrazione tipico del discorso metodologico (causalità intesa come serie ordinata aperta). La traducibilità operativa presuppone solo la causalità intesa come serie ordinata aperta.
Possiamo, pertanto, osservare che il predicato determinismo può essere esplicato in due modi differenti, caratterizzati da diversi livelli di astrazione. Esso può essere definito anzitutto:
a) In termini di serie ordinata aperta, cioè di ordine causale. È questa la definizione più astratta di determinismo ottenuta mediante una caratterizzazione strettamente metodologica e quindi tipica di ogni singola scienza. Questa caratterizzazione si ricollega a quella di sistema teorico e di traducibilità operativa. Si tratta di due concetti metodologici strettamente interconnessi e fondati sul concetto di «serie ordinata aperta».
Definiamo in senso metodologico il concetto di «indeterminismo» come assenza dei predicati metodologici serie ordinata aperta, sistema teorico, traducibilità operativa.
b) In termini di azione per contatto. Questa esplicazione presuppone ovviamente quella di serie ordinata aperta ed è ottenuta mediante la utilizzazione di un predicato limitativo tipico del discorso fisico che potrebbe essere formalizzato in termini di continuità spazio-temporale o presumibilmente di campo.[41] Questa esplicazione del concetto di «determinismo» risulta in tal modo tipicamente connessa al discorso fisico e possiede un ambito di significatività meno vasto della formalizza- [pag. 186] zione in termini di serie ordinata aperta. Il predicato azione per contatto risulta pertanto circoscritto agli schemi della fisica (in particolare della macrofisica) e non è adeguato a caratterizzare fattori appartenenti a differenti contesti; il suo uso non può essere esteso al campo delle scienze del comportamento, le cui strutture non possono essere formalizzate in termini di continuità spazio-temporale o di campo di forze. Una estensione di questo genere implicherebbe necessariamente la riducibilità dei predicati fondamentali delle scienze sociali a quelli della fisica: il che, attribuendo ai predicati primitivi il significato che essi posseggono nel contesto delle singole scienze, è indimostrabile.
Definiamo in senso fisico il concetto di «indeterminismo» come impossibilità in linea di principio di una descrizione continua nello spazio e nel tempo dei fenomeni (atomici), cioè come il venir meno del principio dell’azione per contatto nella descrizione di singoli eventi atomici.
Concludendo, il concetto di «determinismo» esplicato in termini di azione per contatto essendo tipico della scienza fisica non può essere considerato quale predicato fondamentale appartenente al livello metodologico; esso risulta inapplicabile nell’ambito delle scienze sociali.
È possibile però isolare un differente concetto che può essere considerato come un explicatum della asserzione secondo la quale tanto le scienze naturali (fisiche), quanto le scienze del comportamento, sarebbero caratterizzate dalla presenza o dalla assenza di un ordine coerente degli eventi nello spazio e nel tempo. Quando ci si riferisce, nell’ambito delle scienze sociali, alla possibilità o meno di una descrizione causale degli eventi e quindi alla qualificazione degli stessi in termini deterministici o indeterministici, è necessario tener presente che determinismo e indeterminismo non possono essere esplicati in termini di azione per contatto (tipici del determinismo della [pag. 187] macrofisica) ma debbono essere esplicati in termini di serie ordinata aperta, cioè utilizzando non già un predicato tipico della fisica, ma un predicato tipico della metodologia avente un livello di astrazione tanto elevato da consentirne l’applicazione non solo nell’ambito delle scienze sociali, ma anche nell’ambito delle scienze fisiche. Si tratta di un secondo concetto di «determinismo» designabile, per distinguerlo dal determinismo fisico, come «determinismo metodologico».[42]
Essendo un predicato metodologico, il determinismo così inteso possiede un ambito di applicabilità corrispondente all’intero campo della scienza. È, inoltre, un predicato neutrale in quanto non può essergli attribuito alcun valore di verità circa l’alternativa tra determinismo e indeterminismo con riferimento ai processi reali; esso individua solo una condizione di adeguatezza del discorso scientifico, nel senso che quest’ultimo, per poter essere considerato scientifico, deve essere espresso in termini deterministici, cioè deve essere qualificato in termini di serie ordinata aperta.
Viene in tal modo esclusa dall’ambito della metodologia qualsiasi caratterizzazione metafisica e il concetto di «determinismo» è riportato al concetto di «ordine seriale» che sta alla base del discorso sistematico della scienza. Sull’ordine seriale si fonda la traducibilità operativa (traducibilità degli schemi fattuali e operativi in corrispondenti schemi operativi). [pag. 188]
Note
[41] Sul concetto di «campo» utilizzato nella fisica, cfr. A. Einstein, L. Infeld, L’evoluzione della fisica, p. 135 sgg.
[42] I concetti di «indeterminismo fisico» e «indeterminismo metodologico» devono essere tenuti distinti dal concetto logico di «probabilità».
La logica del probabile, intesa come logica induttiva, può essere applicata agli stessi fondamentali problemi ai quali si applica la logica deduttiva. Essi sono: a) trovare una conclusione; b) esaminare un risultato; c) esaminare una data prova. Non può porsi pertanto alcuna differenza metodologica tra logica induttiva e logica deduttiva.
Per Carnap la logica deduttiva può essere riguardata come la teoria dei concetti logici (L-concetti), in particolare come la teoria della implicazione logica (L implicazione, implicazione necessaria). Tali concetti possono essere fondati sul concetto semantico di «ambito di significatività» (range). La logica induttiva, nella sua forma quantitativa, può essere riguardata come la teoria del grado di conferma. Questo ultimo è anch’esso fondato sul concetto di «ambito». Poichè i teoremi della logica induttiva concernono non solo il grado di conferma, ma anche la L-implicazione e gli altri L-concetti, la logica induttiva presuppone la logica deduttiva, e può essere costruita sulla base della logica deduttiva mediante la introduzione della definizione del «grado di conferma». Può dirsi, pertanto, che la definizione di «implicazione logica» rappresenta le regole di deduzione, mentre la definizione del «grado di conferma» rappresenta le regole di induzione. Espresso in termini di ambiti, il rapporto tra logica deduttiva e logica induttiva, concernendo entrambe le logiche, relazioni tra gli ambiti delle frasi, si pone in questi termini: una asserzione di logica deduttiva quale «e L-implica [pag. 199] h» significa che l’intero ambito di e è incluso in quello di h, mentre una asserzione di logica induttiva quale «il grado di conferma di h con riferimento a e è uguale a 3/4» significa che i tre quarti dell’ambito di e (evidenza) sono inclusi in quello di h (ipotesi). Ciò mostra la similarità e, nel contempo. la diversità tra i due campi della logica deduttiva e della logica induttiva (cfr. R. Carnap, Logical Foundations of Probability, pp. 192 sgg., 199 sgg., 266 sgg.; sul concetto di «probabilità» cfr. anche R. Carnap, Intellectual Autobiography, pp. 71-77; R. Carnap, Replies and Systematic Expositions, in P.A. Schilpp (ed), The Philosophy of Rudolf Carnap, pp. 966-979, 979-998).
Indice della pubblicazione
Metodologia delle scienze sociali
Giulio Bolacchi
Capitolo I: La prospettiva metodologica delle scienze sociali
1. Scienza del comportamento e scienza psicologica
2. Prospettiva psicologica, prospettiva prasseologica, prospettiva semantica
3. Le teorie causali del significato; la corrispondenza biunivoca tra serie causali e serie disposizionali
4. Lo schema mezzo-fine; interessi iniziali, interessi interposti, interessi finali
5. La struttura del campo disposizionale
6. Schemi fattuali e schemi operativi; la traducibilità operativa dei comportamenti
7. Intermediazione, comunione, interrelazione degli interessi
8. Il concetto di «disposizione a rispondere»; stimoli diretti e stimoli preparatori
9. Disposizione a rispondere, sostitutività, sequenza delle risposte
10. L’interazione sociale; comunione di interessi, antagonismo di interessi
11. Dinamica pendolare, dinamica cumulativa, dinamica strutturale-funzionale
12. Dinamica pendolare e dinamica cumulativa in relazione alle tre prospettive del significato
Note del capitolo I
Capitolo II: Rapporto semantico e strutture linguistiche
1. Rapporto semantico e linguaggio online
2. Linguaggio-oggetto e metalinguaggio online
3. Le regole semantiche; l’intensione e l’estensione delle espressioni linguistiche online
4. Convenzionalità delle strutture linguistiche e significazione costante dei segni; la considerazione interna e la considerazione esterna del rapporto semantico online
5. Sistemi semantici e sistemi assiomatici; termini logici e termini descrittivi online
6. Le regole di verità e il concetto semantico di verità online
7. Operativismo metodologico e significato delle espressioni linguistiche online
8. Significato operativo dei segni, termini astratti, verificazione e conferma online
Note del capitolo II
Capitolo III: Le strutture linguistiche astratte
1. Costruzione e introduzione di nuove strutture semantiche online
2. Il problema dei concetti teorici; la significatività empirica dei termini teorici online
3. Il linguaggio totale della scienza: linguaggio osservativo e linguaggio teorico online
4. Empirismo, criteri di significatività e termini disposizionali; il linguaggio osservativo ampliato online
5. Linguaggio osservativo, linguaggio teorico, assiomatizzazione online
6. Il concetto di «linguaggio teorico» in Carnap; il carattere aperto del linguaggio scientifico online
7. La astrazione come presupposto metodologico del linguaggio teorico; generalizzazione e astrazione; il continuum dei livelli linguistici
8. Verificabilità empirica delle strutture astratte; la significatività dei postulati teorici e la introduzione di postulati limitativi online
Note del capitolo III
Capitolo IV: Il concetto di “struttura”
1. Struttura, ambito di significatività dei predicati, livelli di astrazione online
2. Il concetto di «sistema» online
3. Le regole di verità del sistema online
4. Le regole degli ambiti di significatività e delle descrizioni di stato online
5. Valori di verità e condizioni di verità; la significatività delle frasi entro il sistema online
6. Gli elementi basilari della struttura: i predicati e le costanti individuali online
7. L’ordine spazio-temporale
8. Le definizioni coordinative dell’unità di tempo e della congruenza di successivi intervalli di tempo
9. La comparazione di intervalli di tempo paralleli in punti diversi dello spazio: il problema della simultaneità
10. I concetti di «ordine del tempo» e «direzione del tempo» in Reichenbach online
11. Ordine del tempo e ordine causale in Reichenbach
12. Le proprietà topologiche dell’ordine spaziale e dell’ordine temporale
13. I postulati fondamentali della teoria del tempo di Reichenbach online
14. Osservazioni critiche alla teoria di Reichenbach online
15. I predicati primitivi che qualificano il concetto di «struttura dinamica» online
16. La distinzione tra serie chiusa e serie aperta
17. Le esplicazioni del concetto di «causalità» in termini di serie aperta e di irreversibilità
18. Reversibilità e irreversibilità come inderteminatezza e determinatezza dell’ordine rispetto alla modificazione nel contenuto degli stati di un sistema online
19. Stato stazionario, irreversibilità e reversibilità online
20. I predicati fondamentali che qualificano il concetto di «struttura dinamica» online
Note del capitolo IV
Capitolo V: Scienze del comportamento e scienze naturali
1. Scienza e metodologia della scienza
2. La rilevanza della teoria astratta nella scienza online
3. La distinzione tra scienze naturali e scienze sociali
4. I postulati della teoria generale della azione di Parsons e la distinzione tra teoria dell’azione e scienze naturali online
5. Il fisicalismo e la negazione della caratterizzazione autonoma delle scienze del comportamento rispetto alle scienze della natura
6. Il problema metodologico della distinzione tra scienze comportamentistiche e scienze naturalistiche
7. Indeterminismo e determinismo nella scienza fisica
8. I tentativi di superamento dell’indeterminismo nella teoria fisica
9. Il problema della distinzione tra determinismo fisico e determinismo metodologico online
10. La considerazione deterministica nelle scienze sociali e la traducibilità operativa dei comportamenti
11. Le condizioni di adeguatezza dei predicati fondamentali delle scienze del comportamento
Note del capitolo V
Capitolo VI: I predicati fondamentali delle scienze sociali
1. Statica, evoluzione, stato stazionario nella teoria economica
2. Il problema della dinamica nelle scienze sociali online
3. I problemi dinamici connessi alla considerazione della società come integrazione e della società come conflitto
4. Considerazioni critiche sulla teoria conflittuale della società
5. Dinamica del conflitto di classe e integrazione sociale
6. I predicati fondamentali della sociologia: interesse o disposizione a rispondere, campo disposizionale, interrelazione degli interessi. L’azione di accettazione
7. L’azione di scambio e l’azione di condizionamento (potere)
8. La forza sociale del potere; potere istituzionale e potere deviante
9. Considerazioni conclusive sui problemi metodologici delle scienze sociali
Note del capitolo VI
(G. Bolacchi, Metodologia delle scienze sociali, pp. 185-188, 199-200)
Commento al testo
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