La formazione di capitale umano e la cultura dell’innovazione
La produzione di capitale umano innovativo quale fattore strategico dello sviluppo e della crescita economica è definita da un insieme specifico di azioni e metodologie formative (concettualmente diverse dalla formazione tradizionale di tipo tecnologico), orientate alla diffusione della cultura dell’innovazione, cioè alla modificazione e/o attivazione di atteggiamenti positivi verso l’innovazione; in questo contesto formativo, la trasmissione di contenuti concernenti specifiche tecnologie ha esclusivamente un ruolo strumentale rispetto all’obiettivo dell’interiorizzazione di atteggiamenti positivi verso l’innovazione e della generalizzazione della cultura dell’innovazione nel contesto sociale di riferimento.
L’articolazione delle attività di formazione di capitale umano in funzione dell’attivazione del processo innovativo, che presuppone una perfetta congruenza fra dinamica del capitale fisico e dinamica del capitale umano, deve essere pertanto definita con riferimento ai due aspetti che caratterizzano la cultura dell’innovazione:
Con riferimento al primo aspetto la formazione configura una trasmissione di abilità e skill tecnologici in funzione dell’uso della tecnologia (fisica e organizzativa), tipica della formazione professionale.
Con riferimento al secondo aspetto la formazione configura una trasmissione di atteggiamenti in funzione dell’innovazione nell’uso della tecnologia (fisica e organizzativa), che presuppone abilità e skill tecnologici, ma inquadra questi ultimi entro una prospettiva dinamica, riferita non tanto all’uso della tecnologia (come nella formazione tradizionale), ma alla capacità di innovare nella tecnologia trasmessa e/o gestita. Solo quando si ha capacità di innovare generalizzata e interiorizzata nel contesto sociale, il continuum dell’innovazione si realizza non solo nel momento della ricerca, ma anche nel momento dell’uso e dell’applicazione della tecnologia alla combinazione produttiva, e la tecnologia produce endogenamente altra tecnologia.
Entrambe le tipologie formative devono essere distinte dal trasferimento tecnologico, cioè dalla trasmissione di tecnologie (capitale tecnologico) in funzione del mero inserimento nella combinazione produttiva.[pag. 95]
Non è semplice separare nettamente sul piano operativo le due tipologie formative. È importante, comunque, tener presente questa distinzione con riferimento all’innovazione, evitando di commettere l’errore molto comune di realizzare una formazione tecnologica (sia fisica che organizzativa) contrastante o difforme in varia misura dalla cultura del contesto sociale, senza modificare contestualmente questa cultura, rendendola compatibile con la cultura della società industriale avanzata. Allo stesso modo, la formazione tecnologica che si realizza nei contesti in cui opera un mercato avanzato (industrializzato) non può essere replicata puramente e semplicemente in aree in via di sviluppo, perché i valori dinamici del cambiamento e dell’innovazione interiorizzati nel contesto sociale delle società industrializzate sono radicalmente difformi da quelli delle società arretrate, nelle quali persistono valori statici e tradizionali non compatibili col mercato.
Realizzare processi innovativi (per giunta segmentati e individualizzati) o formazione specialistica orientata all’uso della tecnologia non implica affatto modificare eventuali atteggiamenti negativi verso l’innovazione presenti nel contesto sociale. Una cosa è porre in essere catene operative di intervento orientate alla realizzazione di innovazioni, altra cosa è porre in essere catene operative orientate alla modificazione di atteggiamenti sociali verso l’innovazione; altra cosa ancora è individuare le relazioni tra queste diverse tipologie di operazioni per rendere più efficace la realizzazione di entrambe, tenendo comunque presente il fatto che lo sviluppo innovativo presuppone logicamente un elevato grado di innovazione generalizzata nel sociale.
Le Regioni, nella loro potestà primaria in materia formativa, dovrebbero intervenire programmando l’insieme delle attività formative nella loro duplice caratterizzazione (quella relativa all’uso e quella relativa all’innovazione nell’uso della tecnologia). Ma il ruolo della formazione è stato finora interpretato in termini restrittivi, che lo confinano entro una pura e semplice trasmissione di conoscenze e nozioni strettamente conformi alle catene operative imposte dal capitale tecnologico, in una logica puramente ripetitiva (formazione orientata all’uso delle tecnologie).
Poiché allo stato attuale, data la staticità e le disfunzionalità che caratterizzano la formazione professionale, non si può chiedere a quest’ultima di trasformarsi in formazione innovativa (anche perché le strutture burocratiche regionali che attualmente la gestiscono non sono le più adatte allo scopo), tale compito può trovare nel Parco scientifico e tecnologico un punto di riferimento adeguato.
Il Parco, in quanto infrastruttura puntuale con obiettivi di sviluppo orientata a realizzare ed attivare nel contesto socio-economico processi di approfondimento e allargamento tecnologico innovativo funzionali allo sviluppo e alla crescita economica, può e deve avere come specifico obiettivo quello di gestire in modo diretto la componente innovativa della formazione.
La funzione di produzione di capitale umano innovativo, nell’ambito del Parco, si configura come servizio per lo sviluppo e deve essere definita non in termini di formazione specialistica statica (formazione all’uso della tecnologia), ma in termini di formazione specialistica generalizzata e dinamica, consistente nella trasmissione di atteggiamenti e skills di innovazione manageriale e imprenditoriale (formazione all’innovazione nell’uso delle tecnologie fisiche e delle tecnologie organizzative).[pag. 96]
Indice della pubblicazione
Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici
G. Bolacchi
Premessa online
Parte prima. I problemi dello sviluppo: variabili economiche e variabili sociali.
- Alcune problematiche dello sviluppo in ambito economico. online
- Il progresso tecnologico e l’innovazione. online
- L’innovazione e le pre-condizioni dello sviluppo. online
- Anomalie economiche e sociali del mercato e squilibri nella dinamica dell’innovazione. online
Parte seconda. L’esplicazione del Parco scientifico e tecnologico nell’ambito degli interventi pubblici orientati alla gestione del processo di innovazione.
- Le definizioni descrittive del concetto di Parco.
- Il Parco come infrastruttura puntuale con obiettivi di sviluppo. online
Parte terza. Il ruolo del Parco nei sistemi di mercato sviluppati e industrializzati.
- Le esternalità derivanti dall’attività di ricerca e sviluppo. online
- L’effetto di spiazzamento e il rendimento sociale delle risorse pubbliche. online
- L’intervento pubblico in materia di ricerca e sviluppo e la salvaguardia delle regole del mercato.
Parte quarta. Il ruolo del Parco nei sistemi socio-economici in via di sviluppo.
- L’attivazione delle pre-condizioni dello sviluppo. online
- L’investimento in capitale umano innovativo in funzione dello sviluppo.
- La formazione di capitale umano e la cultura dell’innovazione. online
- Le esternalità derivanti dall’attività formativa e il rendimento sociale della spesa pubblica. online
- Tipologie di Parco con effetti indotti negativi nelle aree in via di sviluppo. online
Appendice. Il ruolo del Parco nell’ambito del Programma Operativo Regionale della Sardegna.