La forza sociale del potere e il problema della maggioranza
L’explicandum della democrazia è dato da quell’insieme di fenomeni che vengono caratterizzati in termini di rappresentanza politica. Un explicatum dovrà inquadrare questi fenomeni a un livello teorico, in funzione delle strutture e della dinamica sociale. [pag. 212]
Le più importanti esplicazioni che della rappresentanza politica siano state fornite si svolgono, come si è visto, in termini di volontà popolare e di lotta in concorrenza per il comando politico; ma il loro difetto fondamentale consiste nel fatto che le stesse caratterizzano il fenomeno in esame in modo autonomo e prescindono da un suo inquadramento entro una teoria generale dei fenomeni sociali. Utilizzando, ai fini di una corretta esplicazione dell’istituto della rappresentanza politica, gli schemi teorici prospettati nella presente indagine, l’explicatum della stessa, cioè la «democrazia», deve essere inteso come commisurazione istituzionalizzata, in termini di forza sociale, tra le varie manifestazioni di potere condizionante (istituzionale o deviante) poste in essere dalle classi antagoniste entro un determinato ordinamento sociale.
Appaiono in tal modo chiari i limiti delle due teorizzazioni della democrazia che abbiamo discusso. Di lotta in concorrenza può, infatti, parlarsi solo al livello dell’azione di classe. È questo, come si vedrà, un fondamentale presupposto su cui si fonda la democrazia, che però non è identificabile con quest’ultima.
Per quanto riguarda il concetto di «volontà popolare» è sufficiente fare osservare che, ove lo si formalizzi come comunione interrelata fondata sull’interiorizzazione, esso risulta completamente estraneo alla democrazia; ove, invece, lo si consideri come «volontà della maggioranza» lo stesso rientra – sia pure in modo particolare – nella esplicazione teorica della «democrazia» in quanto la commisurazione tra la forza sociale delle varie posizioni di potere si attua appunto in termini di maggioranza.
Ciò non significa, peraltro, che il concetto di «maggioranza» sia essenziale ai fini della democrazia; in effetti, la forza sociale su cui si fondano le posizioni di potere non deriva dal fatto che le stesse siano condivise da un maggiore o minore numero di persone. Tali posizioni debbono poggiare non [pag. 213] tanto su una mera comunione di interessi, quanto su una comunione interrelata (e interiorizzata). In tal modo, la forza sociale del potere è data dal grado di interrelazione (organizzazione) esistente tra gli interessi comuni di un insieme di soggetti. Grado di interrelazione che dipende dal grado di mediazione degli interessi coinvolti nelle azioni di accettazione che fondano il gruppo sociale. Quanto più elevato sarà il grado di mediazione degli interessi comuni e interrelati, tanto più ampia sarà la sfera degli interessi comuni, quindi tanto maggiore il grado di organizzazione sociale; grado di organizzazione che all’interno del gruppo verrà espresso in termini di azioni di accettazione, cioè di interessi interiorizzati, mentre all’esterno si porrà come potere istituzionale o potere deviante. Per concludere, l’elemento fondamentale che caratterizza la forza sociale del potere di un gruppo è dato non già dal numero di individui che condividono i valori comuni del gruppo, bensì dal grado di mediazione degli interessi comuni e quindi dal grado di organizzazione del gruppo. L’elemento numerico si presenta quindi, nell’ambito della democrazia, esclusivamente come un espediente storicamente determinato, meglio un indice sintomatico, che consente una più immediata rilevazione della forza sociale del potere. Si suppone ovviamente, in tal caso, che a forza sociale più elevata corrisponda una più elevata possibilità di condizionamento di soggetti estranei al gruppo. Il che significa che la maggioranza espressa tramite la rappresentanza politica è composta dai soggetti che hanno interiorizzati i valori del gruppo che esercita il potere deviante, più i soggetti che vengono condizionati dai primi mediante l’esercizio di quest’ultimo. Potrebbe dirsi si abbia in tal modo una adesione spontanea fondata sulla interiorizzazione dei valori del gruppo, e una adesione indotta fondata sull’esercizio del potere tendente a imporre ai terzi quei valori, cioè a creare o ad ampliare una comunione interrelata. [pag. 214]
Indice della pubblicazione
Teoria delle classi sociali
Giulio Bolacchi
Capitolo I: Strutture teoriche e scienze sociali
1. Schemi teorici e scienze sociali
2. La prospettiva metodologica delle scienze sociali
3. Le strutture linguistiche astratte
4. Il problema dei concetti teorici
5. Linguaggio osservativo e linguaggio teorico
6. Empirismo, criteri di significatività e termini disposizionali
7. Assiomatizzazione e linguaggio teorico
8. Il concetto di «linguaggio teorico» in Carnap
9. Linguaggio teorico e livelli di astrazione
10. Verificabilità empirica delle strutture astratte; rapporti fra diverse strutture linguistiche
11. Il ruolo della teoria generale nelle scienze sociali
12. Rapporti tra teoria economica e scienza sociale; il problema del sottosviluppo
13. L’integrazione delle scienze sociali e la teoria generale del comportamento sociale
Note del capitolo I
Capitolo II: Alcune teorie sulle classi sociali
1. Le principali teorie sulle classi sociali online
2. Classe e situazione di classe in Weber
3. La classificazione dei gruppi e il problema delle classi sociali in Sorokin
4. Il problema dell’ordine e la stabilità dell’interazione sociale in Parsons
5. Sistema di valori e stratificazione sociale in Parsons
6. I limiti fondamentali della teoria generale di Parsons
7. Critiche al «sistema sociale» di Parsons
8. La teoria integrazionista e la teoria coercitiva della società nell’analisi di Dahrendorf
9. Gruppi di conflitto e associazioni coordinate da norme imperative in Dahrendorf
10. Autorità e potere condizionante nella dinamica sociale
11. Il rapporto di autorità e la dinamica reintegratrice o pendolare; l’avvicendamento del personale nelle posizioni di dominio in Dahrendorf
12. I tre stadi di analisi delle strutture sociali: dinamica pendolare, dinamica strutturale-funzionale, dinamica cumulativa
13. Il problema della dinamica nelle teorie di Parsons e Dahrendorf
14. Conclusioni critiche sulle teorie di Parsons e Dahrendorf
Note del capitolo II
Capitolo III: Premesse a una teoria generale delle classi sociali
1. Scienza del comportamento e scienza psicologica
2. Le teorie causali del significato
3. La struttura funzionale degli interessi
4. Il campo disposizionale
5. Intermediazione, comunione e mutualità degli interessi negli studi di Perry online
6. Il concetto di «disposizione a rispondere» online
7. Disposizione a rispondere e segno nella semiotica di Morris online
8. Classe sociale e categoria sociale online
9. Il concetto di «interesse comune e interrelato» online
10. L’interesse di classe online
11. L’azione sociale di accettazione e l’azione sociale di condizionamento online
12. Il potere condizionante: potere istituzionale e potere deviante online
13. I concetti di «potere» e «autorità» in alcune teorie sociologiche
14. La dinamica del potere condizionante online
15. Potere deviante e classe sociale online
16. Comunione di interessi, istituzionalizzazione, internalizzazione e potere online
17. Considerazioni conclusive sul concetto di «classe sociale» online
18. Classi sociali e dinamica sociale online
Note del capitolo III
Capitolo IV: Democrazia e classi sociali
1. La dottrina classica della democrazia online
2. Indeterminatezza e irrazionalità del comportamento politico; la critica di Schumpeter al concetto di «democrazia» online
3. Democrazia e volontà popolare online
4. La volontà popolare come risultante del processo politico online
5. La democrazia come lotta in concorrenza per il comando politico online
6. Il metodo democratico e la rilevazione degli interessi pubblici online
7. Democrazia come volontà popolare e democrazia come lotta in concorrenza online
8. L’istituto della rappresentanza politica online
9. La forza sociale del potere e il problema della maggioranza online
10. Le differenti caratterizzazioni del concetto di «libertà» online
11. La democrazia come commisurazione istituzionalizzata della forza sociale del potere istituzionale e del potere deviante online
Note del capitolo IV
Capitolo V: Un esempio storico: la borghesia
1. La borghesia rivoluzionaria e la polemica di Sieyes contro il privilegio
2. Una interpretazione della Rivoluzione secondo le prospettive di Toynbee
3. Equivoci teorici connessi al concetto di «borghesia» online
4. I valori borghesi e i princípi di perduranza dell’antico regime
5. Il proletariato contemporaneo e la mancata assimilazione dei valori borghesi
6. Il concetto di «borghesia» nel pensiero di Croce
7. Le caratterizzazioni della «borghesia» in termini di ceto medio
8. Gli interessi comuni della borghesia online
9. Classe borghese e potere deviante online
Note del capitolo V