La struttura del discorso scientifico: la relazione funzionale

Il discorso scientifico ha un senso nella misura in cui esso può essere costruito come discorso intersoggettivo, cioè come discorso la cui significatività non possa in linea di principio essere contestata, in quanto fondata su predicati sperimentali caratterizzati dal predicato metodologico della ripetibilità e tra loro connessi mediante la relazione funzionale R(Vi, Vd, Vv).

L’intersoggettività costituisce pertanto l’unico criterio che può essere utilizzato ai fini dell’ampliamento del discorso scientifico (che su questo punto differisce dal discorso in senso lato ideologico o valutativo, per definizione soggettivo); ampliamento che può essere realizzato: (1) mediante l’introduzione di nuovi predicati sperimentali; (2) mediante l’introduzione di predicati limitativi che, sotto un profilo metodologico allargano l’ambito di significatività di una data struttura, e sotto un profilo sintattico costituiscono una specificazione dei predicati più generali che qualificano la struttura (e in questo senso possono essere detti predicati limitativi); (3) mediante l’introduzione di predicati di livello più astratto rispetto a un insieme di predicati che caratterizzano una struttura preesistente, in modo tale che la nuova struttura sia in grado di esplicare anche i fenomeni esplicati nella struttura meno astratta (che mantiene la propria validità  [pag. 11] limitatamente ai postulati che la qualificano) come una specificazione dei predicati più generali della nuova struttura (più astratta) mediante l’introduzione di nuovi predicati con l’uso di definizioni nominali.

L’esplicazione scientifica dei fenomeni consiste quindi nell’individuazione di un insieme di variabili e delle relazioni che sussistono tra queste variabili. Il perché certe variabili vengano assunte come variabili tipiche non costituisce un problema all’interno della scienza, in quanto resta sempre aperto il campo all’individuazione di nuove variabili aventi un livello di astrazione eguale o un livello di astrazione più elevato rispetto ai predicati fondamentali che a un dato tempo caratterizzano il discorso scientifico.

L’unica condizione posta all’introduzione di nuovi predicati è data dal fatto che i predicati introdotti debbono essere sempre tra loro collegati secondo le regole che caratterizzano la struttura del linguaggio della scienza. Questa struttura è data – come abbiamo detto – dalla relazione funzionale tra tre tipi di variabili (dipendenti, indipendenti, vincolate o parametri) che si ritrova tanto al livello dei predicati sperimentali quanto al livello dei predicati più astratti.

Tutti i predicati aventi lo stesso livello di astrazione debbono essere tra loro combinati sulla base della relazione funzionale fondamentale R(Vi, Vd, Vv), ma nell’ambito del discorso scientifico si hanno predicati aventi diversi livelli di astrazione (così come predicati aventi diversi livelli di generalizzazione).

La prospettiva scientifica risulta pertanto caratterizzata: (1) dalla relazione strutturale fondamentale R(Vi, Vd, Vv); (2) dalla possibilità di introdurre nel linguaggio della scienza sempre nuovi predicati purché tra loro combinati in base alla relazione fondamentale; (3) dal diverso livello di astrazione e di generalizzazione dei predicati.

L’impostazione del problema scientifico in termini strutturali elimina la problematica metafisica relativa alla convenzionalità dei postulati. Il significato metodologico che può darsi al concetto di convenzionalità dei postulati è dato dalla possibilità di inserire sempre nuovi postulati nel discorso della scienza. Ma questo fatto non compromette, all’interno di tale discorso, la validità dei postulati già esistenti, i quali vengono solo caratterizzati in termini di maggiore o minore livello di astrazione rispetto ai nuovi.

Da ciò consegue che il discorso scientifico è un discorso aperto, nel senso che i postulati, e più in generale i predicati, che lo compongono non escludono la possibilità di un suo ampliamento che non altera mai la validità delle strutture preesistenti, ma le inquadra entro contesti esplicativi di più vasta portata.  [pag. 12]

Indice della pubblicazione

L’analisi scientifica del comportamento di scelta

G.Bolacchi


1. L’analisi scientifica del comportamento. online

2. Il processo di discriminazione come processo di rinforzo. online

3. Il concetto di interesse. Interesse finale e interesse strumentale.

4. Il concetto di intensità dell’interesse. online

5. Esplicazione di alcuni esperimenti mediante il concetto di intensità dell’interesse.

6. Scelta, utilità, massimizzazione, come concetti pseudo-esplicativi. online

7. La struttura del discorso scientifico: la relazione funzionale. online

8. La relazione funzionale nella psicologia.

9. La relazione funzionale nella fisica.

10. Termini teorici e termini osservativi. I problemi della generalizzazione e dell’astrazione.

11. Le variabili intermedie in psicologia.

12. Il significato dei termini teorici nella fisica. L’esempio del campo elettromagnetico.

13. Il livello dei predicati. Relazioni tra predicati di diverso livello. online

14. La distinzione tra leggi sperimentali e teorie.

15. Le regole di corrispondenza. online

16. Analisi critica del concetto di regola di corrispondenza.

17. I postulati limitativi.

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