Le principali teorie sulle classi sociali
Molte teorie sono state formulate per spiegare il fenomeno delle classi sociali, tuttavia, solo un piccolo numero di indagini ha portato un effettivo contributo alla chiarificazione del concetto di «classe». D’altra parte, la disparità di opinioni e di prospettive e la prevalente, anche se non sempre palese, esplicazione del concetto di «classe» in termini di stratificazione, rendono difficile enucleare dal pensiero di ciascuno studioso ciò che può effettivamente servire alla costruzione di una teoria generale e coerente, fondata sulle prospettive dell’interesse e del potere.[pag. 45]
La nostra analisi prenderà le mosse dal concetto di «classe sociale» in Weber, in quanto la sua problematica può essere considerata come un punto di riferimento fondamentale.
Seguirà una analisi del concetto di «classe» in Sorokin, la cui teoria è stata presa ad esempio delle formulazioni tuttora ricorrenti, volte a caratterizzare il fenomeno in esame sotto un profilo classificatorio e analitico.
Verrà poi esaminato il sistema di Parsons, nell’ambito del quale è contenuta la formulazione più rigorosa del concetto di «stratificazione sociale» in termini di società come sistema integrato.
La quarta teoria analizzata sarà quella di Dahrendorf che, staccandosi dagli autori precedenti, tenta di esplicare il concetto di «classe» in termini dinamici, fondandolo sul conflitto emergente dalla struttura di autorità in associazioni coordinate da norme imperative.
L’opera di Weber può essere considerata come un tentativo diretto a integrare il materialismo economico con un materialismo politico [1]. A tal fine Weber respinge ogni teoria monocausale delle connessioni storiche e sociali e considera il condizionamento reciproco tra fenomeni economici e fenomeni sociali in termini che potrebbero dirsi scientifici, in quanto secondo la prospettiva che egli adotta, «spetta alla ricerca concreta la determinazione della direzione di condizionamento lungo la quale procedere» [2].
Conformemente a queste premesse metodologiche d’ordine generale, anche la esplicazione weberiana del concetto di «classe» è svincolata dal determinismo economico e appare molto più ricca di quella marxiana, quantunque ne possegga la medesima limitazione fondamentale in quanto, in ultima analisi, considera la classe sociale come insieme di individui aventi un medesimo status. La dinamica sociale in termini di lotta di classe non rientra, pertanto, nel novero delle categorie socio-[pag. 46]logiche isolate da Weber, benché egli individui una categoria tipica fondamentale ai fini dell’analisi dinamica: la categoria del potere, visto come tipo di comportamento connesso a ogni status o situazione sociale.
In altre parole, mentre Marx individua quel particolare momento della dinamica sociale che si traduce nella lotta di classe, ma non ne esplica la struttura in termini scientifici, in quanto non isola la categoria del potere, Weber fonda, al contrario, la sua teoria della stratificazione sociale su una esplicazione del «potere» come categoria sociologica; quantunque non riesca a vederne l’aspetto centrale in termini dinamici e lo consideri, quindi, non già quale fenomeno autonomo, bensì come una derivazione dello status. In tal senso, appunto, la sua teoria delle classi è essenzialmente una teoria della stratificazione sociale e lo status è riguardato come la categoria fondamentale su cui poggia il concetto di «classe». Prospettiva questa, come si è detto, molto simile a quella di Marx, la cui dinamica della lotta di classe è anch’essa legata a un conflitto che ha le sue radici in uno status sociale qualificato dal sistema della proprietà privata.
Vedremo nel corso della presente indagine come la prospettiva della lotta di classe e quella del potere, visto come momento dinamico non riconducibile a un tipo determinato di situazione sociale, vengano fuse da Dahrendorf, il quale tenta appunto di fondare la dinamica del conflitto in termini di potere e il potere in termini di struttura di autorità in associazioni coordinate da norme imperative. Ma anche la posizione di Dahrendorf, quantunque egli faccia uso di concetti quali «interesse manifesto» e «interesse latente», poggia sostanzialmente su una caratterizzazione del potere in termini di situazioni sociali, proprio in quanto quest’ultimo è ricollegato alla distribuzione della autorità nell’ambito delle associazioni coordinate da norme imperative. Questo fatto, se da un lato serve [pag. 47] a fornire una esplicazione della dinamica in termini di elementi dinamicamente variabili che pur influenzando le strutture sociali sono originati non al di fuori del sistema, ma dalle strutture medesime, cioè sono parti costitutive di tali strutture e al tempo stesso fattori di mutamento delle stesse [3], da un altro lato, proprio perché si traduce in una considerazione del potere in termini di autorità legittima, il potere medesimo venga, in ultima analisi, fondato sullo status o situazione sociale emergente da una struttura di autorità; per cui la dinamica, come vedremo, viene ridotta a un puro e semplice mutamento di personale nelle posizioni di dominio e di subordinazione.
Per concludere sui punti ai quali abbiamo brevemente accennato, possiamo dire che nessuna delle teorie riesce a dare del potere una caratterizzazione autonoma e a fondare questo fenomeno come categoria sociologica primaria. In effetti, questa fondazione può ottenersi solo dissociando – su un piano teorico – il concetto di «potere» da quello di «status» ed esplicando il primo come categoria dinamica connessa non già a uno status, bensì a un interesse del soggetto. Questo radicale mutamento di prospettive consente di superare le difficoltà insite nelle differenti considerazioni del fenomeno in esame e di fondare un concetto di «classe sociale» che, poggiando sulla formalizzazione dell’interesse, viene esplicato in termini dinamici, utilizzando in tutta la loro ampiezza gli svolgimenti connessi a una esatta caratterizzazione del potere, che sono oscurati e limitati da una qualificazione di quest’ultimo sulla base del concetto di «status».[pag. 48]
Note
[1] H. H. Gerth, C. W. Mills (eds.), From Max Weber: Essays in Sociology, p. 47.
[2] P. Rossi, Introduzione, in M. Weber, Economia e società, p. xxx. Per una analisi della metodologia di Weber, cfr. P. Rossi, Lo storicismo tedesco contemporaneo, parte IV.
[3] R. Dahrendorf, Class and Class Conflict in an Industrial Society, p. 123.
Indice della pubblicazione
Teoria delle classi sociali
Giulio Bolacchi
Capitolo I: Strutture teoriche e scienze sociali
1. Schemi teorici e scienze sociali
2. La prospettiva metodologica delle scienze sociali
3. Le strutture linguistiche astratte
4. Il problema dei concetti teorici
5. Linguaggio osservativo e linguaggio teorico
6. Empirismo, criteri di significatività e termini disposizionali
7. Assiomatizzazione e linguaggio teorico
8. Il concetto di «linguaggio teorico» in Carnap
9. Linguaggio teorico e livelli di astrazione
10. Verificabilità empirica delle strutture astratte; rapporti fra diverse strutture linguistiche
11. Il ruolo della teoria generale nelle scienze sociali
12. Rapporti tra teoria economica e scienza sociale; il problema del sottosviluppo
13. L’integrazione delle scienze sociali e la teoria generale del comportamento sociale
Note del capitolo I
Capitolo II: Alcune teorie sulle classi sociali
1. Le principali teorie sulle classi sociali online
2. Classe e situazione di classe in Weber
3. La classificazione dei gruppi e il problema delle classi sociali in Sorokin
4. Il problema dell’ordine e la stabilità dell’interazione sociale in Parsons
5. Sistema di valori e stratificazione sociale in Parsons
6. I limiti fondamentali della teoria generale di Parsons
7. Critiche al «sistema sociale» di Parsons
8. La teoria integrazionista e la teoria coercitiva della società nell’analisi di Dahrendorf
9. Gruppi di conflitto e associazioni coordinate da norme imperative in Dahrendorf
10. Autorità e potere condizionante nella dinamica sociale
11. Il rapporto di autorità e la dinamica reintegratrice o pendolare; l’avvicendamento del personale nelle posizioni di dominio in Dahrendorf
12. I tre stadi di analisi delle strutture sociali: dinamica pendolare, dinamica strutturale-funzionale, dinamica cumulativa
13. Il problema della dinamica nelle teorie di Parsons e Dahrendorf
14. Conclusioni critiche sulle teorie di Parsons e Dahrendorf
Note del capitolo II
Capitolo III: Premesse a una teoria generale delle classi sociali
1. Scienza del comportamento e scienza psicologica
2. Le teorie causali del significato
3. La struttura funzionale degli interessi
4. Il campo disposizionale
5. Intermediazione, comunione e mutualità degli interessi negli studi di Perry online
6. Il concetto di «disposizione a rispondere» online
7. Disposizione a rispondere e segno nella semiotica di Morris online
8. Classe sociale e categoria sociale online
9. Il concetto di «interesse comune e interrelato» online
10. L’interesse di classe online
11. L’azione sociale di accettazione e l’azione sociale di condizionamento online
12. Il potere condizionante: potere istituzionale e potere deviante online
13. I concetti di «potere» e «autorità» in alcune teorie sociologiche
14. La dinamica del potere condizionante online
15. Potere deviante e classe sociale online
16. Comunione di interessi, istituzionalizzazione, internalizzazione e potere online
17. Considerazioni conclusive sul concetto di «classe sociale» online
18. Classi sociali e dinamica sociale online
Note del capitolo III
Capitolo IV: Democrazia e classi sociali
1. La dottrina classica della democrazia online
2. Indeterminatezza e irrazionalità del comportamento politico; la critica di Schumpeter al concetto di «democrazia» online
3. Democrazia e volontà popolare online
4. La volontà popolare come risultante del processo politico online
5. La democrazia come lotta in concorrenza per il comando politico online
6. Il metodo democratico e la rilevazione degli interessi pubblici online
7. Democrazia come volontà popolare e democrazia come lotta in concorrenza online
8. L’istituto della rappresentanza politica online
9. La forza sociale del potere e il problema della maggioranza online
10. Le differenti caratterizzazioni del concetto di «libertà» online
11. La democrazia come commisurazione istituzionalizzata della forza sociale del potere istituzionale e del potere deviante online
Note del capitolo IV
Capitolo V: Un esempio storico: la borghesia
1. La borghesia rivoluzionaria e la polemica di Sieyes contro il privilegio
2. Una interpretazione della Rivoluzione secondo le prospettive di Toynbee
3. Equivoci teorici connessi al concetto di «borghesia» online
4. I valori borghesi e i princípi di perduranza dell’antico regime
5. Il proletariato contemporaneo e la mancata assimilazione dei valori borghesi
6. Il concetto di «borghesia» nel pensiero di Croce
7. Le caratterizzazioni della «borghesia» in termini di ceto medio
8. Gli interessi comuni della borghesia online
9. Classe borghese e potere deviante online
Note del capitolo V