Le regole semantiche; l’intensione e l’estensione delle espressioni linguistiche

Il processo semantico, analizzato nella sua dimensione empirica, considera il segno come fatto significante in relazione agli individui che lo adoperano e ai fenomeni che ne vengono denotati: una tale indagine implica, pertanto, una considerazione [pag. 43] unitaria di questo processo sotto un profilo scientifico ed è chiaro come alla stessa non debba essere necessariamente collegata una problematica filosofica, connessa soprattutto alla non osservatività del segno. Ma specialmente in relazione ai linguaggi,[28] siano essi fattuali o convenzionali, assiomatici o no, può darsi una ulteriore considerazione dei segni in funzione delle sole regole semantiche esistenti nell’ambito dei sistemi linguistici; in tal caso, non potendo essere prese in considerazione le circostanze empiriche che condizionano il sorgere e la esistenza del processo semantico, l’indagine appare come interna al processo semantico, nel senso che nessun riferimento extra-linguistico (cioè ad elementi differenti dalle regole del sistema) può essere ammesso. È solo sulla base di questo presupposto metodologico che i linguaggi possono essere considerati nel loro aspetto meramente semantico; ed è chiaro come tale considerazione, secondo quanto si è fatto notare, potrà essere più o meno generale: e quindi potranno darsi una semantica descrittiva (sistema interpretato che potrà essere convenzionale o fattuale, intendendo con quest’ultimo termine una struttura linguistica con regole semantiche espresse, connesse in modo diretto al linguaggio comune) ed una semantica pura [29] relativa allo studio dei concetti semantici in quanto tali, sotto un profilo di massima generalità. Uguali considerazioni possono farsi in ordine ai sistemi assiomatizzati (sistemi sintattici, interpretati o no).[30]

Entro i sistemi semantici rileva anzitutto, in relazione alla significazione delle espressioni appartenenti agli stessi, il concetto di «concordabilità» intesa come accordo dei termini con le regole che ne determinano l’uso;[31] a tale proposito, Carnap distingue anzitutto tra i due concetti di «verità» ed «L-verità» (più appropriato sarebbe parlare di significatività e L-verità): il primo non è in effetti, una definizione in senso [pag. 44] proprio del concetto di «verità», ma solo una condizione di adeguatezza che si riferisce in genere a tutti i termini logici e fattuali di un sistema semantico e dovrebbe più propriamente formularsi come condizione di significatività dei termini linguistici, diretta a stabilire che una frase ha senso in un dato sistema semantico se, e solo se, il suo significato può essere determinato sulla base delle sole regole semantiche del sistema, senza riferimento a fatti extralinguistici.[32]

Tali regole, espresse nel metalinguaggio, sono le regole di formazione, quelle di designazione in senso stretto, quelle di determinazione, le regole dei valori e, infine, le regole di verità, che poggiano sul concetto semantico di verità e che danno, in combinazione con le regole di designazione, per ogni frase del sistema, una condizione necessaria e sufficiente per la sua significatività.[33] Il fatto che siano soddisfatte le condizioni di significatività non dice ancora se la frase è L-vera o F-vera: occorre infatti aggiungere a quelle condizioni le due definizioni di «verità logica» e di «verità fattuale». Per far ciò Carnap [34] sviluppa maggiormente, tra i vari sistemi possibili, quello poggiante sui concetti di «ambito di significatività» e «descrizione di stato» (range e state-description). Se noi vogliamo, infatti, determinare la significatività di una frase dobbiamo conoscere in quali possibili casi, entro un dato linguaggio, essa significa e in quali casi essa è priva di senso.[35] Ciò si ottiene ponendo delle regole (in certo modo analoghe a quelle di verità) che determinano, per ogni frase, descrizioni di stato in cui la frase è significante e descrizioni di stato in cui non lo è, e ponendo ulteriori regole che, in base alle precedenti, determinano l’ambito di significatività della frase. Su questo concetto di «ambito» Carnap fonda la logica induttiva (del probabile) e quella deduttiva.[36] Ricorderemo qui, a tale proposito, l’esatta esplicazione che egli fornisce della L-verità o verità analitica, ne- [pag. 45] cessaria, logica: una frase è L-vera se essa significa in ogni possibile descrizione di stato, se cioè l’ambito di significatività della medesima è universale.[37] Un sistema semantico i cui termini siano tutti L-veri ha carattere meramente formale, è cioè un linguaggio logico (non un calcolo logico, nel qual caso il sistema dovrebbe essere assiomatizzato).[38]

D’altra parte, tra i termini di qualsiasi linguaggio interpretato (in senso meno generale) potranno sussistere rapporti di L-implicazione, L-equivalenza, L-disgiunzione, L-esclusione, cioè in genere rapporti di deducibilità logica (oppure di induzione logica): ma in tal caso i termini non potranno dirsi L-veri in senso logico. Nondimeno per essi potrà porsi il problema circa la loro verità fattuale, ma tale criterio essendo extra-linguistico, non potrà essere dato che dalla verifica empirica. È questa la definizione di F-vero.

Sulla base di tali premesse, Carnap esplica i due concetti di «intensione» ed «estensione» dei termini linguistici ed afferma che l’intensione è da considerarsi come il fattore semantico primario in quanto, se data, determina univocamente anche la corrispondente estensione;[39] naturalmente, anche in relazione alla intensione, la condizione di significatività è posta a base delle ulteriori considerazioni: una intensione è, infatti, L-determinata se è relativa a un designatore L-determinato, cioè a un designatore la cui estensione possa essere determinata in base alle regole semantiche del linguaggio cui appartiene, senza riferimento ai fatti.[40]

Ciò posto, è chiaro come entro un dato metalinguaggio possa parlarsi distintamente delle intensioni e delle estensioni dei termini del linguaggio-oggetto corrispondente (ad esempio, di classi e di proprietà in relazione ai predicati); il metodo della intensione ed estensione si pone così in contrasto con quello tradizionale (name-relation) per il quale l’espressione deve es- [pag. 46] sere il nome di uno solo dei fattori semantici: esso porta infatti a una non necessaria duplicazione delle espressioni nel linguaggio-oggetto e, in certi casi, a una palese antinomia.[41]

Le formulazioni in termini di intensione ed estensione nel metalinguaggio non comportano alcuna duplicazione di entità, trattandosi solo di una distinzione semantica tra due modi di espressione, connessa alle due prospettive semantiche secondo cui il segno, entro il linguaggio al quale appartiene, può essere riguardato (duplicazione di espressioni). Ma se il metodo della estensione ed intensione elimina la distinzione tra due tipi di entità trasformandola in una distinzione tra due modi di espressione, esso non elimina, nel metalinguaggio, l’uso di due espressioni, una per l’intensione e l’altra per l’estensione. È però possibile costruire un metalinguaggio neutrale che contenga solo un tipo di espressione e entro il quale venga, in tal modo, eliminata anche l’apparente duplicazione di entità.

La costruzione di un tale metalinguaggio neutrale [43] è operata utilizzando le relazioni di equivalenza ed L-equivalenza e quelle, che sulle prime si fondano, di designazione e di L-designazione. Il fatto che sia possibile costruire un tale metalinguaggio contenente definizioni contestuali relative a termini non neutrali (intensioni ed estensioni), cioè sia possibile reintrodurvi questi ultimi mediante definizioni contestuali, mostra che il metodo neutrale utilizzato riesce egualmente a dar conto di quelle distinzioni semantiche, rendendo evidente come le stesse non presuppongano una duplicazione di entità, ma solo una duplice prospettiva utilizzabile nella considerazione del segno linguistico. Poiché il metalinguaggio neutrale e quello non neutrale hanno un identico ambito di significatività, la scelta fra i due è puro motivo di preferenza pratica: la formulazione neutrale è più semplice ed è utile ai fini di una esatta chiarificazione dei linguaggi simbolici.[44] [pag. 47]

Note

[28] «Serie di comunsegni plurisituazionali le cui combinazioni sono limitate» (C. Morris, Segni, linguaggio e comportamento, p. 58).

[29] Secondo la terminologia di Carnap, Introduction to Semantics, p. 11 sgg.

[30] R. Carnap, Introduction to Semantics, p. 155 sgg.

[31] R. Von Mises, Manuale di critica scientifica e filosofia, p. 96 sgg.

[32] R. Carnap, Meaning and Necessity, pp. 5, 10, 12; R. Carnap, Introduction to Semantics, pp. 81, 84.

[33] Carnap parla sempre di verità: cfr. Carnap, Meaning and Necessity, pp. 4-5; Carnap, Introduction to Semantics, pp. 23, 32, 49 sgg., 81; Carnap, Logical Foundations of Probability, pp. 68-70. A proposito delle regole semantiche Carnap afferma che un sistema semantico può essere costruito anzitutto sulla base di una classificazione dei segni e quindi mediante regole di formazione, regole di designazione e regole di verità (Carnap, Introduction to Semantics, pp. 24-25). Egli distingue anche tra regole di designazione, regole di determinazione e regole dei valori (Carnap, Introduction to Semantics, pp. 45-46 sgg., 49 sgg.) e individua inoltre le regole degli ambiti di significatività (rules of ranges) considerandole come regole semantiche fondamentali (Carnap, Logical Foundations of Probability, pp. 78-80; Carnap, Meaning and Necessity, pp. 5, 9 sgg.).

[34] R. Carnap, Introduction to Semantics, p. 95 sgg.; Carnap, Logical Foundations of Probability, p. 70 sgg.

[35] R. Carnap, Logical Foundations of Probability, p. 78 sgg.; Carnap, Introduction to Semantics, p. 96 sgg.

[36] R. Carnap, Logical Foundations of Probability, p. 80.

[37] R. Carnap, Logical Foundations of Probability, pp. 83-84 sgg.; Carnap, Introduction to Semantics, pp. 61-62 sgg. Comunque è da notare che Carnap adopera le notazioni « vero», «L-vero», «L-determinato» riferendosi a volte al criterio semantico di significatività, a volte alla verità logica, a volte ai rapporti logici di deducibilità e induzione.

[38] R. Carnap, Introduction to Semantics, pp. 155 sgg., 230.

[39] R. Carnap, Meaning and Necessity, p. 108.

[40] R. Carnap, Meaning and Necessity, p. 69 sgg.

[41] R. Carnap, Meaning and Necessity, pp. 96 sgg., 133-135, 203.

(42) R. Carnap, Meaning and Necessity, p. 145 sgg.

[43] R. Carnap, Meaning and Necessity, pp. 153 sgg., 159-160, 167-168.

[44] R. Carnap, Meaning and Necessity, pp. 157 sgg., 168.

Indice della pubblicazione

Metodologia delle scienze sociali

Giulio Bolacchi


Capitolo I: La prospettiva metodologica delle scienze sociali

1. Scienza del comportamento e scienza psicologica

2. Prospettiva psicologica, prospettiva prasseologica, prospettiva semantica

3. Le teorie causali del significato; la corrispondenza biunivoca tra serie causali e serie disposizionali

4. Lo schema mezzo-fine; interessi iniziali, interessi interposti, interessi finali

5. La struttura del campo disposizionale

6. Schemi fattuali e schemi operativi; la traducibilità operativa dei comportamenti

7. Intermediazione, comunione, interrelazione degli interessi

8. Il concetto di «disposizione a rispondere»; stimoli diretti e stimoli preparatori

9. Disposizione a rispondere, sostitutività, sequenza delle risposte

10. L’interazione sociale; comunione di interessi, antagonismo di interessi

11. Dinamica pendolare, dinamica cumulativa, dinamica strutturale-funzionale

12. Dinamica pendolare e dinamica cumulativa in relazione alle tre prospettive del significato

Note del capitolo I

 

Capitolo II: Rapporto semantico e strutture linguistiche

1. Rapporto semantico e linguaggio online

2. Linguaggio-oggetto e metalinguaggio online

3. Le regole semantiche; l’intensione e l’estensione delle espressioni linguistiche online

4. Convenzionalità delle strutture linguistiche e significazione costante dei segni; la considerazione interna e la considerazione esterna del rapporto semantico online

5. Sistemi semantici e sistemi assiomatici; termini logici e termini descrittivi online

6. Le regole di verità e il concetto semantico di verità online

7. Operativismo metodologico e significato delle espressioni linguistiche online

8. Significato operativo dei segni, termini astratti, verificazione e conferma online

Note del capitolo II

 

Capitolo III: Le strutture linguistiche astratte

1. Costruzione e introduzione di nuove strutture semantiche online

2. Il problema dei concetti teorici; la significatività empirica dei termini teorici online

3. Il linguaggio totale della scienza: linguaggio osservativo e linguaggio teorico online

4. Empirismo, criteri di significatività e termini disposizionali; il linguaggio osservativo ampliato online

5. Linguaggio osservativo, linguaggio teorico, assiomatizzazione online

6. Il concetto di «linguaggio teorico» in Carnap; il carattere aperto del linguaggio scientifico online

7. La astrazione come presupposto metodologico del linguaggio teorico; generalizzazione e astrazione; il continuum dei livelli linguistici

8. Verificabilità empirica delle strutture astratte; la significatività dei postulati teorici e la introduzione di postulati limitativi online

Note del capitolo III

 

Capitolo IV: Il concetto di “struttura”

1. Struttura, ambito di significatività dei predicati, livelli di astrazione online

2. Il concetto di «sistema» online

3. Le regole di verità del sistema online

4. Le regole degli ambiti di significatività e delle descrizioni di stato online

5. Valori di verità e condizioni di verità; la significatività delle frasi entro il sistema online

6. Gli elementi basilari della struttura: i predicati e le costanti individuali online

7. L’ordine spazio-temporale

8. Le definizioni coordinative dell’unità di tempo e della congruenza di successivi intervalli di tempo

9. La comparazione di intervalli di tempo paralleli in punti diversi dello spazio: il problema della simultaneità

10. I concetti di «ordine del tempo» e «direzione del tempo» in Reichenbach online

11. Ordine del tempo e ordine causale in Reichenbach

12. Le proprietà topologiche dell’ordine spaziale e dell’ordine temporale

13. I postulati fondamentali della teoria del tempo di Reichenbach online

14. Osservazioni critiche alla teoria di Reichenbach online

15. I predicati primitivi che qualificano il concetto di «struttura dinamica» online

16. La distinzione tra serie chiusa e serie aperta

17. Le esplicazioni del concetto di «causalità» in termini di serie aperta e di irreversibilità

18. Reversibilità e irreversibilità come inderteminatezza e determinatezza dell’ordine rispetto alla modificazione nel contenuto degli stati di un sistema online

19. Stato stazionario, irreversibilità e reversibilità online

20. I predicati fondamentali che qualificano il concetto di «struttura dinamica» online

Note del capitolo IV

 

Capitolo V: Scienze del comportamento e scienze naturali

1. Scienza e metodologia della scienza

2. La rilevanza della teoria astratta nella scienza online

3. La distinzione tra scienze naturali e scienze sociali

4. I postulati della teoria generale della azione di Parsons e la distinzione tra teoria dell’azione e scienze naturali online

5. Il fisicalismo e la negazione della caratterizzazione autonoma delle scienze del comportamento rispetto alle scienze della natura

6. Il problema metodologico della distinzione tra scienze comportamentistiche e scienze naturalistiche

7. Indeterminismo e determinismo nella scienza fisica

8. I tentativi di superamento dell’indeterminismo nella teoria fisica

9. Il problema della distinzione tra determinismo fisico e determinismo metodologico online

10. La considerazione deterministica nelle scienze sociali e la traducibilità operativa dei comportamenti

11. Le condizioni di adeguatezza dei predicati fondamentali delle scienze del comportamento

Note del capitolo V

 

Capitolo VI: I predicati fondamentali delle scienze sociali

1. Statica, evoluzione, stato stazionario nella teoria economica

2. Il problema della dinamica nelle scienze sociali online

3. I problemi dinamici connessi alla considerazione della società come integrazione e della società come conflitto

4. Considerazioni critiche sulla teoria conflittuale della società

5. Dinamica del conflitto di classe e integrazione sociale

6. I predicati fondamentali della sociologia: interesse o disposizione a rispondere, campo disposizionale, interrelazione degli interessi. L’azione di accettazione

7. L’azione di scambio e l’azione di condizionamento (potere)

8. La forza sociale del potere; potere istituzionale e potere deviante

9. Considerazioni conclusive sui problemi metodologici delle scienze sociali

Note del capitolo VI

error: Protetto © Giulio Bolacchi