Linguaggio teorico e livelli di astrazione

Per comprendere meglio il senso di queste considerazioni è però necessario esaminare più dettagliatamente i problemi connessi ai sistemi teorici e alle strutture linguistiche astratte.

Ciò che caratterizza i termini teorici non è l’elemento della assiomatizzazione, che può anche mancare, quanto il fatto che gli stessi posseggano un certo grado di astrazione e, sotto questo profilo, vengano considerati come una struttura unitaria. Tale grado di astrazione non deve essere confuso col concetto di «generalità logica», per cui un termine è singolare quando la sua intensione è tale che il termine medesimo non può significare che un solo elemento univocamente determinato ed è generale quando, al contrario, significa una serie (o insieme più o meno vasto) di elementi. La «astrazione» è invece un concetto metodologico relativo alla introduzione di predicati di vario livello entro preesistenti linguaggi, che potranno anche essere linguaggi concretamente individualizzati, cioè contenenti predicati descrittivi relativi a oggetti estesi nello spazio e nel tempo;[7] essa riflette la distinzione tra fenomeno individualizzato in tutti i suoi molteplici aspetti nell’ambito della complessa esperienza in cui è ricompreso e fenomeno considerato in funzione di uno o più aspetti determinati che vengono trascelti e isolati dal contesto della esperienza totale. Naturalmente questo porta a considerare i predicati osservabili o le serie operative già come interpretazioni teoriche;[8] ma la teorizzazione consiste appunto nel circoscrivere il grado di interpretazione a livelli il più possibile elevati, compatibilmente con un ambito di significatività convenzionalmente determinato. In questo modo la distinzione tra linguaggi teorici, e linguaggi osservativi non viene eliminata ma viene, al contrario, ripro-[pag. 47]posta non già su un piano fattuale ma ad un livello metodologico. Di fatto non si può distinguere tra linguaggio astratto e linguaggio concreto, proprio perché anche i predicati osservabili, per essere tali, debbono essere trascelti sulla base di un certo grado di astrazione. La stessa generalizzazione empirica non potrebbe porsi senza una primitiva e convenzionale caratterizzazione in termini di astrazione e ne potrebbe fare a meno solo un tipo di esperienza che riuscisse a penetrare dall’interno – alla stregua di un continuum spazialmente e temporalmente esteso – il campo dell’osservabile. Non si può quindi distinguere tra «osservativo» ed «astratto» e ricollegare poi i due termini con regole di corrispondenza. Queste ultime, comunque vengano concepite,[9] debbono essere sempre riferite a termini appartenenti al medesimo livello linguistico cioè a termini aventi il medesimo grado di astrazione.

Tanto il grado di astrazione quanto la identità nel grado di astrazione sono elementi che debbono necessariamente essere stabiliti – in modo convenzionale –mediante le regole di designazione del sistema linguistico cui ci si riferisce, le quali interpretano le costanti individuali e i predicati primitivi del sistema stesso; è appunto questa interpretazione che caratterizza il grado di astrazione nel momento stesso in cui si pongono i significati dei termini [10] e ad essa è connessa quella che potrebbe dirsi la omogeneità semantica del sistema che caratterizza la identità nel grado di astrazione.[11]

La distinzione tra linguaggio astratto e linguaggio concreto, nonché l’altra corrispondente tra linguaggio osservativo e linguaggio teorico, non possono quindi essere poste in modo così radicale; potendosi solo parlare di differenti livelli linguistici connessi a differenti gradi di astrazione delle costanti individuali e dei predicati interpretati nel sistema. D’altra parte, qualsiasi livello linguistico può ben essere caratterizzato, come livello teorico rispetto ai livelli con minor grado di astrazione ai quali risulti connesso, e in questo senso, considerato nel suo insieme, costituisce una interpretazione teorica esplicabile in termini puramente semantici o in [pag. 48] termini sintattici (assiomatizzata); in quest’ultimo caso la formalizzazione del sistema sarà resa esplicita nel modo più completo. Naturalmente, come già si è fatto osservare, il problema della generalizzazione, cioè della introduzione di variabili individuali e variabili di attribuiti (proprietà e relazioni) nel sistema linguistico, è un problema diverso da quello della astrazione (costruzione di nuove strutture linguistiche), e le nuove strutture astratte introdotte potranno essere singolari o generali, anche se di norma una teoria scientifica conterrà solo strutture d’ordine generale.[12] [pag. 49]

Note

[7] R. Carnap, Empiricism, Semantics and Ontology, in L. Linsky (ed.), Semantics and the Philosophy of Language, Urbana, Ill., 1952, p. 217. Ristampato in P.P. Wiener (ed.), Readings in Philosophy of Science: Introduction to the Foundations and Cultural Aspects of the Sciences, New York, 1953, pp. 509-522.

[8] Con riferimento alla fisica, cfr. D. Faggiani, op. cit., pp. 46 sgg., 219 sgg.; R. Carnap, The Interpretation of Physics, in H. Feigl, M. Brodbeck (eds.), Readings in the Philosophy of Science, New York, 1953, pp. 309-318.

[9] Sul punto cfr. C.G. Hempel, La formazione dei concetti e delle teorie nella scienza empirica, Milano, 1961, pp. 44-45, 112-113 sgg., 117 sgg., 121 sgg.

[10] Per un esempio appropriato di estensione di strutture linguistiche, che può essere interpretato come introduzione di nuove strutture in un linguaggio preesistente e quindi come individuazione di due diversi gradi di astrazione, cfr. Carnap , Logical Foundations of Probability, cit., pp. 62-65.

[11] Requisiti che potrebbero essere considerati analoghi al concetto di «omogeneità semantica», sono quelli presi in considerazione da Carnap, Logical Foundations of Probability, cit., pp. 72 sgg., 76 sgg., relativamente alla indipendenza logica e alla completezza di un sistema, nonché alla famiglia di proprietà interrelate.

[12] Sui vari tipi di strutture linguistiche a differenti livelli di astrazione cfr. R. Carnap, Empiricism, Semantics and Ontology, cit., p. 513 sgg. (in Wiener), il quale parla nell’ordine di mondo delle cose, sistema dei numeri, sistema delle proposizioni, sistema di proprietà cosali, sistema dei numeri interi e dei numeri razionali, sistema dei numeri reali, sistema a coordinate spazio-temporali per la fisica (nella precedente edizione in Linsky, p. 210 sgg., si parla in tutti i casi, tranne in quello dei numeri, di struttura anziché di sistema). Sul concetto di «livello di esplicazione» che, sotto certi aspetti, sembra possa richiamare quello di «grado di astrazione», cfr. C.G. Hempel, P. Oppenheim, The Logic of Explanation, in H. Feigl, M. Brodbeck (eds.), Readings in the Philosophy of Science, New York, 1953, p. 331 sgg.; con riferimento alle strutture teoriche in psicologia, cfr. E. Brunswich, The Conceptual Focus of Systems, in M.H. Marx (ed.), Psychological Theory, New York, 1951, p. 131 sgg.; A. Edel, The Concept of Levels in Social Theory, in L. Gross (ed.), .Symposium on Sociological Theory, Evanston, Ill., 1959, pp. 167-195; N.S. Timasheff, Order, Causality, Conjuncture, in L. Gross (ed.), Symposium on Sociological Theory, Evanston, Ill., 1959, p. 145 sgg.; sul campo di applicazione di una generalizzazione. cfr. C.G. Hempel, La formazione dei concetti e delle teorie nella scienza empirica, cit., p. 108 sgg.

Indice della pubblicazione

Strutture teoriche e scienze sociali

Giulio Bolacchi


1. Schemi teorici e scienze sociali online

2. La prospettiva metodologica delle scienze sociali online

3. Linguaggio teorico e livelli di astrazione online

4. Verificabilità empirica delle strutture astratte; rapporti fra diverse strutture linguistiche online

5. Il ruolo della teoria generale nelle scienze sociali online

6. Rapporti tra teoria economica e scienza sociale; il problema del sottosviluppo online

7. L’integrazione delle scienze sociali e la teoria generale del comportamento sociale online

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