Operativismo metodologico e significato delle espressioni linguistiche
La affermazione secondo la quale il significato di un termine è determinato dalle regole che ne stabiliscono l’uso entro un dato sistema linguistico [84], si riferisce alle regole di formazione, di designazione, di verità e alle regole degli ambiti [pag. 54] di significatività, nonché, nei sistemi assiomatici (sistemi sintattici o calcoli), alle regole di deduzione o trasformazione [85]; tale punto di vista non deve pertanto essere confuso con l’operativismo in senso proprio, per cui il significato di un termine è dato da un gruppo di operazioni [86], nel senso che il termine significa e denota un insieme di operazioni; questa prospettiva è ammissibile sempre che non la si renda esclusiva [87], non avendo senso alcuno negare la possibilità di linguaggi i cui termini posseggano intensioni ed estensioni non riconducibili in alcun modo ad operazioni [88].
Quando si afferma che il significato di un concetto è dato da un’operazione o da una serie di operazioni, o che «il concetto è sinonimo del corrispondente gruppo di operazioni»[89], non si fa altro che limitare l’ambito del linguaggio scientifico a un particolare tipo di significato dei segni. Questa posizione si riscontra anche, sostanzialmente, negli studi metodologici del Dingler, per il quale «una proposizione metodica dice ciò che si deve (quindi io o un altro) fare, al fine di perseguire questo o quello scopo. Essa contiene l’indicazione di una attività che deve aver luogo ora o in futuro»[90]; in tal senso le asserzioni metodologiche sarebbero suscettibili di formulazione in termini assiomatici e non solleverebbero alcuna difficoltà teoretica, in quanto poggerebbero su indicazioni di attività. Infatti, poiché «tutto ciò che facciamo e dobbiamo fare per preparare e produrre la scienza, è presente in questa nella forma di asserzioni di attività, anche le asserzioni di attività, vi assumono un significato centrale. Tutto ciò che è metodico verrà pertanto espresso in questa forma»[91]. «Si deduce da ciò che nella scienza, e specialmente qui, nella scienza rigorosa o esatta, ciò che soprattutto interessa è il raggiungimento di regole stabili e di valore universale, che ci dicano come si deve agire per provocare certi effetti»[92].[pag. 55]
La tesi del Dingler costituisce un tentativo volto ad eliminare la induzione probabilistica dal novero dei concetti metodologici della scienza. Infatti, una volta stabilite univocamente le regole relative al come si deve agire per produrre certi effetti, anche questi ultimi risulteranno univocamente determinati nell’ambito dell’esperimento. Ma il vero e proprio procedimento induttivo – come si riscontra, ad esempio, nella inferenza universale esplicata da Carnap [93] – esula in realtà da questa prospettiva, la quale, nell’ambito della logica induttiva, appartiene al momento della evidenza [94] consistente nella conoscenza utilizzabile dall’osservatore e da lui usata come base per determinare il grado di conferma di una ipotesi (nell’esempio fatto, di carattere universale).
Neppure sotto il profilo semiotico [95] è esatto affermare che tutti i termini, cioè tutti i segni di un linguaggio, debbono avere necessariamente un significato operativo; quantunque niente impedisca di adoperare un linguaggio in cui tutti i significati dei termini usati abbiano questa caratterizzazione: in esso non compariranno, pertanto, termini astratti che significano e quindi agiscono «come un segno in un processo di semiosi»[96], ma non denotano [97]; il che consegue alla distinzione che deve farsi, entro il rapporto segnico, tra significatum e significazione di un segno [98]. Infatti il termine «significatum» indica (significa nel senso di significazione, trattandosi di termine astratto) la intensione dei segni concreti, cioè «le condizioni tali che qualsiasi cosa le soddisfa è un denotatum di un dato segno»[99], intendendosi per denotatum «qualsiasi cosa che permetta di portare a compimento le sequenze di risposte [100] cui un interprete è disposto a causa di un segno»[101]; mentre il termine «significazione», a sua volta, indica la intensione dei segni astratti, cioè dei segni privi di significatum, ed è determinato unicamente dal rapporto pragmatico tra interprete [pag. 56] e segno, cioè dalla sola disposizione a rispondere di un interprete (con sequenze di risposte di qualche famiglia di comportamenti). Tale disposizione a rispondere (o interpretante) caratterizza, in via esclusiva, nel caso di termini astratti, il significato del segno [102].
Riepilogando, può dirsi quindi che i termini astratti non significano un significatum, ma significano una significazione; mentre i termini concreti significano un significatum e denotano un denotatum [103].[pag. 57]
Note
[84] F. Waismann, Verifiability, pp. 117-144.
[85] R. Carnap, Introduction to Semantics, pp. 157 sgg.
[86] H. Feigl, Operationism and Scientific Method, pp. 501-502 sgg.
[87] P. W. Bridgman, La logica della fisica moderna, pp. 23 sgg., 45-46.
[88] Sull’operativismo come prospettiva metodologica, cfr. H. Dingler, Il metodo della ricerca nelle scienze, pp. 35 sgg. (concetti intenzionali, distinti dai concetti raggruppatori e da quelli pianificatori), 45 sgg., 58 sgg., 83 sgg., 110 sgg., 124 sgg.; cfr. anche C. G. Hempel, La formazione dei concetti e delle teorie nella scienza empirica, pp. 51 sgg., 117 sgg.; A. C. Benjamin, Operationism, pp. 3 sgg., 42 sgg., 64 sgg.
[89] P. W. Bridgman, id., p. 25.
[90] H. Dingler, id., pp. 51-52, 54.
[91] H. Dingler, id., p. 58.
[92] H. Dingler, id., p. 61.
[93] R. Carnap, Logical Foundations of Probability, pp. 208, 570-571.
[94] R. Carnap, Logical Foundations of Probability, pp. 19 sgg., 29 sgg., 579.
[95] C. Morris, Segni, linguaggio e comportamento, pp. 14, 446.
[96] C. Morris, id., p. 446.
[97] C. Morris, id., pp. 35-36, 148 sgg., 154 sgg. Sui termini astratti, cfr. W. V. O. Quine, Methods of Logic, pp. 204-208; G. I. Lewis, p. 41 sgg.
[98] Morris afferma di non aver provato a differenziare «significazione» e «significatum» (Morris, id., p. 446).
[99] C. Morris, id., p. 446.
[100] Sui concetti di «sequenza di risposte» e «famiglia di comportamenti», cfr. Morris, id., pp. 24-25.
[101] C. Morris, id., p. 441.
[102] Stevenson considera il significato come una proprietà disposizionale del segno e non degli interpreti che lo usano, parallela alla disposizione passiva del medesimo ad essere usato, e si sofferma sulla presunta transitività di questa proprietà, per cui dovrebbe affermarsi o che un segno ha una disposizione a produrre sequenze di risposte, oppure che l’interprete ha una disposizione a rispondere causalmente connessa all’apparire del segno (Etica e linguaggio, pp. 81 sgg., 84 sgg.). Ma, come si è visto, tra segno e disposizione a rispondere dell’interprete non sussiste alcun rapporto causale.
Sul concetto di «disposizione a rispondere» nel senso di «interpretante», cfr. Morris, id., pp. 23-24, 34-35.
[103] Secondo la terminologia di Morris, il quale parla di segno che denota un denotatum e di segno che significa un significatum (Morris, id., p. 35).
Indice della pubblicazione
Metodologia delle scienze sociali
Giulio Bolacchi
Capitolo I: La prospettiva metodologica delle scienze sociali
1. Scienza del comportamento e scienza psicologica
2. Prospettiva psicologica, prospettiva prasseologica, prospettiva semantica
3. Le teorie causali del significato; la corrispondenza biunivoca tra serie causali e serie disposizionali
4. Lo schema mezzo-fine; interessi iniziali, interessi interposti, interessi finali
5. La struttura del campo disposizionale
6. Schemi fattuali e schemi operativi; la traducibilità operativa dei comportamenti
7. Intermediazione, comunione, interrelazione degli interessi
8. Il concetto di «disposizione a rispondere»; stimoli diretti e stimoli preparatori
9. Disposizione a rispondere, sostitutività, sequenza delle risposte
10. L’interazione sociale; comunione di interessi, antagonismo di interessi
11. Dinamica pendolare, dinamica cumulativa, dinamica strutturale-funzionale
12. Dinamica pendolare e dinamica cumulativa in relazione alle tre prospettive del significato
Note del capitolo I
Capitolo II: Rapporto semantico e strutture linguistiche
1. Rapporto semantico e linguaggio online
2. Linguaggio-oggetto e metalinguaggio online
3. Le regole semantiche; l’intensione e l’estensione delle espressioni linguistiche online
4. Convenzionalità delle strutture linguistiche e significazione costante dei segni; la considerazione interna e la considerazione esterna del rapporto semantico online
5. Sistemi semantici e sistemi assiomatici; termini logici e termini descrittivi online
6. Le regole di verità e il concetto semantico di verità online
7. Operativismo metodologico e significato delle espressioni linguistiche online
8. Significato operativo dei segni, termini astratti, verificazione e conferma online
Note del capitolo II
Capitolo III: Le strutture linguistiche astratte
1. Costruzione e introduzione di nuove strutture semantiche online
2. Il problema dei concetti teorici; la significatività empirica dei termini teorici online
3. Il linguaggio totale della scienza: linguaggio osservativo e linguaggio teorico online
4. Empirismo, criteri di significatività e termini disposizionali; il linguaggio osservativo ampliato online
5. Linguaggio osservativo, linguaggio teorico, assiomatizzazione online
6. Il concetto di «linguaggio teorico» in Carnap; il carattere aperto del linguaggio scientifico online
7. La astrazione come presupposto metodologico del linguaggio teorico; generalizzazione e astrazione; il continuum dei livelli linguistici
8. Verificabilità empirica delle strutture astratte; la significatività dei postulati teorici e la introduzione di postulati limitativi online
Note del capitolo III
Capitolo IV: Il concetto di “struttura”
1. Struttura, ambito di significatività dei predicati, livelli di astrazione online
2. Il concetto di «sistema» online
3. Le regole di verità del sistema online
4. Le regole degli ambiti di significatività e delle descrizioni di stato online
5. Valori di verità e condizioni di verità; la significatività delle frasi entro il sistema online
6. Gli elementi basilari della struttura: i predicati e le costanti individuali online
7. L’ordine spazio-temporale
8. Le definizioni coordinative dell’unità di tempo e della congruenza di successivi intervalli di tempo
9. La comparazione di intervalli di tempo paralleli in punti diversi dello spazio: il problema della simultaneità
10. I concetti di «ordine del tempo» e «direzione del tempo» in Reichenbach online
11. Ordine del tempo e ordine causale in Reichenbach
12. Le proprietà topologiche dell’ordine spaziale e dell’ordine temporale
13. I postulati fondamentali della teoria del tempo di Reichenbach online
14. Osservazioni critiche alla teoria di Reichenbach online
15. I predicati primitivi che qualificano il concetto di «struttura dinamica» online
16. La distinzione tra serie chiusa e serie aperta
17. Le esplicazioni del concetto di «causalità» in termini di serie aperta e di irreversibilità
18. Reversibilità e irreversibilità come inderteminatezza e determinatezza dell’ordine rispetto alla modificazione nel contenuto degli stati di un sistema online
19. Stato stazionario, irreversibilità e reversibilità online
20. I predicati fondamentali che qualificano il concetto di «struttura dinamica» online
Note del capitolo IV
Capitolo V: Scienze del comportamento e scienze naturali
1. Scienza e metodologia della scienza
2. La rilevanza della teoria astratta nella scienza online
3. La distinzione tra scienze naturali e scienze sociali
4. I postulati della teoria generale della azione di Parsons e la distinzione tra teoria dell’azione e scienze naturali online
5. Il fisicalismo e la negazione della caratterizzazione autonoma delle scienze del comportamento rispetto alle scienze della natura
6. Il problema metodologico della distinzione tra scienze comportamentistiche e scienze naturalistiche
7. Indeterminismo e determinismo nella scienza fisica
8. I tentativi di superamento dell’indeterminismo nella teoria fisica
9. Il problema della distinzione tra determinismo fisico e determinismo metodologico online
10. La considerazione deterministica nelle scienze sociali e la traducibilità operativa dei comportamenti
11. Le condizioni di adeguatezza dei predicati fondamentali delle scienze del comportamento
Note del capitolo V
Capitolo VI: I predicati fondamentali delle scienze sociali
1. Statica, evoluzione, stato stazionario nella teoria economica
2. Il problema della dinamica nelle scienze sociali online
3. I problemi dinamici connessi alla considerazione della società come integrazione e della società come conflitto
4. Considerazioni critiche sulla teoria conflittuale della società
5. Dinamica del conflitto di classe e integrazione sociale
6. I predicati fondamentali della sociologia: interesse o disposizione a rispondere, campo disposizionale, interrelazione degli interessi. L’azione di accettazione
7. L’azione di scambio e l’azione di condizionamento (potere)
8. La forza sociale del potere; potere istituzionale e potere deviante
9. Considerazioni conclusive sui problemi metodologici delle scienze sociali
Note del capitolo VI