Rapporto semantico e linguaggio
Lo studio delle scienze sociali non può prescindere da una analisi del rapporto semantico, la quale è giustificata non solo dal fatto che la prospettiva semantica costituisce, come si è visto, uno dei tre momenti fondamentali del significato considerato sotto un profilo metodologico, ma anche dalla esigenza di apprestare strumenti concettuali adeguati al fine della esplicazione del concetto di «struttura teorica».
Una indagine del linguaggio e dei segni che lo costituiscono si fonda sullo studio e la rilevazione del rapporto che appunto caratterizza la segnità. È unicamente la inserzione entro tale rapporto che qualifica determinati elementi o processi fisici, attribuendo ai medesimi quella particolare caratterizzazione, proprietà o rilevanza data dal poter essere considerati [pag. 37] come elementi direttivi del comportamento nei confronti di qualcosa che al momento non si presenta come uno stimolo.
Il segno postula, entro il rapporto semantico: (a) un riferimento pragmatico al soggetto che lo interpreta, e quindi a una disposizione a rispondere di quest’ultimo ad altri stimoli (stimolo preparatorio), alla presenza di determinate condizioni, in conseguenza del segno medesimo, con sequenze di risposte inseribili entro una serie di comportamenti diretti ad un medesimo fine; (b) nel caso di segni concreti, un riferimento all’oggetto finale (denotatum) associato allo stimolo preparatorio [1]; tale oggetto finale permette il completamento della sequenza di risposte cui l’interprete è disposto a causa del segno [2], cioè determina la traduzione della disposizione suscitata dal segno in risposta concreta [3].
Ciò posto deve dirsi che, ove non si faccia oggetto di studio il segno, bensì il linguaggio, inteso come costituito da «una serie di segni plurisituazionali con significata interpersonali, comuni ai componenti della famiglia di interpreti, essendo i segni linguistici producibili dai componenti della famiglia di interpreti e combinabili in certi modi, ma non altrimenti, onde formare segni composti»[4], il medesimo può essere preso in considerazione sotto un particolare punto di vista, che potrebbe dirsi interno, nel senso che può prescindersi, pur essendo indispensabile presupporli, dalla considerazione degli aspetti esterni al linguaggio e, quindi, ai segni che lo costituiscono. Lo studio del linguaggio come fenomeno segnico complesso caratterizza una ulteriore dimensione semantica che non attiene al processo segnico, benché di necessità lo presupponga, bensì ai rapporti tra diverse situazioni segniche, cioè fra differenti segni che si trovano in relazioni stabili di combinazione [5].
E poiché i segni che costituiscono un linguaggio devono essere producibili dai membri di una famiglia di interpreti e [pag. 38] inoltre possedere significazione comune ad un certo numero di interpreti [6], cioè la medesima significazione per l’organismo che li produce e per determinati altri organismi [7], nel senso che dispongono i loro interpreti a sequenze di risposte della stessa famiglia di comportamenti [8]; e debbono essere inoltre plurisituazionali [9], cioè possedere costanza di significazione in ogni situazione in cui i medesimi intervengono, ne consegue che il linguaggio è dato da una pluralità (o serie) di comunsegni plurisituazionali combinati in modi determinati, al fine di costituire un sistema complesso di segni interconnessi [10].
Qualsiasi analisi del linguaggio come complesso fenomeno segnico di natura sociale, presuppone una analisi del processo segnico nella sua generalità, costituendo il linguaggio la più importante specificazione di quest’ultimo. I più fondamentali punti di vista metodologici che possono condizionare lo studio di tale processo rilevano in ordine alla analisi del segno, a seconda che lo si consideri: (a) sotto il profilo comportamentistico, oppure lo si definisca (b) in senso mentalistico, ovvero (c) si trascelgano entro il campo di una sociologia descrittiva gli usi linguistici relativi alla parola «segno» e ai suoi sinonimi, o (d) si utilizzino i criteri metodologici forniti da un operazionismo integrale, i quali consentirebbero di isolare – mediante tecniche appropriate – una particolare operazione, la semantizzazione, che creerebbe la coppia segno-segnizzato caratteristica del processo segnico.
Delle quattro posizioni metodologiche di cui sopra la (c), data la sua particolare configurazione meramente descrittiva, non sembra possa porsi come esclusiva nei confronti delle altre. Essa si limita alla determinazione di una istanza metodologica che trascura o presuppone una qualsiasi ricerca tendente a delimitare univocamente, su un piano teorico, la struttura del pro-[pag. 39]cesso segnico e si pone, pertanto, come analisi e descrizione degli usi segnici.
Che la tecnica operativa su cui si basa la posizione (d) possa applicarsi al processo segnico, in vista di un superamento della controversia fra mentalismo e comportamentismo, è stato affermato partendo dal presupposto che tale tecnica metodologica consista «nel rintracciare le operazioni (il lavoro, l’attività) mediante le quali si giunge a parlare di qualcosa in qualche modo»: il che equivarrebbe a porre la correlazione «risultati (di) operazioni (compiute su) originari»[11]. Un tale operare su differenziati sarebbe univoco anche fuori dell’osservativo, proprio in quanto consentirebbe di porre «una specie di rovesciamento pragmatico verso il futuro: di avanzare ricette per far sorgere la segnità, per produrla, anziché descrivere cose avvenute (osservativamente o no). In altre parole: comportati così e così, e chiama il risultato segno»[12]. Posto che per tale tecnica le caratteristiche della segnità si determinano in: (a) proprietà a coppia, (b) per investitura, (c) attribuibile a qualsiasi cosa, si tratterebbe quindi di porre in essere una operazione (semantizzazione) creante la coppia segno-segnizzato.[pag. 40]
Note
[1] M. Black, Linguaggio e filosofia, p. 229. Una esatta caratterizzazione del denotatum in termini di oggetto finale implica una considerazione dell’oggetto direttamente coinvolto nel comportamento connesso al rapporto segnico; il denotatum può riferirsi anche a un oggetto non direttamente coinvolto nel comportamento segnico.
[2] C. Morris, Segni, linguaggio e comportamento, p. 35.
[3] M. Black, id., pp. 214 sgg.
[4] C. Morris, id., pp. 57-58.
[5] Sulle regole di combinazione che caratterizzano i segni linguistici, cfr. C. Morris, id., pp. 57-58.
[6] C. Morris, id., pp. 56-57.
[7] C. Morris, id., pp. 62 sgg., 441.
[8] C. Morris, id., pp. 64-65.
[9] C. Morris, id., pp. 57, 66.
[10] C. Morris, id., pp. 58, 447.
[11] F. Rossi-Landi, Charles Morris, p. 124.
[12] F. Rossi-Landi, id., p. 125.
Indice della pubblicazione
Metodologia delle scienze sociali
Giulio Bolacchi
Capitolo I: La prospettiva metodologica delle scienze sociali
1. Scienza del comportamento e scienza psicologica
2. Prospettiva psicologica, prospettiva prasseologica, prospettiva semantica
3. Le teorie causali del significato; la corrispondenza biunivoca tra serie causali e serie disposizionali
4. Lo schema mezzo-fine; interessi iniziali, interessi interposti, interessi finali
5. La struttura del campo disposizionale
6. Schemi fattuali e schemi operativi; la traducibilità operativa dei comportamenti
7. Intermediazione, comunione, interrelazione degli interessi
8. Il concetto di «disposizione a rispondere»; stimoli diretti e stimoli preparatori
9. Disposizione a rispondere, sostitutività, sequenza delle risposte
10. L’interazione sociale; comunione di interessi, antagonismo di interessi
11. Dinamica pendolare, dinamica cumulativa, dinamica strutturale-funzionale
12. Dinamica pendolare e dinamica cumulativa in relazione alle tre prospettive del significato
Note del capitolo I
Capitolo II: Rapporto semantico e strutture linguistiche
1. Rapporto semantico e linguaggio online
2. Linguaggio-oggetto e metalinguaggio online
3. Le regole semantiche; l’intensione e l’estensione delle espressioni linguistiche online
4. Convenzionalità delle strutture linguistiche e significazione costante dei segni; la considerazione interna e la considerazione esterna del rapporto semantico online
5. Sistemi semantici e sistemi assiomatici; termini logici e termini descrittivi online
6. Le regole di verità e il concetto semantico di verità online
7. Operativismo metodologico e significato delle espressioni linguistiche online
8. Significato operativo dei segni, termini astratti, verificazione e conferma online
Note del capitolo II
Capitolo III: Le strutture linguistiche astratte
1. Costruzione e introduzione di nuove strutture semantiche online
2. Il problema dei concetti teorici; la significatività empirica dei termini teorici online
3. Il linguaggio totale della scienza: linguaggio osservativo e linguaggio teorico online
4. Empirismo, criteri di significatività e termini disposizionali; il linguaggio osservativo ampliato online
5. Linguaggio osservativo, linguaggio teorico, assiomatizzazione online
6. Il concetto di «linguaggio teorico» in Carnap; il carattere aperto del linguaggio scientifico online
7. La astrazione come presupposto metodologico del linguaggio teorico; generalizzazione e astrazione; il continuum dei livelli linguistici
8. Verificabilità empirica delle strutture astratte; la significatività dei postulati teorici e la introduzione di postulati limitativi online
Note del capitolo III
Capitolo IV: Il concetto di “struttura”
1. Struttura, ambito di significatività dei predicati, livelli di astrazione online
2. Il concetto di «sistema» online
3. Le regole di verità del sistema online
4. Le regole degli ambiti di significatività e delle descrizioni di stato online
5. Valori di verità e condizioni di verità; la significatività delle frasi entro il sistema online
6. Gli elementi basilari della struttura: i predicati e le costanti individuali online
7. L’ordine spazio-temporale
8. Le definizioni coordinative dell’unità di tempo e della congruenza di successivi intervalli di tempo
9. La comparazione di intervalli di tempo paralleli in punti diversi dello spazio: il problema della simultaneità
10. I concetti di «ordine del tempo» e «direzione del tempo» in Reichenbach online
11. Ordine del tempo e ordine causale in Reichenbach
12. Le proprietà topologiche dell’ordine spaziale e dell’ordine temporale
13. I postulati fondamentali della teoria del tempo di Reichenbach online
14. Osservazioni critiche alla teoria di Reichenbach online
15. I predicati primitivi che qualificano il concetto di «struttura dinamica» online
16. La distinzione tra serie chiusa e serie aperta
17. Le esplicazioni del concetto di «causalità» in termini di serie aperta e di irreversibilità
18. Reversibilità e irreversibilità come inderteminatezza e determinatezza dell’ordine rispetto alla modificazione nel contenuto degli stati di un sistema online
19. Stato stazionario, irreversibilità e reversibilità online
20. I predicati fondamentali che qualificano il concetto di «struttura dinamica» online
Note del capitolo IV
Capitolo V: Scienze del comportamento e scienze naturali
1. Scienza e metodologia della scienza
2. La rilevanza della teoria astratta nella scienza online
3. La distinzione tra scienze naturali e scienze sociali
4. I postulati della teoria generale della azione di Parsons e la distinzione tra teoria dell’azione e scienze naturali online
5. Il fisicalismo e la negazione della caratterizzazione autonoma delle scienze del comportamento rispetto alle scienze della natura
6. Il problema metodologico della distinzione tra scienze comportamentistiche e scienze naturalistiche
7. Indeterminismo e determinismo nella scienza fisica
8. I tentativi di superamento dell’indeterminismo nella teoria fisica
9. Il problema della distinzione tra determinismo fisico e determinismo metodologico online
10. La considerazione deterministica nelle scienze sociali e la traducibilità operativa dei comportamenti
11. Le condizioni di adeguatezza dei predicati fondamentali delle scienze del comportamento
Note del capitolo V
Capitolo VI: I predicati fondamentali delle scienze sociali
1. Statica, evoluzione, stato stazionario nella teoria economica
2. Il problema della dinamica nelle scienze sociali online
3. I problemi dinamici connessi alla considerazione della società come integrazione e della società come conflitto
4. Considerazioni critiche sulla teoria conflittuale della società
5. Dinamica del conflitto di classe e integrazione sociale
6. I predicati fondamentali della sociologia: interesse o disposizione a rispondere, campo disposizionale, interrelazione degli interessi. L’azione di accettazione
7. L’azione di scambio e l’azione di condizionamento (potere)
8. La forza sociale del potere; potere istituzionale e potere deviante
9. Considerazioni conclusive sui problemi metodologici delle scienze sociali
Note del capitolo VI