Posts tagged con ‘classi sociali’

  • Conflitto di classe e stratificazione sociale

    Con Staff su 2 Marzo 2014
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    Dahrendorf, nell’introduzione alla sua opera Classi e conflitto di classe nella società industriale, ha fatto osservare come la maggioranza dei sociologi, a partire da Sombart e da Weber, abbia collegato il concetto di “classe” con i problemi della stratificazione sociale.

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  • Classe borghese e potere deviante

    Con Staff su 1 Maggio 2014
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    Il fenomeno della classe sociale presenta due caratterizzazioni fondamentali, a seconda che lo si riguardi nel momento della accettazione o nel momento del condizionamento; cioè in relazione alla comunione interrelata in termini di internalizzazione o in relazione al potere deviante. Ed è chiaro come alla base di questi due momenti fondamentali debba porsi l’interesse all’acceleramento e al rallentamento della dinamica; interesse che, all’interno della classe (sotto un profilo intrinseco), si struttura in termini di comunione interiorizzata, mentre, all’esterno della classe (sotto un profilo estrinseco), si esplica in termini di potere deviante volta al mutamento o alla permanenza delle strutture sociali istituzionalizzate.

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  • Gli interessi comuni della borghesia

    Con Staff su 2 Maggio 2014
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    Resterebbe ora da dire degli interessi e dei valori borghesi; su alcuni di tali valori si sono particolarmente soffermati Sombart e Groethuysen i quali, se si prescinde dalle prese di posizione metafisiche talora implicite nelle loro impostazioni, hanno certo fornito un contributo decisivo alla esatta determinazione della sfera di interessi economici e religiosi propri della borghesia.

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  • Equivoci teorici connessi al concetto di «borghesia»

    Con Staff su 3 Maggio 2014
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    Se è vero che la borghesia è stata una realtà sociale, non è men vero che nessuna classe sociale può dirsi esistente senza che, entro la stessa, possa ravvisarsi un insieme di istanze, di esigenze, di valori sui quali si esprima la convergenza totale della volontà dei singoli consociati. Non esistono valori che abbiano lasciato un solco nella storia dell’umanità e che abbiano condizionato la forza creatrice dei gruppi sociali, i quali, necessariamente, non siano stati assunti da questi gruppi come valori comuni, non si siano per dir così socializzati, qualificando non già il singolo individuo e l’élite che se ne siano fatti portatori e propugnatori, ma tutto il gruppo sociale che, riponendo in quella élite la sua fiducia, abbia dimostrato di voler far proprie quelle istanze comuni.

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  • La democrazia come commisurazione istituzionalizzata della forza sociale del potere istituzionale e del potere deviante

    Con Staff su 4 Maggio 2014
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    Considerati i concetti di «libertà» come nettamente distinti da quello di «democrazia» resta da chiarire quali rapporti esistano tra gli stessi. In particolare, possiamo dire subito che in una comunione interrelata fondata sulla interiorizzazione, cioè in una società in cui sia massimo il grado di libertà intesa come adeguazione degli interessi comuni agli interessi dei singoli, non ha alcun senso parlare di democrazia. Più interessante si presenta, invece, il rapporto tra democrazia e comunione interrelata fondata sul potere, cioè tra democrazia e libertà negativa intesa come sfera di azioni di condizionamento, in termini di potere deviante, connessa alla autonomia del singolo.

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  • Democrazia come volontà popolare e democrazia come lotta in concorrenza

    Con Staff su 8 Maggio 2014
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    Dopo quanto si è detto, comincia ad apparire chiaro come la definizione di «democrazia» proposta da Schumpeter, benché inquadri esattamente alcuni lati del fenomeno in esame, non tenga sufficientemente conto delle varie distinzioni che abbiamo sopra brevemente prospettato.

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  • La dottrina classica della democrazia

    Con Staff su 14 Maggio 2014
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    La definizione di «classe sociale» in termini di antagonismo tra gruppi operanti entro una struttura istituzionalizzata, in vista di una modificazione della stessa mediante l’uso del potere deviante, suggerisce una estensione della presente indagine al fenomeno della democrazia, potendo quest’ultima essere considerata come un metodo politico volto a consentire un costante adeguamento degli interessi pubblici a quelli privati e, quindi, una maggiore aderenza delle strutture istituzionali alla effettiva dinamica sociale.

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  • Classi sociali e dinamica sociale

    Con Staff su 15 Maggio 2014
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    Abbiamo visto in precedenza come, nel criticare l’analisi dinamica al livello strutturale-funzionale, Dahrendorf affermi che «la ricerca delle variabili non subordinate alla categoria della struttura, ma che operino invece come forze o fattori volti al mutamento della struttura», sarebbe stata trascurata da Parsons «a causa di una più o meno deliberata identificazione dei sistemi sociali con le strutture organiche», nelle quali gli elementi dinamicamente variabili influenzanti la formazione delle stesse avrebbero, necessariamente, origine al di fuori del sistema. In tal modo si giustificherebbe la limitatezza dell’analisi di Parsons al momento strutturale-funzionale interno al sistema, e il fatto che egli non avrebbe visto come nelle strutture sociali, diversamente dalle strutture organiche, gli elementi dinamicamente variabili possano essere originati dalla struttura stessa.

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  • Considerazioni conclusive sul concetto di classe sociale

    Con Staff su 16 Maggio 2014
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    Sintetizzando brevemente i punti fondamentali relativi al concetto di «classe sociale», che sono emersi dalla ricerca fin qui svolta, possiamo dire come in tale concetto debbano farsi rientrare diversi fattori suscettibili di caratterizzazione autonoma: il potere deviante, l’interesse alla modificazione delle strutture istituzionali del sistema, la comunione interrelata di questo interesse.

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  • Comunione di interessi, istituzionalizzazione, internalizzazione e potere

    Con Staff su 17 Maggio 2014
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    Abbiamo una serie di fenomeni che debbono essere considerati separatamente: anzitutto la istituzionalizzazione, che consiste in una struttura organizzata di potere o di accettazione, estesa a tutti i componenti di una data collettività. In secondo luogo la internalizzazione di un sistema di valori; tale internalizzazione sta alla base della forza sociale del potere, sia che si tratti di potere finalizzato verso la attuazione, sia che si tratti di potere finalizzato verso la creazione di interessi comuni.

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  • Potere deviante e classe sociale

    Con Staff su 18 Maggio 2014
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    In una società strutturata in base all’azione di condizionamento, non è detto che la dinamica intrinseca al sistema si esaurisca nel rapporto di reintegrazione pendolare tendente a ripristinare le situazioni di potere istituzionalizzato, cioè legittimate nell’ambito del sistema. Il fenomeno del potere deviante contraddice a questa ipotesi, in quanto la sua esplicazione non può riportarsi alla dinamica pendolare delle strutture sociali; se così fosse, infatti, esso non avrebbe alcuna rilevanza in ordine alla modificazione di quelle strutture, in quanto verrebbe immediatamente assoggettato al processo riequilibratore della reintegrazione pendolare.

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  • La dinamica del potere condizionante

    Con Staff su 19 Maggio 2014
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    Alcuni punti, relativi alla natura dell’azione condizionante e della azione di accettazione, meritano un ulteriore approfondimento. Cominciamo dalla considerazione di un sistema sociale perfettamente integrato in termini di accettazione e postuliamo, nell’ambito di tale sistema, il sorgere di una azione deviante. In base alla logica dell’accettazione il rapporto tra l’azione deviante e il sistema potrà porsi solo in funzione di due alternative, consistenti in un mutamento di tutto il sistema nel senso di una sua adeguazione all’azione deviante, oppure nella pura e semplice esclusione di quest’ultima dal sistema.

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  • Il potere condizionante: potere istituzionale e potere deviante

    Con Staff su 20 Maggio 2014
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    La “comunione” e la “interrelazione” degli interessi sono concetti differenti, e in un certo senso più generali, di quelli di “azione di accettazione” e “azione di condizionamento”; infatti, tanto nel condizionamento reciproco, quanto nella accettazione reciproca, gli interessi su cui si fondano i corrispondenti rapporti debbono essere interrelati, anche se nel primo caso in modo disgiunto e nel secondo in modo congiunto o comune.

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  • L’interesse di classe

    Con Staff su 22 Maggio 2014
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    La considerazione della classe in termini di interesse comune e interrelato ne illustra un aspetto fondamentale che potrebbe dirsi strutturale, ma, come si è detto, non ne esaurisce la complessa problematica, che ricomprende anche un momento dinamico; nel senso che l’interesse comune è dinamicamente volto verso la modificazione delle strutture del sistema sociale entro cui opera.

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  • Il concetto di “interesse comune e interrelato”

    Con Staff su 23 Maggio 2014
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    Come si è detto, l’interesse comune che sta alla base del concetto di “classe” deve essere coscientemente condiviso da tutti i soggetti (nel senso che ciascuno deve non solo conoscere gli interessi degli altri, ma sapere che essi sono conosciuti dagli altri) e può solo essere soddisfatto col comune concorso di tutti costoro.

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