Posts tagged con ‘segni e linguaggio’

  • Disposizione a rispondere e segno nella semiotica di Morris

    Con Staff su 25 Maggio 2014
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    Una qualsiasi considerazione dei segni come stimoli comporta, anzitutto, che gli stessi vengano qualificati stimoli preparatori, dovendo i segni, come tali, soddisfare alle due condizioni della asimmetria e della latenza; a tale fatto consegue inoltre, in base alle considerazioni sopra accennate, che ai segni deve essere ricollegata una disposizione a rispondere, cioè un interesse, anche se in effetti, alla determinazione di quest’ultimo, possono concorrere, di solito assieme al segno, diversi altri stimoli preparatori.

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  • Il concetto di «disposizione a rispondere»

    Con Staff su 26 Maggio 2014
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    Nella teoria di Morris, il segno è uno stimolo che, riflettendosi nel campo degli interessi del soggetto, determina il sorgere di una disposizione a rispondere (21), cioè di una potenziale reazione del soggetto medesimo. Ma uno stimolo opera sempre congiuntamente ad altri stimoli, in connessione temporale (ove le azioni dei diversi stimoli concorrenti si svolgano in periodi di tempo successivi) o in connessione simultanea con gli stessi.

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  • Verificabilità empirica delle strutture astratte; la significatività dei postulati teorici e la introduzione di postulati limitativi

    Con Staff su 18 Luglio 2014
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    In relazione alle strutture linguistiche astratte si pongono due problemi fondamentali: quello relativo ai rapporti tra strutture con differenti livelli di astrazione e l’altro concernente la verificabilità empirica o osservativa delle strutture.

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  • Significato operativo dei segni, termini astratti, verificazione e conferma

    Con Staff su 26 Luglio 2014
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    L’operativismo metodologico, nel limitare la propria analisi a un particolare tipo di significatum dei segni, dato da una operazione o da una serie di operazioni, esclude dall’ambito del linguaggio scientifico i termini astratti, privi di significatum, che ne costituiscono invece parte integrante. È indubbio, infatti, come un tale linguaggio debba necessariamente utilizzare espressioni ad alto livello di astrazione, non esprimenti un significato operativo, nel senso che le regole semantiche di designazione relative ai simboli che simbolizzano quelle espressioni non stabiliscono alcuna correlazione tra i simboli e un qualche significato operativo corrispondente a operazioni concrete.

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  • Operativismo metodologico e significato delle espressioni linguistiche

    Con Staff su 27 Luglio 2014
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    La affermazione secondo la quale il significato di un termine è determinato dalle regole che ne stabiliscono l’uso entro un dato sistema linguistico, si riferisce alle regole di formazione, di designazione, di verità e alle regole degli ambiti di significatività, nonché, nei sistemi assiomatici (sistemi sintattici o calcoli), alle regole di deduzione o trasformazione; tale punto di vista non deve pertanto essere confuso con l’operativismo in senso proprio, per cui il significato di un termine è dato da un gruppo di operazioni, nel senso che il termine significa e denota un insieme di operazioni.

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  • Convenzionalità delle strutture linguistiche e significazione costante dei segni

    Con Staff su 30 Luglio 2014
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    Due sono i tratti essenziali che caratterizzano le strutture linguistiche: (a) ciascun segno ha significazione costante e comune a una data famiglia di interpreti, potendo essere prodotto da questi ultimi (comunsegno) anche in condizioni diverse da quelle in cui è stato introdotto originariamente (plurisituazionalità); (b) tra i segni debbono sussistere relazioni stabili e sistematiche di combinazione, determinate in rapporto alle varie strutture linguistiche.

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  • Linguaggio-oggetto e metalinguaggio

    Con Staff su 1 Agosto 2014
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    A questo punto, è necessario che ci soffermiamo brevemente su alcune precisazioni preliminari; base di queste precisazioni è la distinzione tra «segno» e «veicolo segnico».

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  • Rapporto semantico e linguaggio

    Con Staff su 2 Agosto 2014
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    Lo studio delle scienze sociali non può prescindere da una analisi del rapporto semantico, la quale è giustificata non solo dal fatto che la prospettiva semantica costituisce, come si è visto, uno dei tre momenti fondamentali del significato considerato sotto un profilo metodologico, ma anche dalla esigenza di apprestare strumenti concettuali adeguati al fine della esplicazione del concetto di «struttura teorica».

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  • Metodologia delle scienze sociali (estratto 21)

    Con Staff su 3 Dicembre 2014
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    «Il problema della verificabilità empirica o osservativa delle strutture si risolve nel problema della distinzione tra linguaggio con predicati osservativi e linguaggio con predicati non osservativi (teorico o astratto). Questa distinzione si riferisce a una caratterizzazione delle strutture linguistiche diversa da quella relativa ai livelli di astrazione. Il problema della astrazione, infatti, è un problema interno al linguaggio, mentre quello

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  • Metodologia delle scienze sociali (estratto 12)

    Con giurosa su 3 Dicembre 2014
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    «L’operativismo metodologico, nel limitare la propria analisi a un particolare tipo di significatum dei segni, dato da una operazione o da una serie di operazioni, esclude dall’ambito del linguaggio scientifico i termini astratti, privi di significatum, che ne costituiscono invece parte integrante. È indubbio, infatti, come un tale linguaggio debba necessariamente utilizzare espressioni ad alto livello di astrazione, non esprimenti

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  • Metodologia delle scienze sociali (estratto 11)

    Con Staff su 3 Dicembre 2014
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    «La affermazione secondo la quale il significato di un termine è determinato dalle regole che ne stabiliscono l’uso entro un dato sistema linguistico, si riferisce alle regole di formazione, di designazione, di verità e alle regole degli ambiti di significatività, nonché, nei sistemi assiomatici (sistemi sintattici o calcoli), alle regole di deduzione o trasformazione; tale punto di vista non deve

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  • Metodologia delle scienze sociali (estratto 7)

    Con Staff su 3 Dicembre 2014
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    «Il processo semantico, analizzato nella sua dimensione empirica, considera il segno come fatto significante in relazione agli individui che lo adoperano e ai fenomeni che ne vengono denotati: una tale indagine implica, pertanto, una considerazione unitaria di questo processo sotto un profilo scientifico ed è chiaro come alla stessa non debba essere necessariamente collegata una problematica filosofica, connessa soprattutto alla

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  • Metodologia delle scienze sociali (estratto 3)

    Con Staff su 3 Dicembre 2014
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    «Un’ultima osservazione deve farsi in relazione al concetto di “significatum” di Morris, inteso come indicante le “condizioni tali che qualsiasi cosa le soddisfa è un denotatum di un dato segno”; una analisi più approfondita, alla luce delle distinzioni sopra prospettate, mostra come anche questo concetto di Morris debba essere riguardato come appartenente alla scienza del comportamento, non già alla scienza

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  • Metodologia delle scienze sociali (estratto 2)

    Con Staff su 3 Dicembre 2014
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    «La considerazione del momento pragmatico o operativo come momento semantico del significato, si trova ampiamente sviluppata nelle indagini di Morris; a proposito di tali indagini è necessario solo ribadire, a questo punto, che le stesse non riguardano il momento semantico in senso stretto del significato, bensì più propriamente il momento operativo o disposizionale del significato, tanto che il concetto di

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  • Metodologia delle scienze sociali (estratto 1)

    Con Staff su 3 Dicembre 2014
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    «Come si è visto, abbiamo operato in precedenza una fondamentale distinzione tra due diverse prospettive metodologiche: la prospettiva del significato e la prospettiva del fatto. La difficoltà nell’inquadrare e caratterizzare il momento o aspetto del significato, tipico della esperienza del soggetto, discende principalmente dalla non-osservatività del significato su basi intersoggettive. Questo elemento limita la considerazione scientifica del significato a due

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