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Potere istituzionale e potere deviante
Con Staff su 1 Marzo 20140LeggiIl potere, come azione sociale condizionante, può assumere due fondamentali caratterizzazioni: quella di potere istituzionale e quella di potere deviante. La distinzione delle due forme di potere può individuarsi, anzitutto, non in ordine alla posizione di alternative di azione in termini di deviamento-reintegrazione, propria di ogni tipo di potere, bensì sotto un profilo funzionale.
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Una campagna di promozione sociale contro gli incendi (estratto 13)
Con Staff su 28 Marzo 2014Leggi«È interessante notare a questo proposito che il rigoroso controllo sociale cui ogni soggetto è sottoposto nell’ambito del gruppo primario entro cui opera, nonché le limitatissime opportunità offertegli dall’ambiente, determinano in lui un livello di aspirazione estremamente rigido, cioè una incapacità a reagire alle difficoltà ambientali e sociali modificando il proprio campo di interessi (incapacità a prospettarsi alternative di azione).
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Una campagna di promozione sociale contro gli incendi (estratto 12)
Con Staff su 28 Marzo 2014Leggi«Un secondo aspetto, strettamente interconnesso al precedente, è dato dal fatto che la situazione di conflittualità che caratterizza i rapporti tra i singoli piccoli gruppi, visti come nuclei elementari del corpo sociale, incide in modo determinante sulla personalità dei soggetti durante il processo di socializzazione. Nella società agro-pastorale (e, in genere, in quasi tutte le società sottosviluppate) il processo di
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La democrazia come commisurazione istituzionalizzata della forza sociale del potere istituzionale e del potere deviante
Con Staff su 4 Maggio 2014LeggiConsiderati i concetti di «libertà» come nettamente distinti da quello di «democrazia» resta da chiarire quali rapporti esistano tra gli stessi. In particolare, possiamo dire subito che in una comunione interrelata fondata sulla interiorizzazione, cioè in una società in cui sia massimo il grado di libertà intesa come adeguazione degli interessi comuni agli interessi dei singoli, non ha alcun senso parlare di democrazia. Più interessante si presenta, invece, il rapporto tra democrazia e comunione interrelata fondata sul potere, cioè tra democrazia e libertà negativa intesa come sfera di azioni di condizionamento, in termini di potere deviante, connessa alla autonomia del singolo.
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Le differenti caratterizzazioni del concetto di libertà
Con Staff su 5 Maggio 2014LeggiCiò premesso è chiaro come il fenomeno della democrazia debba svolgersi necessariamente entro schemi dinamici; in tal senso sembra anzi che lo stesso non possa prescindere dall’esistenza dell’antagonismo di classe e che la sua giustificazione debba individuarsi nel tentativo di attenuare l’antagonismo, istituzionalizzando in qualche modo le forme mediante le quali esso si esplica.
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Il metodo democratico e la rilevazione degli interessi pubblici
Con Staff su 9 Maggio 2014LeggiOccorre a tal punto precisare, per chiarir meglio i termini del problema, che la lotta per influenzare l’elettorato (che poggia sulla libertà di pubblica opinione), non comporta il ricorso a un qualche sistema elettorale; al contrario, essa può coesistere con qualsiasi metodo di sondaggio della pubblica opinione, ancorché differente da quello elettorale. L’unica conseguenza che la libera propaganda politica postula necessariamente, consiste infatti nella puntuale adeguazione degli organi legislativi ed esecutivi a quelle che possono dirsi le risultanti espresse dalla convergenza, su determinati interessi, della volontà della maggioranza o della totalità dei consociati.
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Classi sociali e dinamica sociale
Con Staff su 15 Maggio 2014LeggiAbbiamo visto in precedenza come, nel criticare l’analisi dinamica al livello strutturale-funzionale, Dahrendorf affermi che «la ricerca delle variabili non subordinate alla categoria della struttura, ma che operino invece come forze o fattori volti al mutamento della struttura», sarebbe stata trascurata da Parsons «a causa di una più o meno deliberata identificazione dei sistemi sociali con le strutture organiche», nelle quali gli elementi dinamicamente variabili influenzanti la formazione delle stesse avrebbero, necessariamente, origine al di fuori del sistema. In tal modo si giustificherebbe la limitatezza dell’analisi di Parsons al momento strutturale-funzionale interno al sistema, e il fatto che egli non avrebbe visto come nelle strutture sociali, diversamente dalle strutture organiche, gli elementi dinamicamente variabili possano essere originati dalla struttura stessa.
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Considerazioni conclusive sul concetto di classe sociale
Con Staff su 16 Maggio 2014LeggiSintetizzando brevemente i punti fondamentali relativi al concetto di «classe sociale», che sono emersi dalla ricerca fin qui svolta, possiamo dire come in tale concetto debbano farsi rientrare diversi fattori suscettibili di caratterizzazione autonoma: il potere deviante, l’interesse alla modificazione delle strutture istituzionali del sistema, la comunione interrelata di questo interesse.
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Comunione di interessi, istituzionalizzazione, internalizzazione e potere
Con Staff su 17 Maggio 2014LeggiAbbiamo una serie di fenomeni che debbono essere considerati separatamente: anzitutto la istituzionalizzazione, che consiste in una struttura organizzata di potere o di accettazione, estesa a tutti i componenti di una data collettività. In secondo luogo la internalizzazione di un sistema di valori; tale internalizzazione sta alla base della forza sociale del potere, sia che si tratti di potere finalizzato verso la attuazione, sia che si tratti di potere finalizzato verso la creazione di interessi comuni.
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Potere deviante e classe sociale
Con Staff su 18 Maggio 2014LeggiIn una società strutturata in base all’azione di condizionamento, non è detto che la dinamica intrinseca al sistema si esaurisca nel rapporto di reintegrazione pendolare tendente a ripristinare le situazioni di potere istituzionalizzato, cioè legittimate nell’ambito del sistema. Il fenomeno del potere deviante contraddice a questa ipotesi, in quanto la sua esplicazione non può riportarsi alla dinamica pendolare delle strutture sociali; se così fosse, infatti, esso non avrebbe alcuna rilevanza in ordine alla modificazione di quelle strutture, in quanto verrebbe immediatamente assoggettato al processo riequilibratore della reintegrazione pendolare.
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La dinamica del potere condizionante
Con Staff su 19 Maggio 2014LeggiAlcuni punti, relativi alla natura dell’azione condizionante e della azione di accettazione, meritano un ulteriore approfondimento. Cominciamo dalla considerazione di un sistema sociale perfettamente integrato in termini di accettazione e postuliamo, nell’ambito di tale sistema, il sorgere di una azione deviante. In base alla logica dell’accettazione il rapporto tra l’azione deviante e il sistema potrà porsi solo in funzione di due alternative, consistenti in un mutamento di tutto il sistema nel senso di una sua adeguazione all’azione deviante, oppure nella pura e semplice esclusione di quest’ultima dal sistema.
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Il potere condizionante: potere istituzionale e potere deviante
Con Staff su 20 Maggio 2014LeggiLa “comunione” e la “interrelazione” degli interessi sono concetti differenti, e in un certo senso più generali, di quelli di “azione di accettazione” e “azione di condizionamento”; infatti, tanto nel condizionamento reciproco, quanto nella accettazione reciproca, gli interessi su cui si fondano i corrispondenti rapporti debbono essere interrelati, anche se nel primo caso in modo disgiunto e nel secondo in modo congiunto o comune.
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L’azione sociale di accettazione e l’azione sociale di condizionamento
Con Staff su 21 Maggio 2014LeggiAlla base delle due fondamentali relazioni in cui si specifica la azione sociale e cioè quella di accettazione e l’altra di condizionamento, di cui ora tratteremo, sta un concetto molto importante del quale chiariremo quelli che ci sembrano gli aspetti fondamentali. Si tratta del concetto di “libertà”, che può intendersi in due sensi che, però, debbono tenersi esattamente distinti.
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Il sequestro come fatto sociale (estratto 35)
Con Staff su 22 Maggio 2014Leggi«Il tentativo di riscrivere la storia (sarda e italiana) fondandola su un concetto formalistico-giuridico di stato realizza un’arbitraria separazione tra forma-stato e cultura-stato. In Sardegna la forma-stato non è mai stata collegata a una cultura-stato endogena, ma sempre a culture-stato esogene. Per questo motivo il Regno di Sardegna del 1324 e, più recentemente, il Regno d’Italia non esprimono fasi evolutive
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Il sequestro come fatto sociale (estratto 34)
Con Staff su 22 Maggio 2014Leggi«Se l’ordinamento istituzionalizza l’etica socializzante deve per coerenza dare realmente a ciascun soggetto un ruolo sociale ed economico. Di solito ciò non avviene, in quanto le modalità di acquisizione dei ruoli, legittimate (o istituzionalizzate) nel contesto sociale, non garantiscono situazioni paritetiche tra tutti i soggetti, data la diseguaglianza nella distribuzione delle risorse determinata dal sistema proprietario e dalla dinamica dell’accumulazione
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