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Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici (estratto 10)
Con Staff su 5 Giugno 20140Leggi«Le caratteristiche dell’innovazione individuate da Rosenberg (Le vie della tecnologia; Dentro la scatola nera: tecnologia ed economia), quali la continuità che si esprime in una serie di aggiustamenti e di progressive modificazioni ad ogni stadio del processo produttivo, la stretta corrispondenza fra innovazione e diffusione, la capacità del contesto sociale in cui l’innovazione è generalizzata di generare innovazioni sostitutive, la corrispondenza
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Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici (estratto 9)
Con Staff su 5 Giugno 2014Leggi«Caratterizzare il processo innovativo come un continuum significa considerare l’innovazione come un elemento centrale dell’attività imprenditoriale, una modalità tipica tanto del capitale fisico (tecnologico), quanto del capitale umano (organizzativo). Entrambi, nelle società avanzate, sono combinati nell’impresa non in termini puramente ripetitivi, ma in una logica innovativa. Esiste infatti una differenza fra l’imprenditore di routine, che tendenzialmente non innova ma si
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Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici (estratto 4)
Con Staff su 6 Giugno 2014Leggi«Tenendo presente il postulato di disgiunzione si può dire, usando un linguaggio da esplicare (explicandum) e non un linguaggio esplicativo scientifico (explicatum), che le variabili sociali sono una pre-condizione (o un pre-requisito) della crescita economica e, in generale, che lo sviluppo sociale è una pre-condizione della crescita economica. Dal postulato di disgiunzione consegue infatti che le variabili sociali (culturali) non
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Politiche di sviluppo, innovazione, parchi scientifici e tecnologici (estratto 2)
Con Staff su 6 Giugno 2014Leggi«A differenza dei modelli di crescita economica, quelle che genericamente vengono chiamate teorie dello sviluppo contengono un amalgama di variabili sociali ed economiche, nel quale incide negativamente il presupposto latente di una presunta relazione causale, o più spesso il presupposto di una interdipendenza non meglio precisata, tra i due tipi di variabili. Più correttamente, i modelli di crescita economica tentano
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Oligopolio e crescita economica (estratto 24)
Con Staff su 12 Giugno 2014Leggi«La eliminazione di questi vincoli interni allo sviluppo comporterebbe innanzitutto una loro precisa determinazione nell’ambito di un submodello analitico, e in secondo luogo imporrebbe l’avvio di una politica di intervento non solo sul piano economico ma anche e prioritariamente sul piano sociale, al fine di modificare gli atteggiamenti delle popolazioni nei confronti della cultura industriale e realizzare rinforzatori sociali positivi
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Oligopolio e crescita economica (estratto 23)
Con Staff su 12 Giugno 2014Leggi«Nell’analisi del passaggio dal sottosviluppo allo sviluppo è necessario quindi operare una distinzione tra vincoli di tipo esterno, quali gli ostacoli oligopolistici allo sviluppo orientati all’incremento della funzione di domanda nelle aree sviluppate, che sono certamente i vincoli più importanti e più generalizzati, e i vincoli di tipo interno, tipici di specifiche strutture economiche che presentano una stazionarietà nel tempo
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Oligopolio e crescita economica (estratto 22)
Con Staff su 12 Giugno 2014Leggi«La presenza di un flusso costante di capitali esterni, la produzione di effetti moltiplicativi non vincolati all’area sottosviluppata e l’accentuato squilibrio della bilancia commerciale, individuano quella che può essere definita come situazione di dipendenza, in quanto i livelli di reddito conseguiti all’interno dell’area sottosviluppata sono variabili dipendenti dirette dei flussi di capitali esterni e non degli investimenti; venendo a mancare
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Oligopolio e crescita economica (estratto 20)
Con Staff su 12 Giugno 2014Leggi«L’attivazione di un processo di sviluppo implica necessariamente una modificazione della funzione di domanda delle aree sviluppate. Qualsiasi flusso di capitali esterni verso le aree sottosviluppate deve essere pertanto compatibile con la stabilità della funzione di domanda delle aree sviluppate se queste aree finanziano i flussi di capitali esterni. Se così non fosse le aree sviluppate realizzerebbero un comportamento per
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Oligopolio e crescita economica (estratto 19)
Con Staff su 12 Giugno 2014Leggi«Il fatto che nelle aree sottosviluppate, nonostante la immissione di consistenti flussi di capitali esterni, le relazioni funzionali fra reddito e investimenti e fra occupazione e investimenti non risultino verificate, è connesso in linea di principio alla presenza del vincolo oligopolistico. Affermare che possono esistere paesi arretrati nei quali queste relazioni funzionali siano verificate significa riconoscere che con riferimento a
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Oligopolio e crescita economica (estratto 18)
Con Staff su 12 Giugno 2014Leggi«La nuova variabile introdotta nel modello utilizzato nel presente studio, e che non è mai stata utilizzata in nessun altro modello sino ad oggi elaborato, concerne la specifica caratterizzazione dei flussi di capitali esterni in termini di funzione di produzione. Normalmente, questi flussi di capitali esterni vengono presi in considerazione come funzioni di produzione (pubblica o privata) endogena all’area sottosviluppata.
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Oligopolio e crescita economica (estratto 17)
Con Staff su 12 Giugno 2014Leggi«Le premesse, che si discostano dalle correnti ipotesi esplicative concernenti il passaggio dal sottosviluppo allo sviluppo, prendono in considerazione il fatto che gli effetti determinati dalla immissione di flussi di capitali esterni nell’area sottosviluppata non possono essere correttamente analizzati se si utilizzano come schemi di riferimento modelli esplicativi tipici delle aree sviluppate, come ad esempio il più generale modello Harrod-Domar,
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Oligopolio e crescita economica (estratto 16)
Con Staff su 12 Giugno 2014Leggi«I flussi di capitali esterni verso un’area sottosviluppata possono essere orientati verso una funzione-obiettivo di accumulazione endogena, ovvero verso una funzione-obiettivo incompatibile con l’accumulazione endogena; in questa seconda ipotesi si può realizzare una funzione-obiettivo consistente nella massima occupazione. In Sardegna gli interventi di politica economica e conseguentemente i flussi di capitali esterni sono stati orientati verso la funzione-obiettivo della massima
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Oligopolio e crescita economica (estratto 15)
Con Staff su 12 Giugno 2014Leggi«Il passaggio dal sottosviluppo allo sviluppo implica, non già l’assenza di afflusso di capitali dall’esterno verso l’area sviluppata (ipotesi che non ha rilevanza nell’ambito di questo studio), bensì il fatto che i parametri in base ai quali valutare la produttività dei capitali utilizzati nell’area sottosviluppata (capitali esterni, in termini di senso comune) siano collegati a una funzione di produzione endogena
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Oligopolio e crescita economica (estratto 14)
Con Staff su 12 Giugno 2014Leggi«La creazione di economie esterne, cioè di incentivi diretti o indiretti alla localizzazione di imprese industriali nell’area sottosviluppata, non è da sola sufficiente, nell’ambito del mercato, a far sorgere condizioni di sviluppo endogeno. Se le economie esterne non sono accompagnate da una forza politica di contrattazione che ne orienti gli effetti indotti, determinando la creazione nell’area sottosviluppata di una verticalizzazione
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Oligopolio e crescita economica (estratto 13)
Con Staff su 12 Giugno 2014Leggi«Al fine di eliminare le barriere oligopolistiche che impediscono un processo di sviluppo endogeno dell’area sottosviluppata, è necessario prendere in considerazione macrovariabili indipendenti rispetto al passaggio dal sottosviluppo allo sviluppo, che stanno al di fuori del sistema economico ristretto, sia di tipo neoclassico, sia di tipo keynesiano, entro il quale sono stati fino ad ora formulati i modelli di sviluppo.
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